L'arte in Italia: Dante Alighieri e La divina commedia, opera storico-critico-estetica, Opseg 1 |
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Stranica 87 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Stranica 318 - Tre volte dietro a lei le mani avvinsi, E tante mi tornai con esse al petto. Di maraviglia, credo, mi dipinsi; Perchè 1' ombra sorrise e si ritrasse, Ed io seguendo lei, oltre mi pinsi. Soavemente disse ch' io posasse: Allor conobbi chi era, e pregai Che per parlarmi un poco s
Stranica 65 - Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco dello essilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e '1 salir per l'altrui scale.
Stranica 296 - Nimico ai lupi che gli danno guerra, Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello; Però che nella Fede, che fa conte 1o L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Stranica 306 - 1 naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, ei capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso.
Stranica 176 - Ond' ella toglie ancora e terza e nona, Si stava in pace, sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona. Non faceva, nascendo, ancor paura La figlia al padre, chè il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote; Non v' era giunto ancor Sardanapalo A.
Stranica 188 - Ma quell' altro magnanimo, a cui posta Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Stranica 319 - Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi e attenti a le sue note; ed ecco il veglio onesto gridando : « Che è ciò, spiriti lenti ? qual negligenza, quale stare è questo? correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto ». Come quando, cogliendo biada o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti, san/.
Stranica 204 - Non giunge quel che tu d' ottobre fili. Quante volte del tempo che rimembre, Legge, moneta, e uficio, e costume * Hai tu mutato, e rinnovato membre! E se ben ti ricorda, 2 e vedi lume, Vedrai te simigliante a quella inferma, Che non può trovar posa in su le piume, Ma con dar volta suo dolore scherma.
Stranica 218 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n