COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL COMENTO DEL P. POMPEO VENTURI EDIZIONE CONFORME AL TESTO COMINIANO DEL 1727. TOMO SECONDO FIRENZE PRESSO LEONARDO CIARDETTI 1826 DEL PURGATORIO CANTO I. ARGOMENTO Racconta il Poeta in questo primo canto, come egli trovò l'ombra di Catone Uticense, dal quale informato di quanto aveva da fare, prese con Virgilio la via verso la marina; e lavato che Virgilio gli ebbe il viso di rugiada, e giunti al lito del mare, lo ricinse d'uno schietto giunco, come gli era stato imposto da Catone. Per correr miglior acqua alza le vele Omai la navicella del mio ingegno, › La poesia in due sensi morta, cioè quella che ha cantato delle anime morte dell' Inferno, risorga ancor essa, e canti delle anime vive del Purgatorio: e in oltre la poesia, che in Italia per l'inondazione de' barbari è del tutto scaduta, rifiorisca in me, come accennerà nel Canto I. Par. v. 30. O sante Muse, poi che vostro sono, Che s'accoglieva nel sereno aspetto Tosto ched i' uscì fuor dell'aura morta, Che m'avea contristati gli occhi, e 'l petto. Lo bel 6 pianeta, ch' ad amar conforta, Faceva tutto rider l'Oriente, Velando 7 i Pesci, ch'erano in sua scorta. 2 Invocate tutte le Muse in generale, invoca specialmente Calliope, siccome presidente del verso eroico, e dell'altre maggiore: così il Petrarca disse: Italia tutta, e Roma. 3 Le nove figliuole di Pierio chiamate piche, le quali avendo avuto ardire di sfidare le nove Muse a chi cantava meglio, e dopo essere state vinte, rimanendo nella loro arrogante pretensione, furono in pena trasformate in gazzere, uccelli noti. Ov. 5. Met. 4 Di turchino il più bello, d'azzurro, qual' è il zaffiro orientale. 5 Fin al ciel della Luna più prossimo alla terra. 6 Già era l'alba. Era già nata la stella di Venere detta volgarmente la stella Diana, che propriamente dovrebbe dirsi Diale. 7 Colla sua maggiore luce ricoprendo la costellazione de'Pesci, che un poco prima di Venere nasce. I' mi volsi a man destra, 8 e posi mente Non viste mai, fuor ch' io alla prima gente. vano due ore prima del Sole, che nasceva allora col segno seguente dell'Ariete. 8 Avendo Dante la faccia verso levante, per conseguenza a man destra aveva il polo australe, il quale essendo egli, come s'è detto, trapassato agli Antipodi di Gerusalemme, stravagli però alto sopra l'oriente 35. gradi in circa, essendo Gerusalemme situata a tal'altezza del polo boreale. Poteva dunque vedere molte stelle che rimangon sotto l'errizzonte rispetto al paese di Gerusalemme e a tanti altri paesi, per esem pio l'Italia, che hanno sopra l'orizzonte a qualche altezza sensibile il polo boreale: le quali stelle però dalle nostre parti non possono mai vedersi. 9 Parla da poeta, e quasi indovinando, o verisimilmente figurandosi il cielo attorno a quel polo a modo suo. Å di nostri la crociera composta di quattro stelle, tre di seconda e una di terza grandezza, serve di guida a quei che navigano fuor di Europa verso mezzogiorno, ma all'età di Dante non si eran fatte queste scoperte. 10 Adamo, ed Eva nel Paradiso Terrestre situato dalla fantasia del Poeta nel monte del Purgatorio, alle cui falde egli già si ritrovava. Del resto tutto quel mondo Dante se lo figura disabitato, e come si è detto, ricoperto di mare, secondo l'antica opinione che non sapeva l'America. In queste quattro stelle tutti concordemente riconoscono simboleggiate le quattro virtù cardinali, Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza : e il Poeta stesso schiarirà più quest'allegoria al C. 31., ove dice. Noi sem qui Ninfe, e nel ciel semo stelle, ec. |