Slike stranica
PDF
ePub
[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][graphic][merged small][merged small][merged small][merged small]
[subsumed][merged small][merged small][graphic][subsumed][subsumed][subsumed][subsumed][subsumed][merged small]

Ref. -St, out aki 9-2-24

10740

Il dramma dantesco

(Inferno,

della superbia e del dubbio Canti VIII e IX).

I.

Venimmo al pie' d'una torre al da sezzo.

Cosí il Canto VII s'era chiuso, con la promessa di alcun che di nuovo, mirabile e strano.

Poi Dante dice seguitando > › e prepara al dramma preannunziato lo sfondo e, tranne il protagonista, le persone. Cupa scena (1-31): diabolica, poiché demoni abitano l'alta torre, vi fanno loro segnalazioni, vi conducono lor amara vita di cattivi puniti e ribelli prostrati; poiché molto « suso » s'estende la vetta ardua, molto « lungi » risponde a fiammella, fiammella, piú che vista d' uomo soglia comportare e discernere: umana per contro, se poté nell' Evo Medio sovente scorgere il pellegrino fuoco richiedere, in tempi di guerre o di scaramucce, d'incertezze e di spionaggi, risposte concesse da fuoco; se, a dir del Boccaccio, sovente, in agitati tempi bellicosi, avvisò il castello di un pericolo possibile o certo mediante avvertimenti ignei: divina, in fine, perché, là dove appare sembianza di costume terreno, vige in vece, alta severa infrangibile, legge di Dio ; perché, in quel luogo che vede oltracotanze diaboliche e ribellioni impronte di gente cornuta, regge, potente ineluttabile giusto, il volere di Dio; perché quelle mura, che fingono umana opera e servono a opera diabolica, rizzò la Divina Potestate », fercerle la « Somma Sapienza e il « Primo Amore », in lor giustizia rigida e in loro infinita misericordia.

Al prof. Giuseppe Manacorda.

Onde, se il fummo del pantan », sorgendo su dall'acque sucide, ogni cosa involge e feda, per contro dal cielo più alto e piú fulgoroso la parola di Dio regola e governa quegli aspetti terreni d'un mondo infernale.

Sullo sfondo triplice s' adunano via via le persone destinate ad agirvi. Dante in prima, che fissa la sua personalità sin dal principio, affermando « Io » nella parola con cui inizia il Canto; poi specifica e determina sé stesso, fa apprezzamento di sé medesimo: quattro occhi vanno << suso alla cima» della gran torre, ma sí due veggono e si due comprendono ; Dante scorge, tra il « fummo », e domanda; Vergilio distingue, tra le tenebre, e spiega; Dante ha l'occhio che appena può « tôrre » il cenno lontano della fiamma; Vergilio è il « mar di tutto il senno »; in breve, Dante è il senso, Vergilio è la ragione; onde ha quegli un limite, è questi sconfinato mare. Insieme, son l'uomo, nella sua duplice e diversa essenza, sensitiva e intelligente. Contro ad essi viene il demonio ha, del sovrannaturale, la prontezza velocissima; ha, del violento, il grido súbito e inconsulto: < Or se' giunta, anima fella?»; ha, dell' iroso, il rapido scoramento e il rammarico accasciato « nell' ira accolta ». Fra uomo e demonio, suona un momento Iddio, per bocca di Vergilio, che donne beate investirono d'una missione superna e favorirono d' un potentissimo ausilio : « piú non ci avrai, che sol passando il loto è la recisa

[ocr errors]

Giornale dantesco, anno XIX, quad. I.

I

« PrethodnaNastavi »