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Ella era in parte, ove per dritto fiede
L'arme sue terse il bel raggio celeste;
Sì che da lunge il lampo lor si vede
Col bel candor che le circonda e veste;
E la gran tigre ne l'argento impressa
Fiammeggia sì, ch' ognun direbbe : È dessa.
C. VI, st. 103 e seg.

Quindi non lungi sono imboscati varj guerrieri latini sotto il comando dei due fratelli Alcandro e Pojiferno. Quest'ultimo, credendo di ravvisar Clorinda, corre alla volta di essa per combatterla. La finta guerriera si fugge; e Tancredi, avvertito che è stata veduta Clorinda in agguato vicino al campo, si va lusingando che il ricevuto messaggio venisse da lei,

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ferito com' egli è, si mette pure a seguirla per difenderla da qualunque pericolo.

Erminia, fuggendo tutto un giorno, arriva in una valle solitaria irrigata dal Giordano, e dove non era per ancor giunto lo strepito dell' armi: ella è quivi ricevuta da un vecchio pastore, il quale, nella pace e nell'innocenza, insieme co' suoi tre figli ha cura delle sue greggie. È impossibile il fare una pittura più graziosa e più commovente della vita pastorale, nel cui seno Erminia si determina ad aspettar giorni più felici (Can. VII, dalla st. 1 alla 22). Tancredi, dal canto suo, sviato dietro ad essa, arriva al Castello d' Armida, ove a tradimento è fatto prigione. Nessuno lo vede comparire il giorno stabilito per rinnovar con Argante il singolar certame ch'era

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stato interrotto dalla notte; il fior de' guerrieri ha lasciato il campo de' Cristiani per seguir Armida; nondimeno il canuto Raimondo, conte di Tolosa, adempie le parti di Tancredi; e il Tasso ridesta l'interesse, opponendo un vecchio al più formidabile, al più feroce de' Musulmani, e dando a lui il vantaggio mercè del soccorso celeste. Il duello è terminato, come nell' Iliade, da una freccia lanciata dal campo degli Asiatici sopra il guerriero europeo. Nella mischia che ne nasce, i Latini rimangono al di sotto; il canto VIII li presenta in un pericolo, ancor maggiore; varj predoni recano nel campo cristiano le armi insanguinate di Rinaldo; parecchie circostanze fanno credere ch' egli sia stato ucciso da' suoi compatriotti; Aletto rivolge i sospetti contro lo stesso Goffredo. Gl' Italiani, da gran tempo gelosi de' Francesi, prendono tutti le armi per vendicare il loro eroe; un'orribile sedizione mette il campo in iscompiglio, e par che minacci una guerra civile. Così questa sedizione, come la calma e la dignità di Goffredo che riduce al segno i ribelli, sono dipinte da mano maestra,

Frattanto la condizione de' Cristiani diviene sempre più pericolosa; Solimano, Soldano de' Turchi di Nicéa, cui l'armi de' Cristiani aveano scacciato dal suo regno al principio della guerra, si era ritirato appresso al Soldano del Cairo, il quale aveagli commesso di mettere in moto gli Arabi del

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deserto. Egli arriva (G. IX) la notte dopo che successe il tumulto; vien dietro a lui un esercito innumerabile di Beduini; questi si scagliano, in mezzo alle tenebre, sul campo de' Crociati, e vi spargono la confusione, intanto che Argante e Clorinda fanno una sortita ed assalgono il campo dall'altra estremità. I Musulmani erano condotti da tutti gli angeli ribelli dell' inferno, ma Dio non permette che queste inique potenze assicurino la vittoria a' suoi nemici.. Egli manda l'arcangelo Michele a dissiparle; e poi che le potenze soprannaturali si sono ritratte dal campo di battaglia, i Cristiani colle lor proprie forze ripigliano il vantaggio nella pugna. · Solimano è costretto a fuggire. Ismeno però lo ferma per via, e lo riconduce in Gerusalemme, invo❤ landolo agli occhi de' nimici per mezzo del suo magico potere; nello stesso tempo gli predice le future vittorie de' Musulmani e la gloria di Saladino, che egli suppone disceso da Solimano. Poi lo introduce nel Consiglio d'Aladino in quel punto medesimo che uno de' capi proponeva di capitolare; e Solimano, colla sua presenza, rileva gli animi di quegli abbattuti guerrieri. D'altra parte, i cavalieri che avea sedotti Armida, erano rientrati nel campo durante la battaglia. Essi raccontano a Goffredo in che modo erano stati fatti prigioni da quella incantatrice, come aveano provato il potere de' suoi sortilegi, e come essa gli avea poi fatti partire per mandarli De Sismondi, vol. I.

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DELLA LETTERATURA ITALIANA

nelle prigioni del re d'Egitto: ma Rinalde, in trato da loro per via, gli avea liberati, e ins con essi Tancredi. Laonde tutti i timori sparsi campo sopra la vita di Rinaldo sono dileguati ; rincontro, il solitario Piero rivela gli alti destini il cielo riserba a' suoi discendenti.

L'undecimo canto si apre colle pompe relig e colle litanie con cui i Cristiani implorano il corso del cielo, andando in processione al m degli Olivi. Egli è in tal guisa che si preparano di vegnente a dar l'assalto alle mura. Il princ di questa grande giornata è annunziato con t quell' entusiasmo bellicoso che i poeti italiani sa così ben cantare, e che i loro soldati ricominci appena a conoscere. L'assalto e la maniera di c battere sono descritti con una gran verità di co mi; e sebbene il Tasso, di pari come tutti i po dia molto più d'importanza e di forze personali capi, e molto meno ai soldati, di quel che ne abl no realmente, tuttavolta il suo quadro è proprio que d'una battaglia reale, e non già d'un combattime di cavalieri erranti. Nel mezzo dell' assalto, Gof do, Guelfo di Baviera, e Raimondo da Tolosa, no feriti, e la loro ritirata scoraggia i soldati. gante e Solimano escono furibondi dalle mura Gerusalemme; allontanano i Latini, e si sforza d'incendiare la torre di legno ov'erano montati i gu rieri per dare l'assalto: ma Tancredi e Goffred

già medicato della sua ferita, resistono al loro impeto; e la notte divide i combattenti.

essere ricono

Ma Clorinda che non avea presa nella battaglia una parte abbastanza luminosa, vuol segnalarsi nella notte con un' altra impresa: ella medita una sortita. per ardere la torre di legno ch' era rimasta a qualche distanza dalle mura. Argante si esibisce ad accompagnarla. La guerriera, per non sciuta, si veste un'armatura nera. Il vecchio schiavo che la siegue, e che ebbe già cura della sua infanzia, le rivela intorno al suo natale alti segreti che ella ignorava ancora; le palesa ch'ella è nata cristiana, che è figlia della regina d'Etiopia, che è sotto la protezione di s. Giorgio, e che questo santo guerriero gli ha più volte rimproverato in sogno di non l'aver fatta battezzare. Clorinda, comechè turbata da sogni simiglianti che aveva avuti ella medesima, persiste nel suo disegno. I due valorosi campioni penetrano per mezzo alla guardia latina, e appiccano il fuoco alla torre; ma, forzati dal numero de' nimici a ritirarsi, Argante rientra in Gerusalemme per la porta aurea; Clorinda per lo contrario corre dietro ad un assalitore per punirlo, e quando vuol ripararsi alla città, se ne trova esclusa. Allora ella cerca di togliersi fuor della mischia col favore delle tenebre. Solo Tancredi la siegue, e poi che sono pervenuti in un luogo solitario, egli disfida quel guerriero sconosciuto, ma degno agli occhi suoi di

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