Il Propugnatore, Opseg 4,Dio 2;Opseg 24,Dio 2

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G. Romagnoli., 1891
 

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Stranica 138 - Ed io a lui: Da me stesso non vegno. Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Stranica 120 - Carlo, quel generoso invitto core, Da cui spera soccorso Italia oppressa, A che bada? a che tarda? a che più cessa? Nostre perdite son le tue dimore. Spiega l'insegne omai, le schiere aduna, Fa...
Stranica 348 - Frammento di un codice della Divina Commedia, scritto sulla fine della prima metà del secolo XIV, che si conserva nell' archivio notarile di Sarzana , pubblicato per cura di ROBERTO PAOLETTI, e seguito da sei fotografie che ritraggono l'originale.
Stranica 123 - Chi fia, se tu non se', che rompa il laccio ' onde tant'anni avvinta Esperia ' giace? Posta ne la tua spada è la sua pace, e la sua libertà sta nel tuo braccio. Carlo, se "1 tuo valor quest'Idra ancide che fa con tanti capi al mondo guerra, se questo Gerion 8 da te s'atterra ch'Italia opprime, i
Stranica 119 - Cacciar le stelle ancorché solo, il Sole. A che tarda egli dunque? Il ciel secondo I suoi trionfi e le sue glorie affretta; Sparisce il verno, aprii ritorna, e '1 mondo Rivolto a lui, da lui gran cose aspetta. A che tregua? a che pace? Io dal profondo De le viscere mie chiamo vendetta, E pace altra non vo' se non queir una Che mi promette Carlo e la Fortuna.
Stranica 257 - 1 sacro cardinal comperato avermi stima con li suoi doni, non mi è acerbo ed acro renderli, e tòr la libertà mia prima.
Stranica 221 - MIOLA, Le scritture in volgare dei primi tre secoli della lingua ricercate nei codici della Biblioteca Nazionale di Napoli, Bologna, Tip.
Stranica 248 - 1 tuo fante comprator ti sia; mangia i tuoi polli alii tua alari cotti ». Io, per la mala servitude mia, 85 non ho dal Cardinale ancora tanto ch'io possa fare in corte l'osteria. Apollo, tua mercé, tua mercé, santo collegio de le Muse, io non possiedo tanto per voi, ch'io possa farmi un manto.
Stranica 299 - E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus (XLII, 2-3).
Stranica 288 - F. FLAMINI, La lirica toscana del Rinascimento anteriore ai tempi del Magnifico, Pisa, Nistri, 1891 («Annali della R.

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