Versi e prose, Opseg 1

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Felice Le Monnier, 1859 - Broj stranica: 498
 

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Stranica xxvi - Dio mercé, rivolgo il passo dopo il sest' anno a rivederti almeno , superba Italia ; poi che starti in seno dal barbarico stuol m' è tolto, ahi lasso! E con gli occhi dolenti e 'l viso basso sospiro e inchino il mio natio terreno , di dolor , di timor , di rabbia pieno , di speranza e di gioia ignudo e casso. Poi ritorno a calcar l' Alpi nevose e 'l buon gallo sentier, ch'io trovo amico più de' tigli d' altrui, che tu de
Stranica 261 - La prima di color di cui novelle tu vuo' saper » mi disse quegli allotta, « fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge per torre il biasmo in che era condotta. Ell'è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa : tenne la terra che '1 Soldan corregge.
Stranica 258 - Più di bel che di ver, leggendo, s' ode. Anch' io con Febo gli amorosi strali Al santo bosco già cantai dintorno, E so quante menzogne io dissi e quali. Ma...
Stranica 43 - l di che al tuo diporto intendi , Sempre trovi il cammin piano e sicuro ; Deh l' onorato tuo figliuol Tirreno Prega in nome di noi , che più non tenga Gli occhi nel sonno , e che si svegli omai ; E del chiaro Arno suo pietà gli venga , Ch'or, vecchio e servo, e di miserie pieno, Null' altra aita ha più , che tragger guai . Lamento sui mali della sua patria.
Stranica 16 - Sol si pasce d' amaro e il dolce ha schivo. Piangete sempre omai, sorelle tosche. Non si doglioso nei deserti lidi Degli arenosi mar piange il delfino La morta sposa , non per gli alti tetti Chiama con tal dolor Progne i suoi figli , Non Filomela con tal duol si lagna Del folle creder suo per boschi e valli , Non tanto d' Alcion si duol Ceice Lungo le rive amate, quanto ognora Piangon tutti chiamando il miser Cosmo.
Stranica 248 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu maire, Non la tua conversion, ma quella dote, Che da te prese il primo ricco Patre...
Stranica 263 - De' lascivi parlar chiude la porta. E in ogni tempo e loco i detti suoi Son di contar qual esca, e in qual maniera Più dolce torni al gusto, o più l
Stranica 196 - Poi, come più e più verso noi venne l'uccel divino, più chiaro appariva: per che l'occhio da presso noi sostenne...
Stranica 159 - Quel van pensier che di soverchio è duro, Più d' ogn' altro si rompe; e sempre avviene Che 'l ferro quant' ha più gagliarda tempra, Vie più si spezza; spesse volte ho visto Un feroce corsier con picciol freno Da mezzo 'l corso suo rivolto in dietro. Non si conviene aver superbia a quello Che vive servo, verso un suo signore. Costei le leggi trapassando in prima, Cominciò farne ingiuria; or che se stessa Dell...

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