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qual forma volesse. g. 8. n. 9. E non vorrei che voi credeste che noi stessimo là in quest' abito: e SEGNER. Cris. Istr. 2. part. rag. 20. §. 17. Se stessimo ivi nulla più che febbricitanti ec. Boc. g. 8. n. 9. Vi e come suso vi siete acconcio, così a modo che se steste, cortese vi recate le mani al petto. g. 6. n. 5. Credeva che gru fossero che stessero in due piedi ec.

salite suso

11 Nell' ARIOST. Orl. 43. 6. leggo: Lascia star mia credenza come stasse; per si sta: ma non mi piacerebbe d'imitarlo; e come lasciarsi piacere gli equivoci? Nel CASA

oper.

ediz. di Napol. 1733. Tom. 5. pag. 87. Istruzioni e lettere a nome del Cardinal Caraffa, è scritto; ci siamo armati ed abbiamo fatte le altre cos che sapete, affinchè i nemici di sua maestà stassero in freno e in sospetto. Questo raro esempio di stassero per stessero può servire in parte di scusa ai tanti e tanti che così parlano e scrivono contro la regola e il genio del nostro idioma.

12 Voi stessi o stessivo o stassivo per voi steste non si tollerino.

13 Staria, stariano, starieno. Voci senza contrasto del verso: DAN. Inf. 27.65. Questa fiamma staria senza più scosse. ARIOS. 22. 53.

Stariano quivi e spoglierebbon quanti ec. Ma stariano e siaria per terza persona si hanno anche in prosa: BALDAS. CASTIGL. letter. di Negoz. pag. 34. gli ho risposto che V. E. staria molto mal contenta; e pag. 76. Il Sig. Marchese staria molto di malavoglia. Ma starebbe e starebbero son ottime. Per starei talvolta si scriveva stare', vuol dir con l'apostrofo ; ma ora tale ortografia poco si scontra o niente.

14 Siia. Può scriversi anch'essa con apostrofo quando sieguale un A; come è scritto in PETR. nel son. 110. il verso Ch' io sti' a veder e l'uno e l'altro volto. Pur si scrive benissimo per intero. Stia serve alle tre singolari; ma per seconda persona si preferisce da taluni stii a stia; come sii, a sia. Nondimeno parmi che l'uso ne sia promiscuo. ARIOS. Orl. 35. 45. Che se m'avvien per casi inopinati Che tu stia in sella e ch'io rimanga a piede ec.

VV. SS. PP. t. 1. pag. 156. Meglio è che tu muoia, che tu stia qui ad uccidere uomini. SEGNER. Man. Lugl. 25. 3. Non vuole che tu sol tenga da te lontani simili desideri, ma di più vuole che tu stii lontano da essi. e 25. 4.

15 Stiano. La terza plurale di questo tempo si forma dalla prima o terza singolare ordinariamente in ogni conjugazione. Cosi da ami risulta amino, da legga leggano ec. e leggano ec. e quindi ancora abbiamo da sia, siano, da dia, diano e da stia, stiaMa siccome anticamente per le singolari fu detto pure sie, die, stie; così ne uscì sieno, dieno, stieno ancora. E circa sie, die vedi essere not. 20. e dare not. 17. e vi aggiungo che il B. JACOP. lib. 5. cantic. 4. scrive:

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E ritorniamo a Cristo nostro Sire Che ne perdoni il nostro gran fallire, E diene e confermine sua pace. Su stie poi leggo ALBERT. Onest. Vit. cap. 38. Del tuo stalo e de' beni ch' egli t'ha dati, tu stie contento. VV. SS. PP. t. 2. pag. 327. Stieti a mente che tu non esca del munistero. FIRENZ. Asin. d'or. 1. 3. pag. 66. Stiesi dunque da canto e lu in quello scambio mi racconterai che cosa sia stata quella.

Avvertiremo in ultimo che stiano e slieno come diano ec. si scorciano dell' O finale, anzi si congiungono colla particola si MENZIN. Tom.1.1.2. Poes. Liric. canz.6.st.7. Al divin trono avanti Stiensi gli angeli amanti.

16 Stea, steano, sono dismesse affatto, se non forse nello stile Bernesco, quantunque si trovino assai volte in Boc. in Davanzati, e talvolta in DANT. come Par. 2. 101. e nel MENZINI il quale nel tom. 1. lib. 3. canz. 3. scrive:

Steansi gl'irati regi ec.

17 Stante. SANNAZ. Pros. 10. gli stanti laghi, i correnti fiumi, e i sorgenti fonti, Nov. ANT. 43. Ne fece uno bellissimo mandorlo, molto verde e molto bene stante. E tal voce può riuscir sonante, e cara, pur di presente. Cosi veggo scritto nell'Osian. Tom. 2. al can. 4. di Temora pag. 22. errarci intorno

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Già scorgo i passi luridi dell'ombre L'ombre dei spenti in guerra, intorno stanti Sitibonde di canto.

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bello, ad onta che vi in tutto il suo dire.

Un tal passo mi par il traduttore dell'Ossian non si appro

S. CLXI.

DE' VERBI STRIDERE E STRIDIRE

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2 Da stridere nascono le voci presenti indicative strido, stridi, stride, stridiamo, stridete, stridono, e sono le buone e comuni. SEGNER. Crist. Istr. 2. par. rag. 17. §. 23. I dannati che stridono in quelle fiamme ec. Da stridire, nascono le altre stridisco, stridisci, stridisce ec. stridiscono, voci già degli antichi. CRESC. 9. 82. Quando (il pavone) la bellezza della gemmala coda sopra se volge, e correndo stridisce ec. Moral. S. Greg. 32. Ecco io striderò sopra di voi siccome stridisce il carro carico di fieno. PULc. Morg. 21. 76. Ella si graffia e percote e stridisce. Così nel presente del congiuntivo da stridire si avrebbe stridisca, stridischi ec. e da stridere uscirebbe strida, tu strida, egli strida, stridiamo, stridiate, stridano. CHIABR. pr. par. canz. sacr. 18.

Ben tra' monti marini

vengono

Quando Aquilon più strida Può traviar nocchiero. Sappiasi dunque che le voci provenienti da stridire quantunque non più si conålla prosa, nondimeno talvolta possono riuscire opportune al vero poeta; ed appunto io le ho lette anche ne'moderni, ma tra' lampi d'una fantasia che incanta e rapisce. Basti a fare altrettanto chi vuol pari licenze.

3 Quanto ai perfetti da stridire si avrebbe stridii, stridì, stridirono; ond'è che nel Ninfal. di Boc. ottav. 303. si legge Baciando il viso suo la bocca, e il mento Si forte che più volte ella stridie, cioè stridi colla giunta di un E come pra

ticavasi dagli antichi. Ved. pr. par. di quest'oper. §. II. §. 22.

Consonando però stridere, ad intridere, e dandoci questo intrisi, intrise, intrisero; anche l'altro sembrerebbe seguentemente formare: strisi, strise, strisero. E forse su tal congruenza ALFONSO VARANO nella prima delle sublimissime sue poetiche visioni pag. undec. scrisse:

Io più dir volli, ma pietà me tanlo Mosse; che balbettò la lingua, e strise, E la voce mancò tronca dal pianto; e Vis. 10. pag. 319.

Ei capovolse le bandiere, e bieco Morse le labbra avvelenate e strise ; e Vis. undec. pag. 349.

2

Ma lo scopo destò le sbigottite Voglie, e si forte il corpo mie sospinse, Che le sabbie dal piè stṛiser più trite • Ma in fatto di lingua poco valendo le congruenze, nè potendo forse allegarsi altro esempio di strisi ec; è bene tenere, massimamente in prosa, la desinenza stridei, stridè, striderono, che è la regolare della seconda conjugazione. Imperocchè debbono le regole generali prevaler sempre, quando non vi siano usi stabiliti in contrario per esemp) costanti e varj; e nel caso nostro non si hanno che esempli di verso, scarsi e recenti, e di un solo, egregio sì nello scrivere, ma pur non dichiarato fin qui maestro e modello nell'arte.

4 Piacemi innanzi ch'io finisca, esemplificare ancor' altre voci di stridere co'testi seguenti. Tas. Gerus. 16. 2.

Le porte qui di effigiato argento Su cardini stridean di lucid' oro. SEGNER. Cris. Istr. 2. par. rag. 14. §. 16, Se non si ungesse questa ruota striderebbe

per via.

1

S. CLXII.

DEL VERBO STRUGGERE

Non ha desinenza regolare, ma dà nel perfetto strussi, strusse, strussero, e talvoIta strussono; TAC. DAV. ann. 6. §. 25. Agrippina ne volle troppo, si strusse di regnare e così diciamo distrussi, distrusse ec. da distruggere. GIO. VIL. 9. 216. E racquistarono il castello, e i traditori distrussero: TAG. DAY. Stor. 1. 65. Il ca pitano tanto pregò che non la distrussero. I participii sono strutto, e distrutto: DAN. Inf. 9.

Vidio più di mill' anime distrutte
Fuggire ec.

I conoscitori del latino possono di leggieri comprendere che tali anomalie provengono appunto da quell' idioma: Imperocchè vi si dicea destruxi, e destructus ec. Nondimeno la cadenza strussi, e distrussi ec. è formata pure secondo le regole delle anomalie italiane come potrem conoscere dal §. ultimo di quest'opera.

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seguitalo da una potente regina potesse mettersi in una aperta campagna a dormir si posatamente; ma io non me ne stupisco; e §. 12. ne sia chi se ne stupisca; e Mann. Settem. 8. 4. Dice che se il Signor la ha esaltata tanto non ti stupischi ec. E tali esempj manifestano pur l'uso del presente nel congiuntivo. Nella Crusca manca ogn' indizio di stupisco ec.

Qui stupe è voce di altro finim en to che di quello in isco: nondimeno non si è mai ricevuta, ed io non saprei concedermela, nemmen poetando, massimamente fuori della rima.

4 Stupita. E' questo il participio naturale di stupire e dee registrarsi nella Crusca ove manca, su l'esempio che se ne legge nel Crist. Istr. 2. par. rag. 16. §. 7.

3 Stupe. Nel Varchi Boez, Rim. do- ov'è scritto: Stupito che Dio per sì ricco dicesime è scritto: fondo non esigesse da lui più pesante omaggio

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Cerber che par che ingombre L'entrata con tre gole stupe e sile.

S. CLXIV.

DE' VERBI SVELLERE' SVEGLIERE SVERRE

1 Sono registrati tutti e tre nella Crusca: significano sradicare, stirpare, e si usano propriamente intorno le piante e le erbe che si spiccano dalla terra, o dal resto della pianta. E svellere è comune: svegliere si legge nel CRES. 5. 1. 11. convengonsi adunque dibarbare e svegliere con tutte le radici. Sverre però non si legge per quanto io sappia se non che nell' infinito e raramente, ma pur fra moderni, sicchè VITTORIO ALFIER, scrive Mir.. at. 4.

Con queste man mie stesse, io stessa pria Me li vo'sverre (gli occhi) io dalla fronte. E così pur si ha divellere, divegliere

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e diverre, o disvellere, disvegliere, disver re: SENEC, provid. ma perchè piace parte divellere del tutto. CRES. 5. 19. si dee tutta l'erba divegliere che intorno ad essi (ulivi) si trova. SODERIN. Coltivaz. Viti. Fir. 1551. pag. 21. S'accostuma in molti lati d' Italia e fuora, in monte e in piano, dove s'anno a piantare vigne, non diverre tutto lo spazio d'esse. BUONAROT. Fier. 2. 1. o lieve disveglier ne la possano ostinala. ec.

Porrò qui sotto il prospetto delle voci che provengon da svellere, e quando si usino, pur di quelle di svegliere.

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