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Diritto di proprietà riservata. È proibita qualsivoglia riproduzione o traduzione.

OCT 1 4 1927

PARTE PRIMA E TERZA

IL FORO PENALE

RIVISTA CRITICA

DI DIRITTO E GIURISPRUDENZA PENALE E DI DISCIPLINE CARCERARIE

PROGRAMM A

Ci auguriamo vivamente che avanti di leggerla, o, per lo meno, avanti di conoscerne il programma, non si dica della nostra Rivista, che non ce n'era bisogno; perchè noi ci proponiamo di fare e di dire quello che o non si suole, o si fa e si dice assai timidamente.

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Per non illuderci e per non illudere, bisogna dir francamente, che le condizioni della nostra Italia, in ciò che si attiene all'amministrazione della giustizia, lasciano molto a desiderare, e se la questione sociale, che ne incalza, e come onda preme altr'onda,, è certamente in gran parte come taluno la definì - una questione di stomaco, essa è pure una questione di giustizia male amministrata.

Le cagioni del presente stato di cose sono certamente gravi, complesse, molteplici. Ordinamenti difettosissimi, da trent'anni a questa parte, in mezzo alla quotidiana constatazione dei loro difetti, sono rimasti gli stessi, quasi che il retto funzionamento dei medesimi non costituisse uno di quei bisogni urgenti, che affaticano la già tanto agitata società moderna.

Alle antiche Magistrature, tutte radiose di gloria intellettuale, ne è succeduta una, che, pel metodo di suo reclutamento, per l'assenza di ogni alta idealità scientifica e per l'ambiente creatole intorno da un complesso di circostanze sì transitorie che permanenti, trascina male la sua esistenza adeguandola alle mere funzioni di un qualsiasi meccanismo statale Che se i pochi superstiti delle antiche Magistrature ne sostengono ancora in qualche modo la vacillante autorità, e qualche giovane valoroso viene di quando in quando a tentare di vivificarla, infondendole un alito di vita nuova, gli ordinamenti son là fatti apposta per impedire la risurrezione di un Istituto, che, sotto pena di abbandonare la società ai funebri bagliori di forsennate teoriche, in fondo alle quali s'apre l'abisso dell'anarchia, reclama d'urgenza le cure più vigili del legislatore sapiente.

Per una società civile le buone leggi e liberali sono in verità necessarie; ma più necessarie ancora di esse sono le virtù elette della mente e dell'animo de' giu

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