Il pensiero politico di Dante, Opseg 1 |
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Stranica 160 - Sì tosto come in su la soglia fui di mia seconda etade, e mutai vita, questi si tolse a me. e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, e bellezza e virtù cresciuta m'era, fu...
Stranica 156 - E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te simigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma.
Stranica 162 - E sì come peregrino che va per una via per la quale mai non fue, che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non trovando ciò essere, dirizza la credenza a l'altra, e così di casa in casa...
Stranica 75 - Di quell' umile Italia fia salute, Per cui morì la vergine Cammilla, Eurialo, e Turno, e Niso di ferute: Questi la caccerà per ogni villa, Fin che l' avrà rimessa nello inferno, Là onde invidia prima dipartilla. Ond
Stranica 136 - Poi che fu piacere de li cittadini de la bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gittarmi fuori del suo dolce seno — nel quale nato e nutrito fui in fino al colmo de la vita mia, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto lo cuore di riposare l'animo stancato e terminare lo tempo che m'è dato...
Stranica 60 - Guelfi suoi , ma tema degli artigli di' a più alto leon trasser lo vello. Molte fiate già pianser li figli Per la colpa del padre, e non si creda Che Dio trasmuti l'armi per suoi 'gigli. Questa picciola stella si correda De...
Stranica 18 - Lo fondamento radicale de la imperiale maiestade, secondo lo vero, è la necessità de la umana civilitade, che a uno fine è ordinata, cioè a vita felice...
Stranica 187 - Monarchia cioè uno solo principato, e uno prencipe avere ; lo quale, tutto possedendo e più desiderare non possendo, li regi tegna contenti ne li termini de li regni, sì che pace intra loro sia, ne la quale si posino le cittadi, e in questa posa le vicinanze s'amino, in questo amore le case prendano ogni loro bisogno, lo qual preso, l'uomo viva felicemente ; che è quello per che esso è nato.
Stranica 137 - E tu m' hai non pur mo a ciò disposto. O Tosco, che per la città del foco Vivo ten vai cosi parlando onesto, Piacciati di ristare in questo loco. La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio, Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D'una dell'arche: però m'accostai, Temendo, un poco più al duca mio. Ed ei mi disse: Volgiti, che fai? Vedi là Farinata che s' è dritto: Dalla cintola in su tutto il vedrai.
Stranica 182 - Veramente questo appetito conviene essere cavalcato da la ragione; che sì come uno sciolto cavallo, quanto ch'elio sia di natura nobile, per sé, sanza lo buono cavalcatore, bene non si conduce, così questo appetito, che irascibile e concupiscibile si chiama, quanto ch'elio sia nobile, a la ragione obedire conviene, la quale guida quello con freno e con isproni, come buono cavaliere.