manità di lui, che nell' Apocalisse è detto: leo de tribu Juda. eran v. 113-114. Le membra d'oro avea quant' era uccello, cioè quanto rappresentava la divinitade, e le parti, in che denotava l'umanitade, bianche, cioè vergini, di vermiglio miste, cioè di caritade. Il fuoco è attribuito allo Spirito Santo, che è amore. (An.) V. 121-126. Tre donne in giro dalla destra ruo◄ ta, civè dal nuovo Testamento, e sono Caritade, Speranza e Fede. (An.). v. 130-132. Dalla sinistra ec. Cioè dal vecchio Testamento, Prudenza, Justizia, Temperanza, e Fortezza. E dice che la Prudenza ae tre occhi in testa perocchè guata tre tempi, il passato, il presente e il futuro, commemorando il passato, dispensando il presente, e provedendo il futuro. (An.) v. 136-138. L' un' si mostrava ec. San Luca fu medico, e però l' Aut. lo chiama familiare e discepolo di quel grande Ippocrate padre della Medicina E dice che la natura fece Ippocrate per gli animali ch ella ha più cari, cioè per gli uomini :l'uomo è l'animale più caro alla natura, perchè, come dice l'Autore nel Convito: l'uomo è perfettissimo di tutti gli animali. v. 139-140. Mostrava l'altro ec. San Paolo con la spada in mano mostrava cura contraria; poiché la spada è strumento da tor la vita. S. Luca scrisse gli atti degli Apostoli, S. Paolo l'Epistole. - v. 142-144. Poi vidi quattro in umile paruta; cioè in umile aspetto (Piet. Dant.) Per questi quattro intendi col Landino e col Vellutello iquattro Scrittori delle Epistole canoniche, cioè gli Apostoli GiaComo, Pietro, Giovanni, e Giuda:e pel Veglio solo, San Giovanni scrittor dell'Apocalisse. E dice, dormendo con la faccia arguta, a denotare le estasi e le visioni da lui avute e descritte in detto misterioso Libro. Si osservi che il Poeta dopo aver simboleggiato i ventiquattro Libri del Vecchio Testamento, ha simboleggiato successivamente e per ordine i LiIl Buti spiega arbri del Testamento Nuovo. guta, cioè sottile, perocchè quel Libro è di grande sottigliezza a intenderlo. Anche il Ronto spiega sottile, و cioè v. 145-147. E questi sette ec. Abituati aveano uno medesimo vestito (An.). Brolo, ghirlanda. Secondo il Buti è voce Lombarda, e vale verdura. ▼. 148. Anzi di rose ec. Anzi, sta qui per ma dal vecchio Franz, ains, che mu significa. CANTO XXX. ARGOMENTO. Contiensi, come Beatrice discesa di Cielo riprens de Dante della ignoranza e poca prudenza sua, az vendo egli dopo la sua morte tenuta altra via da quella, alla quale ella per sua salute l' avea indriz zato. Quando 'l settentrion del primo Cielo, Che nè occaso mai seppe, nè orto, Di suo dover, come 'l più basso face, Venuta prima tra 'l Grifone ed esso, Surgeran presti, ognun di sua caverna, Gotali in su la divina basterna Si levar cento ad vosem tanti senis, Ministri e messaggier di vita eterna. Io vidi già nel cominciar del giorno E l'altro Ciel di bel sereno adorno: Tempo era stato con la sua presenza, L'altra virtù, che già m' avea trafitt Prima ch'io fuor di puerizia fosse ; Volsimi alla sinistra col rispitto, Col quale il fantolin corre alla mamma, Quando ha paura, o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio: Men che dramma Di sangue m' è rimasa, che non tremi; Conosco i segni dell'antica fiamma. Ma Virgilio n' avea lasciati scemi Di se, Virgilio dolcissimo padre, Virgilio, a cui per mia salute diemi: Ne quantunque perdèo l'antica madre, Valse alle guance ne te di rugiada, Che lagrimando non tornassero adre. ancora Dante, perchè Virgilio se ne vada, Quando mi volsi al suon del nome mio, Vidi la donna, che pria in'appario, Drizzar gli occhi ver me di qua dal riò. Di subito In te, Domine, speravi Ma oltre pedes meos non passaro. Sì come neve tra le vive travi Per lo dosso d' Italia si congela, Soffiata e stretta daili vent schiavi, Poi liquefatta in se stessa trapela, Pur che la terra, che perde ombra, spiri, Si che par fuoco fonder la candela; Così fui senza lagrime e sospiri |