Dal lungo silenzio: studi danteschiV. Muglia, 1903 - Broj stranica: 212 |
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Stranica 160 - Hie manus ob patriam pugnando volnera passi, 660 quique sacerdotes casti, dum vita manebat, quique pii vates et Phoebo digna locuti, inventas aut qui vitam excoluere per artes, quique sui memores alios fecere merendo, omnibus his nivea cinguntur tempora vitta.
Stranica 94 - Ecco quei che le carte empion di sogni, Lancilotto, Tristano e gli altri erranti, Onde conven che '1 vulgo errante agogni. Vedi Ginevra, Isotta e l'altre amanti, E la coppia d' Arimino, che 'nsieine Vanno facendo dolorosi pianti.
Stranica 164 - Fortunati ambo ! si quid mea carmina possunt, Nulla dies umquam memori vos eximet aevo, Dum domus Aeneae Capitoli immobile saxum Accolet, imperiumque pater Romanus habebit.
Stranica 79 - Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga ; Così vid' io venir, traendo guai, Ombre portate dalla detta briga : Perch...
Stranica 201 - Che, s'io fossi giù stato, io ti mostrava Di mio amor più oltre che le fronde. Quella sinistra riva, che si lava Di Rodano, poi ch'è misto con Sorga, Per suo signore a tempo m...
Stranica 48 - Quando sarai dinanzi al dolce raggio Di quella, il cui bell'occhio tutto vede, Da lei saprai di tua vita il viaggio.
Stranica 71 - Non vo' però che a' tuoi vicini invidie, Poscia che s'infutura la tua vita Via più là che il punir di lor perfidie.
Stranica 5 - Stazio la gente ancor di là mi noma: Cantai di Tebe, e poi del grande Achille, Ma caddi in via con la seconda soma. Al mio ardor fur seme le faville, Che mi scaldar, della divina fiamma, Onde sono allumati più di mille ; Dell' Eneida dico, la qual mamma Fummi, e fummi nutrice poetando: Senz' essa non fermai peso di dramma.
Stranica 210 - Ed io a lui : Qual forza, o qual ventura Ti traviò sì fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepoltura ? Oh, rispos' egli, appiè del Casentino Traversa un' acqua, ch' ha nome l' Archiano, Che sovra l' Ermo nasce in Apennino. Là, 've 'l vocabol suo diventa vano, Arriva' io, forato nella gola, Fuggendo a piedi, e sanguinando 'l piano.
Stranica 181 - La mia scrittura è piana ; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana.