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sentato a Pomerano ed a Lutero. Da questi riconfermato nelle medesime dottrine, gli fu procurata in quell' Università la cattedra della lingua ebrea (linguæ sanctæ ) nel 1544, e nel seguente 1545, per consiglio de' medesimi, prese moglie.

come allegata dai biografi ragusei, sopra il motivo per cui Flaccio amasse chiamarsi albonese, tratto dai Belleni Bieli ( Albi) è una congettura etimologica gratuita non solo, ma spinta oltre i limiti di ogni probabilità. Mi sia permesso qui il dire, che nessuna cosa è più vaga dell' etimologie, e che di troppo ne abusano i dalmati scrittori spezialmente intorno la lingua slava.

12. Non è gran fatica, come crede il dottor Stulli, l'indovinare donde e perchè prendesse il nome di Flaccio. Chiunque è fornito di alcun poco di erudizione conoscer deve il carattere dei secoli decimoquinto e decimosesto, nei quali una moltitudine di letterati per costume d' allora, e talvolta per vanità, cangiavano il nome, come si può riscontrare nell'Eloquenza del Fontanini, nelle Vossiane del Ze

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e nella Letteratura Italiana del Tiraboschi. Fra i centinaja ne addurrò alcuni che vi sono più vicìni, come Girolamo Nutio di Capodistria, assunse quello dei Muzii antichi romani; Giulio Bordone

Insorta la guerra Smalcaldica, sospese le scuole nella Sassonia, lasciò Mattia Wirtemberga, ed andò a Brunswich, invitato colà da Medlero. Calmato alquanto lo strepito delle armi, ritornò alla sua cattedra di

veneto, quello di Giulio Cesare Scaligero volendo discendere dai Scaligeri di Verona, Camillo nato a Portogruaro in Friuli da padre dalmata, quello di Delminio da Delmio o Delminio capitale della primitiva Dalmazia, Coroliano Cippico traguriense, quello di Cepione, Bartolommeo Celoti quello di Uranio, e Palladio Negri padovano quello di Fosco; su cui osserveremo l' abbaglio del padre Appenidini, che gli assegna per patria Traù quand' era Padova (Append. 1. c. T. II p. 318 ), abbaglio che può pareggiarsi con quello di Flaccio preteso di Ragusa. Flaccio quindi prese questo nome dai romani Flaccj, o Flacchi a norma della stravaganza del suo tempo.

13. Il dottor Stulli dice Francovich e non Francovitz. lo dirò anzi Francowitz, e secondo l' Advocat Trancowitz. Il nome gentilizio di Flaccio era Francovich in lingua slava; ma la pronuncia ed il suono di questa voce Francovich nell'ortografia germanica non può altrimenti esprimersi in iscritto che col Francowitz; mentre il latino suona in tedesco f, ed il a come l'italiano, il ch in tedesco lz; e

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Wirtemberga nell'anno 1547. Ma essendo stato pubblicato l' Interim di Carlo V., si scagliò contro questo impetuosamente, ed essendovi nate discordie tra i teologi di Misnia, e quei di Sassonia, Mattia che zelantis

volendo pronunciare da un tedesco la parola Francovich qual è scritta, si pronuncierebbe come Francofigh, che ripugna all' orecchio dalmatico, come il teutonico Francowitz per esprimere Francovich.

14. Il padre Appendini dice che il Francovich non dissimulò di essere raguseo. Non basta ciò dire conviene provare il detto che senza prova non esige credenza. Innoltre che dedicò qualche libro al senato, e fece penetrare dei libri di nascosto, i quali furono fatti abbrucciare per mano del boja. Queslo fatto può esser vero.

15. Il dottor Stulli aggiunge, che oltre la tradizione, apparisce dalle di lui lettere esistenti nell'archivio della segretaria del governo di Ragusa, ch'egli eccitava il senato ad abbracciare la dottrina di Lutero, che il senato rispondeva con dispregio, soggiungendo che appellandosi raguseo contaminava il nome della nazione, cui mostrava appartenere che sdegnato il Francovich finalmente ripudiava una patria.... la quale si era renduta indegna di vantarlo tra suoi cittadini; e fu allora che il Francovich restò di chiamarsi raguseo. lo ritengo che il Fran

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simo seguace di Lutero sosteneva che nulla si avesse da cangiare dalla professione di Lutero, incontrò l'odio de' suoi colleghi, e per il suo scatenamento contro Melanton quale aveva principj moderati, dovete

covich non si chiamasse gia nnd proptimeve raguseo tocca al dottor Stulli provailo con documenti inneccepibili, e non con semplici tratti di fluida dicitura. Il Francovich si avrà chiamato nazionale, connazionale, patriotta, concittadino dei ragusei, ed in ciò io convengo; ma queste denominazioni non provano ch'egli nato fosse a Ragusa. La Dalmazia, od Illiria, provincia appartenente all'Illirico generale, è compresa tra l'Arsa ed il Drillone, ed in questa provincia, ed illirico sono situale Albona e Ragusa; e tanto nell' una che nell'altra si parla la lingua slava, impropriamente detta illirica (ch'era un dialetto greco), e tutti questi popoli sono illirici. Un' albonese può ragionevolmente chiamarsi connazionale, patriotta, ed anche in certo modo, concittadino con un raguseo, perchè tanto l'albonese, che il raguseo sono di una medesima gente, popolo, nazione, provincia, e lingua; cioè illirici, dalmati, slavi, e molto più questa denominazione patriotica si costuma in senso più esteso, quando uno più dista dall' altro. Ma ciò non basta, che anzi più ancora si allarga questo attributo

bandonare Wirtemberga, e ritirarsi a Maddeburgo, privo di ogni stipendio.

In quella città, quantunque proscritta da tutto l'impero, e soggetta a molti pericoli, vi era la piena libertà di professare

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di patriottismo colla parola precisa di conterraneo che ripugna in termine di lingua, mentre nei Lessic significa della medesima terra, paese, o città. Eppure io proverò questo modo di dire collo stesso padre Appendini. Egli porta (Not. sull'Antich. e Lett. di Ragusi T. II. pag. 77) che nel concilio di Basilea nel 1433 Giovanni Stoico raguseo, nel bollore della disputa, trattando i boemi e gli ussiti di Praga da eretici, eccitò contro di se la loro indignazione, e da Procopio Rufo capo dei taborini vien denunziato al sinodo con queste parole: Conterraneus iste noster injuria nos afficit, hæreticos subinde nos vocans. Lo Stoico, senza sbigottirsi risponde: quia conterraneus vester sum lingua et natione, propterea tam avide cupio vos ad matrem ecclesiam redire. Se Procopio di Boemia chiamava conterraneo lo Stoico di Ragusi soltanto per nazione e lingua; il Francovich di Albona poteva con più ragione chiamare i ragusei connazionali, patriotti, concittadini, perchè oltre la lingua e la nazione, era comprovinciale dei ragusei, cioè dalmata ed illirico; e quindi poteva anche in certa maniera chia

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