La Divina commedia: ridotta a miglior lezione, coll' aiuto di vari testi a penna, Opseg 1F. Le Monnie e.compagni, tipografi, 1839 |
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alcun Allor altra altrui Amendue Cr amor anima appresso Arno avea Barbariccia beato Beatrice buon CANTO CANTO DECIMO CANTO OTTAVO CANTO QUARTO CANTO QUINTO CANTO SESTO CANTO SETTIMO CANTO TERZO CANTO TRENTESIMO ch'è ch'io Chè ciascun ciel colui cominciò convien cotal cotanto credo dico dietro dimanda dinanzi disio dissi divina dolce Donna dritto drizzò Duca eterno facea fece fiamma Figliuol fummo fuoco gente giro giuso gran gridò guarda Indi inferno innanzi l'altro l'anima l'occhio l'ombra laggiù loco luce lume Maestro maraviglia mente mondo monte mosse occhi omai ovra padre parea parlar parole passi Perocchè piange pianto piè poco Poscia pria puote quei quinci Quivi raggio ragion rispose S'io santo senti Sì ch sovra spira spirto stella suso Tebe terra tosto trista veder vedi vedrai veggio venir Vers vidi Virgilio virtù viso vista viva volse volto
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Stranica 12 - La bocca mi baciò tutto tremante: Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che 1' uno spirto questo disse, L' altro piangeva sì, che di pietade Io venni men così coni' io morisse; E caddi, come corpo morto cade. CANTO
Stranica 12 - Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, Ma solo un punto fu quel che ci vinse. La bocca mi baciò tutto tremante: Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che
Stranica 351 - savor di forte agrume; E, s' io al vero son timido amico, Temo di perder vita tra coloro Che questo tempo chiameranno antico. La luce in che rideva il mio tesoro, Ch' io trovai lì, si fé' prima corrusca, Quale a raggio di sole specchio d' oro; Indi rispose: Coscienza fusca .O della propria o
Stranica 27 - che saver, dubbiar m'aggrata. Filosofia, mi disse, a chi la intende, * Nota non pure in una sola parte, Come natura lo suo corso prende Dal divino intelletto e da sua arte; E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Da queste due, se tu ti rechi a
Stranica 209 - esser anciso. Veggio il nuovo Filato sì crudele, Che ciò noi sazia, ma, senza decreto, Porta nel tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa, dolce l'ira tua nel tuo segreto? Ciò eh' i' dicea di queir
Stranica 190 - sì come se tutto Movesse seco di necessitate. Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben, letizia, e per male, aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, Non dico tutti: ma, posto eh' io il dica, Lume v 7 è dato a bene ed a malizia,
Stranica 17 - in quel pantano, Ignude tutte e con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa e col petto e co' piedi, Troncandosi coi denti a brano a brano. Lo buon Maestro disse: Figlio, or vedi L' anime di color cui vinse 1' ira: Ed anche vo