Comedia di Dante degli Allagherii, Opseg 2;Opseg 39Tipografia Regia, 1866 |
Ostala izdanja - Prikaži sve
Uobičajeni izrazi i fraze
accidia acciò aiere alcuna allegoria altra amore anime appare nel testo ascendere Atalanta avarizia avea avea nome Beatrice buono cagione canto capitolo dello Inferno carro Cassinese Cavriani ch'elli chè Chiaro appare chiosa cielo Codici cognoscendo com'è detto Cortonese Cristo Dante dice l'autore dicea dimanda disposizione donna dritta ebbe Ellesponto elli ello esposizione del testo Eunoe eziandio fece figliuolo Filippino fiume Foligno gente imperquello innanzi intelletto intende invidia l'altro l'anima LANA Landiano lanei Laur luogo Meleagro mondo monte nome occhi orazione ostiario ovra parlare parmig peccato pena penitenzia poeti pone predetto purga Purgatorio quore s'elli santo sapere Segue il poema sichè Sicheo sicome è detto soggiunge sovra Stazio superbia suso tale terra tocca tosto tratta umana Università bolognese uomo vede veggio verso vide Vind Vindelina Virgilio virtude vizio volontade vuole dire Witte
Popularni odlomci
Stranica 319 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d' ogni parte oliva. Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Stranica 84 - A' miei portai l' amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch
Stranica 314 - Vedi l' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sè produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Stranica 355 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Stranica 30 - L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del Regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento. Per lor maledizion sì non si perde Che non possa tornar l' eterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde.
Stranica 359 - Si di Parnaso, o bevve in sua cisterna, Che non paresse aver la mente ingombra, Tentando a render te qual tu paresti Là, dove armonizzando il ciel t...
Stranica 59 - A guisa di leon quando si posa. Pur Virgilio si trasse a lei, pregando Che ne mostrasse la miglior salita; E quella non rispose al suo dimando; Ma di nostro paese e della vita 7° C
Stranica 349 - Alto fato di Dio sarebbe rotto, Se Lete si passasse, e tal vivanda Fosse gustata senza alcuno scotto Di pentimento che lagrime spanda.
Stranica 169 - ... l'anima semplicetta che sa nulla, salvo che, mossa da lieto fattore, volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore; quivi s'inganna, e dietro ad esso corre, se guida o fren non torce suo amore.
Stranica 343 - Sovra candido vel cinta d' oliva Donna m' apparve, sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto Tempo era stato ch' alla sua presenza * Non era di stupor, tremando, affranto, Sanza degli occhi aver più conoscenza, Per occulta virtù che da lei mosse, D' antico amor sentì la gran potenza.