Dizionarietto pascoliano, Svesci 1-2

Naslovnica
R. Giusti, 1916
 

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Stranica 77 - Nell'ordine ch'io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, più al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar dell'essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver la luna, questi ne' cor mortali è permotore, questi la terra in sé stringe e aduna.
Stranica 7 - AL RE UMBERTO L'inno ebbe questo preambolo, nel Marzocco del 22 agosto 1900: «Dedico quest'inno al partito dei giovani, cioè ai giovani senza partito, cioè ai giovani ancor liberi, che vogliono conservare la libertà che è così cara che la vita non è più cara: la libertà dei palpiti del cuore!
Stranica 76 - Il poeta non deve avere, non ha, altro fine (non dico di ricchezza, non di gloriola o di gloria) che quello di riconfondersi nella natura, donde usci, lasciando in essa un accento, un raggio, un palpito nuovo, eterno, suo.
Stranica 77 - E qui, devo chiedere perdono, anche questa volta, di ricordare il delitto che mi privò di padre e madre e, via via, di fratelli maggiori, e d'ogni felicità e serenità nella vita? No: questa volta non chiedo perdono. Io devo (il lettore comprende) io devo fare quel che faccio. Altri uomini, rimasti impuniti e ignoti, vollero che un uomo non solo innocente, ma virtuoso, sublime di lealtà e bontà, e la sua famiglia morisse. E io non voglio. Non voglio che sian morti.
Stranica 17 - Università — v'era allora una Facoltà di Belle Lettere che precedeva di due anni i corsi legali e medici e ammetteva i più giovani — di mezzo alla irrequieta tumultuante vita degli studenti, io era cupo, assorto, come invecchiato anzi tratto. Mi diedi fanciullescamente a vestir sempre di nero: mi pareva di portar il lutto della mia patria.
Stranica 128 - ... quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli; sì che santo Francesco si maravigliò, e disse a' compagni: « Voi m'aspetterete qui nella via, e io andrò a predicare alle mie sirocchie uccelli ». Ed entrò nel campo, e cominciò a predicare agli uccelli ch'erano in terra.
Stranica 14 - ... nel nostro cuore pio. Spogliavamo le ginestre nel nostro cammino a gara; poi tutti insieme nella strada maestra dipingevamo con gli odorosi petali d'oro una ghirlanda, con in mezzo le sigle così ingenue e grandi: IMI Chi doveva porre il piede su quel tappeto di gloria, fatto da fanciulli, tessuto di fior di ginestra? Tramontava il sole dietro le Cesane e la schiera ritornava al collegio per le vie già ombrate. E il tappeto? Rimaneva là aureo in mezzo alla strada, mentre sui monti ardeva il...
Stranica 91 - In quelle e altre tutto è vero. Quindi quelle poesie non le ho fatte io: io ho fatto (e non sempre bene) i versi. E per l'ultimo Canto del volume, per certe parole grandi che sono in quello, oh! creda chi legge, ch'esse sono come udite in sogno, e che della mia coscienza in esse è soltanto una piccola e vaga parte. Io forte? Io grande? Io immortale? Lungi da me tanto orgoglio! Ma mio padre e mia madre, oh! sì, qualche vanto di me farebbero! Fanno? La mia malattia*. Cara Maria che mi fu veramente...
Stranica 78 - ... le guancie sudate scottanti nel fascio dell'erba allora falciata, e mi pare anche che non si trovi più altro che un accozzo di parole vane. Per questa via, è tutto un mondo nuovo che si apre: un mondo instancabile e misterioso, in cui le sensazioni più calde, più vive, nascono improvvisamente o si dileguano, senza che se ne possa assegnar bene la ragione; un mondo in cui dall...