Dizionarietto pascoliano, Svesci 1-2R. Giusti, 1916 |
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14 aprile 2ª edizione Achille Antol aprile Astr Atene bianca Bizzarrini G Bologna BULFERETTI Canti di Castelvecchio canto CARDUCCI carme Carr Cast castagno chè CIAN cielo cinciallegra città Conv Critica croce Dante detto dice Dizionarietto Pascoliano ediz Enzo Epos erano Esiodo fanciullo Fedone figlio Fior da fiore fiume FLAMMARION G. P. Pens G. P. Trad GANDIGLIO Garibaldi GAROGLIO giorno giovane Gog e Magog gran Greci grido Italia latina lett Limpido rivo Livorno luglio luna madre MARIA PASCOLI Marzocco Mazzini monte morte Myricae nave nido nome notte nuovo Odis Odissea Omero Onomatopee Ortensi padre Pascoli Passero pianta piccolo poema Poemetti poesia di G. P. poeta poetica popolo Pubb Rass re Enzo Ricorda rondine Rosa rosso schiavi scoli sente SICILIANI sogno Stella polare suono terra tore uccelli Ulisse Vedi Versi d'am Via Lattea VIRG Virgilio VISCHI ZILLIACUS zione
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Stranica 77 - Nell'ordine ch'io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, più al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar dell'essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver la luna, questi ne' cor mortali è permotore, questi la terra in sé stringe e aduna.
Stranica 7 - AL RE UMBERTO L'inno ebbe questo preambolo, nel Marzocco del 22 agosto 1900: «Dedico quest'inno al partito dei giovani, cioè ai giovani senza partito, cioè ai giovani ancor liberi, che vogliono conservare la libertà che è così cara che la vita non è più cara: la libertà dei palpiti del cuore!
Stranica 76 - Il poeta non deve avere, non ha, altro fine (non dico di ricchezza, non di gloriola o di gloria) che quello di riconfondersi nella natura, donde usci, lasciando in essa un accento, un raggio, un palpito nuovo, eterno, suo.
Stranica 77 - E qui, devo chiedere perdono, anche questa volta, di ricordare il delitto che mi privò di padre e madre e, via via, di fratelli maggiori, e d'ogni felicità e serenità nella vita? No: questa volta non chiedo perdono. Io devo (il lettore comprende) io devo fare quel che faccio. Altri uomini, rimasti impuniti e ignoti, vollero che un uomo non solo innocente, ma virtuoso, sublime di lealtà e bontà, e la sua famiglia morisse. E io non voglio. Non voglio che sian morti.
Stranica 17 - Università — v'era allora una Facoltà di Belle Lettere che precedeva di due anni i corsi legali e medici e ammetteva i più giovani — di mezzo alla irrequieta tumultuante vita degli studenti, io era cupo, assorto, come invecchiato anzi tratto. Mi diedi fanciullescamente a vestir sempre di nero: mi pareva di portar il lutto della mia patria.
Stranica 128 - ... quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli; sì che santo Francesco si maravigliò, e disse a' compagni: « Voi m'aspetterete qui nella via, e io andrò a predicare alle mie sirocchie uccelli ». Ed entrò nel campo, e cominciò a predicare agli uccelli ch'erano in terra.
Stranica 14 - ... nel nostro cuore pio. Spogliavamo le ginestre nel nostro cammino a gara; poi tutti insieme nella strada maestra dipingevamo con gli odorosi petali d'oro una ghirlanda, con in mezzo le sigle così ingenue e grandi: IMI Chi doveva porre il piede su quel tappeto di gloria, fatto da fanciulli, tessuto di fior di ginestra? Tramontava il sole dietro le Cesane e la schiera ritornava al collegio per le vie già ombrate. E il tappeto? Rimaneva là aureo in mezzo alla strada, mentre sui monti ardeva il...
Stranica 91 - In quelle e altre tutto è vero. Quindi quelle poesie non le ho fatte io: io ho fatto (e non sempre bene) i versi. E per l'ultimo Canto del volume, per certe parole grandi che sono in quello, oh! creda chi legge, ch'esse sono come udite in sogno, e che della mia coscienza in esse è soltanto una piccola e vaga parte. Io forte? Io grande? Io immortale? Lungi da me tanto orgoglio! Ma mio padre e mia madre, oh! sì, qualche vanto di me farebbero! Fanno? La mia malattia*. Cara Maria che mi fu veramente...
Stranica 78 - ... le guancie sudate scottanti nel fascio dell'erba allora falciata, e mi pare anche che non si trovi più altro che un accozzo di parole vane. Per questa via, è tutto un mondo nuovo che si apre: un mondo instancabile e misterioso, in cui le sensazioni più calde, più vive, nascono improvvisamente o si dileguano, senza che se ne possa assegnar bene la ragione; un mondo in cui dall...