Perchè Divina commedia si appelli il poema di Dante: dissertazione di un ItalianoSocietà tip. de' Classici italiani, 1819 - Broj stranica: 62 |
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azioni ben anzi blico queste poche ch'egli Classici Italiani 1819 comico comico-sublime congruo conoscitore e spettatore convenevolezza convenire correttiva mordacità creduto doversi pei DANTE DISSERTAZIONE dantesco poema degno ci parve dell'attenzione d'ogni amatore depurando e nobilitando diritto e gradirsi Divina Commedia dram entusiasmo epopedia essendovi stato ospite fargliene sentire l'altrui favola filosofico voca GIORGIO FANAN Rossett icastica icastico-pratico ideale l'Autore c'inviò l'entusiasmo l'invio del manuscritto l'uomo-genere LIBRIS GIORGIO FANAN limitato e filosofico medesi miastico MILANO Società Tipografica odaico oggetto parve dell'attenzione d'ogni pei nostri torchi poema di Dante poema drammatico-scenico poema epico-grafico-morale poter essa meri PREGIATISSIMO SIGNORE STELLA presentare al Pub protagonista pubblico diritto qualificazione ragione ragionevolmente si dica ROSSETTI Diss satirico scelleraggini scopo fu scritta sensualizza sentire l'altrui giudizio SIGNORE STELLA RIFERENDOMI spettatore della verità STANFORD UNIVERSITY stoltezza stri ragionevolmente sublime sustanziale tesco poema titolo di Commedia tivo torchi presentare tore e spettatore tusiasmo uomo-genere vediamo zione che l'Autore
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Stranica 42 - Dell'universo infin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una, Supplica a te per grazia di virtute Tanto che possa con gli occhi levarsi Più alto verso l'ultima salute. . . • Ed io, che mai per mio veder non arsi Più ch' io fo per lo suo, tutti i miei prieghi Ti porgo, e prego che non sieno scarsi: i Perché tu ogni nube gli disleghi Di sua mortalità co' prieghi tuoi, (• Sì che 'I sommo piacer gli si dispieghi.
Stranica 43 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Stranica 40 - ... questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che '1 preterito rassegna. Se mo sonasser tutte quelle lingue che Polimnia con le suore fero del latte lor dolcissimo più pingue, per aiutarmi, al millesmo del vero non si verria, cantando il santo riso e quanto il santo aspetto facea mero; e così, figurando il paradiso, convien saltar lo sacrato poema, come chi trova suo cammin riciso.
Stranica 43 - O abbondante grazia, ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi che s...
Stranica 40 - Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo Cominciò gloria tutto il Paradiso, Sì che m' inebbr'iava il dolce canto. Ciò ch1 to vedeva mi sembrava un riso Dell' universo, perché mia ebbrezza Entrava per F udire e per lo viso.
Stranica 40 - SE mai continga che il poema sacro, Al quale ha posto mano e cielo e terra, Sì che m...
Stranica 39 - Apri gli occhi e riguarda qual son io : Tu hai vedute cose, che possente Se' fatto a sostener lo riso mio.
Stranica 43 - O somma luce, che tanto ti lievi Da' concetti mortali , alla mia mente Ripresta un poco di quel che parevi; E fa la lingua mia tanto possente, Ch' una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente; Chè, per tornare alquanto a mia memoria.
Stranica 39 - Se mo sonasser tutte quelle lingue, Che Polinnia con le suore féro Del latte lor dolcissimo più pingue, Per aiutarmi, al millesmo del vero Non si verria, cantando il santo riso, E quanto il santo aspetto facea mero.
Stranica 42 - Che la mia vista venendo sincera , E più e più entrava per lo raggio Dell