Il comento, Opseg 2

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F. Le Monnier, 1863 - Broj stranica: 983
 

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Stranica 340 - E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch...
Stranica 238 - Quando s' appressano o son, tutto è vano Nostro intelletto ; e s' altri non ci apporta. Nulla sapem di vostro stato umano. 100 Porè comprender puoi che tutta morta Fia nostra conoscenza da quel punto Che del futuro fia chiusa la porta. » Allor, come di mia colpa compunto, Dissi : « Or direte dunque a quel caduto, no Che il suo nato è co...
Stranica 436 - Nepote fu della buona Gualdrada : Guidoguerra ebbe nome, ed in sua vita Fece col senno assai e con la spada. L' altro, che appresso me 1' arena trita, È Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce Nel mondo su dovrebbe esser gradita.
Stranica 150 - Cavicciuli, cavaliere ricchissimo, tanto che esso alcuna volta fece il cavallo, il quale usava di cavalcare, ferrare d'ariento, e da questo trasse il soprannome. Fu uomo di persona grande, bruno e nerboruto e di maravigliosa forza, e più che alcuno altro iracundo, eziandio per qualunque menoma cagione.
Stranica 182 - E che più volte v' ha cresciuta doglia? Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe'motto a noi; ma fe...
Stranica 24 - Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, Che vuoi, quanto la cosa è più perfetta, Più senta il bene, e così la doglienza, 109. Tuttoché questa gente maledetta In vera perfezion giammai non vada, Di là, più che di qua, essere aspetta.
Stranica 417 - Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, s'alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que...
Stranica 230 - M' avevan di costui già letto il nome : Però fu la risposta così piena. Di subito drizzato gridò : Come Dicesti: egli ebbe? non viv
Stranica 434 - La fama nostr-a il tuo animo pieghi A dirne chi tu se', che i vivi piedi Cosi sicuro per lo Inferno freghi.
Stranica 350 - Presemi allor la mia scorta per mano, E menommi al cespuglio che piangea Per le rotture sanguinenti, invano. O Jacopo, dicea, da Sant

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