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mordiale qui è l'idea cristiana, è la nozione della natura costitutiva del Cristianesimo. Essa è lì, essa dev'essere , codesta idea, sempre presente nell'indagine storica, qual necessaria condizione, qual criterio suo direttivo. Scompagnata da tal criterio, l'indagine non riesce a niente di conclusivo circa alla storia del Cristianesimo primitivo. Potrà ben mettere insieme gran cumulo di dati positivi; ma delle opposizioni e dei contrasti prima, e poi della lor soluzione, non può dir niente. Di pronunziare alcuna parola calzante, che valga a spiegare che cosa abbia dato incentivo agli uni, e da che cosa l'altra sia stata determinata, essa non ha modo. Sicchè, affidandosi alla pura indagine empirica, senz'altro, senza il sussidio dell'idea, la serie intera dei fenomeni rimane un che di buio e d'inesplicabile.

Intanto, questa attività, questi avviamenti spirituali del Cristianesimo primitivo, e poi la vita ulteriore della Chiesa cristiana, fan tutti capo, come al lor centro, ad una persona sola, alla persona del Cristo. Il Cristo è il fondatore del Cristianesimo e della Chiesa cristiana. Secondo il domma ecclesiastico, egli è la seconda persona della Trinità divina, il Figliuolo; dove è da avvertire che, se tale è diventato nella definizione dommatica, ciò è perchè tale era già nella coscienza cristiana; sicchè quella non è stata un fatto arbitrario, un prodotto del volere di alquanti vescovi raunati a concilio, ma sì la certificazione obiettiva del contenuto di questa. Infatti, la fede nella incarnazione di Dio nel suo Figliuolo, e più nella presenzialità spirituale immanente del Cristo, qual vivo e operoso mediatore di redenzione, è la base sulla

quale la coscienza cristiana e la Chiesa si ergono e mantengono. Onde, tolta via, abbattuta la fede nel Cristo e nella sua persona e nella realtà della sua efficacia religiosa, il Cristianesimo non potrebbe reggersi.

Ciò importa, che nel prendere ad investigare la storia della Chiesa cristiana, massime quando la si concepisca come alcunchè di tuttora vivo, come un processo, che non solo dura di presente, ma è destinato ad infuturarsi e perpetuarsi, ci si imbatte in un problema preliminare che cosa sia il Cristo, e quale e quanto fondamento abbia la fede nella persona di lui. Forse tra i problemi storici e speculativi questo è uno dei più ardui e complessi, e può parere temerario il volerne trattare sommariamente. Non per tanto, reputo non inutile arrecare alquanti pensieri, che valgano, non foss'altro, a collocarlo nella vera luce.

Ho detto, che il problema è tra i più difficili. In cambio, altri dirà che, dibattuto e definito da un pezzo, non è più un problema, ed è un anacronismo strano il discorrerne ancora, il domandarsi ancora sul serio, se sia da credere nella persona del Cristo, dopo le negazioni di uno Strauss, dopo le distruzioni operate dalla moderna filosofia scientifica e naturalistica di tutta la compagine delle fondamentali intuizioni cristiane.

Davvero? Definito da un pezzo ? - Badiamo, vi hanno più cose in cielo e in terra, che certe filosofie non fantastichino. Da quel che ruminano alcuni scienziati entro le chiuse pareti dei loro gabinetti, a ciò che succede nella realtà della vita e nella cerchia ampia del mondo, ci è assai spesso, non differenza immensa, ma diame

trale opposizione. Più soventi ancora, moite le credenze che paiono morte, ma vivono nei segreti recessi della coscienza, per l'abbarbicarsi che fanno nella più intima. essenza dell'uomo, e rinascono e rifioriscono, quando meno lo si aspetterebbe. Relativainente allo Strauss, nel libro La fede vecchia e la nuova ei finisce, è vero, col chiamare il Cristo un sognatore e visionario (ein Träumer und Schwärmer); ma è pure da tener conto delle oscillazioni gravi cui a tal riguardo ia mente sua è ita soggetta. Nella stessa esposizione critica della Vita di Gesù, Strauss vide nel Cristo della fede un mito, nel cui fondo però giace nascosa un'alta idea, una verità di valore universale, ed affermò l'esigenza che il tempo nostro s'inducesse in fine a coglierla codesta idea ch'è nel fatto. Quale sia la sua idea cristologica, e perchè insostenibile e falsa, accenneremo presto; ma, ad ogni modo, giova notare, che dessa, a mente sua, esprime e significa la storia immanente dell'umanità, storia che perennemente si ripete, e collegata con un individuo singolo, col Cristo. Questi, mercè la sua personalità e il suo destino, sarebbe stato occasione al destarsi ed affermarsi del contenuto di quell'idea nella coscienza universale. Negli scritti posteriori Strauss inclina ad una estimazione via via sempre più larga della personalità del Cristo, la quale, nel concetto suo medesimo, comincia ad assumere significato storicamente fattivo ed attuoso, anzi, dal punto di vista religioso, il più energico che nella storia sia mai stato. Assegna a quella una così intima, una così possente consapevolezza dell'unità con Dio, che la vita sua intera n'è pienamente penetrata e totalmente

trasfigurata, sì che non vi rimane ombra qualsisia capace di appannarne o turbarne la purezza e la sublimità. Confessa, a proposito di tale personalità, che, senza la presenza sua nell'animo, una pietà, una religiosità perfetta, sia impossibile. E il problema intorno a qualcosa di religiosamente più alto, capace di sostituirla, è, secondo lui, da abbandonare qual fantasticheria. Quando alcuno potesse dar nuova spinta e svolgere e riformare la coscienza religiosa, ei non riuscirebbe che ad arrecare granellini di sabbia all'eterno edifizio cui il Cristo pose la pietra fondamentale. Alla luce d'intuizione siffatta, la personalità del Cristo apparisce già come il centro individuale di tutto il mondo cristiano. Ma allorchè poi Strauss volle rifare la vita di Gesù, per esporla al popolo germanico e renderla generalmente accessibile, in questa seconda Vita di Gesù tale intuizione diventa più esplicita, e la personalità del Cristo riceve una consacrazione più alta e concreta. Nella Prefazione è detto: - Indispensabile al Cristianesimo, anzi indissolubile da esso, è e rimane quell'elemento individuale, mercè il quale ha avuto capacità di sollevare l'umanità, da un lato, al di sopra della religione sensibile, propria all'Ellenismo, dall'altro, al di sopra della religione della legge, propria al Giudaismo; generandovi, sotto il primo rispetto, la fede in una potenza morale e spirituale che regola e governa il mondo, e facendovi, sotto il secondo, penetrare la convinzione, che il culto dovuto a tale potenza non possa essere che spirituale e morale, adeguato appunto alla natura sua, un culto del cuore e del sentimento >> E del Cristo si ammette, che tra quei che

nell'ideale dell'umanità hanno indotto uno svolgimento profondo, egli occupa, ad ogni conto, il primo posto. Col personificarsi nel Cristo, l'ideale religioso assumeva il massimo grado di vitalità e di calore; e perciò stesso la comunità religiosa poteva dare a tale ideale la più estesa diffusione. Quelle qualità caratteristiche della rassegnazione, della mansuetudine, dell'amore degli uomini, quelle qualità tutte proprie alla figura del Cristo trasmessaci dalla tradizione, e che sono in lui predominanti, continuano a sussistere sempre integre, come tipi ed esemplari. E da qualità siffatte toglie sua origine tutto ciò che noi siamo soliti designare col nome di umanità. Si osserverà, che le manifestazioni del pensiero di Strauss qui additate sono anteriori alla sua ultima e terminativa professione di fede in un monismo emanatistico ed evoluzionistico della materia. Però, quando si consideri che quelle manifestazioni muovono da una mente adusata al pensare forte e serio, non è, certo, questa professione di fede che valga a toglier loro il valore e l'importanza profonda, che pure hanno. Chi non lo sa? Nè nella storia, nè massimamente in noi individui, tutto quel che vien dopo, è sempre correzione, perfezionamento, progresso, rispetto a quel che fu prima.

Ma checchè sia di ciò, parlando della persona del Cristo, noi ci si vuol riferire, non alla sua individualità naturale, della cui esistenza nessuno dubita, ma sì alla sua individualità soprannaturale e divina.

Ora contro di questa si è levato un razionalismo filosofico e teologico, il quale, come gli altri dommi del Cristianesimo, anche e soprattutto il Cristo, cerca di

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