Le rime di Francesco Petrarca di su gli originali

Naslovnica
G. C. Sansoni, 1916 - Broj stranica: 548
 

Ostala izdanja - Prikaži sve

Uobičajeni izrazi i fraze

Popularni odlomci

Stranica 108 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 21 - Vedess' io in lei pietà: ch'in un sol giorno Può ristorar molt'anni, e 'nnanzi l'alba Puommi arricchir dal tramontar del Sole. Con lei foss' io da che si parte il Sole, E non ci vedess...
Stranica 48 - Io vidi più fulgor vivi e vincenti Far di noi centro, e di sé far corona, ** Più dolci in voce, che in vista lucenti.
Stranica 10 - Gloriosa columna in cui s'appoggia nostra speranza, e '1 gran nome latino, ch'ancor non torse del vero camino l'ira di Giove per ventosa pioggia; qui non palazzi, non teatro o loggia, ma "n lor vece un abete, un faggio, un pino tra l'erba verde, e '1 bel monte vicino, onde si scende poetando e poggia, levan di terra al ciel nostr...
Stranica 202 - n bianca nube, si fatta che Leda Avria ben detto che sua figlia perde, Come stella che '1 sol copre col raggio. E quanto in più selvaggio Loco mi trovo e 'n più deserto lido, Tanto più bella il mio pensier l'adombra...
Stranica 159 - Qui tutta umile, e qui la vidi altera ; Or aspra , or piana ; or dispietata , or pia ; Or vestirsi onestate , or leggiadria ; Or mansueta, or disdegnosa e fera. Qui cantò dolcemente , e qui s' assise ; Qui si rivolse , e qui rattenne il passo ; Qui co' begli occhi mi trafisse il core : Qui disse una parola, e qui sorrise; Qui cangiò '1 viso.
Stranica 506 - Re del ciclo, invisibile, immortale, soccorri a l'alma disviata e frale, e '1 suo defetto di tua grazia adempì; si che, s'io vissi in guerra ed in tempesta, mora in pace ed in porto; e se la stanza fu vana, almen sia la partita onesta.
Stranica 514 - Peccatrice, i' nol nego, Vergine, ma ti prego Che 'l tuo nemico del mio mal non rida. Ricorditi che fece il peccar nostro Prender Dio, per scamparne, Umana carne al tuo virginal chiostro. Vergine, quante lagrime ho già sparte, Quante lusinghe, e quanti preghi indarno, Pur per mia pena e per mio grave danno ! Da poi ch' i' nacqui in su la riva d' Arno , Cercando or questa ed or quell' altra parte » Non è stata mia vita altro ch' affanno. Mortal bellezza, atti, e parole m hanno Tutta ingombrata...
Stranica 203 - ntanto lagrimando sfogo Di dolorosa nebbia il cor condenso, Allor ch' i' miro e penso, Quanta aria dal bel viso mi diparte, Che sempre m' è sì presso e sì lontano. Poscia fra me pian piano : Che fai tu lasso ? forse in quella parte Or di tua lontananza si sospira: Ed in questo pensier l'alma respira. Canzone, oltra queir alpe, Là dove '1 ciel è più sereno e lieto, Mi rivedrai sovr' un ruscel corrente, Ove l'aura si sente D'un fresco ed odorifero laureto.
Stranica 510 - Ch'allumi questa vita e l'altra adorni; Per te il tuo Figlio e quel del sommo Padre, O fenestra del ciel lucente, altera, Venne a salvarne in su li estremi giorni ; E fra tutt' i terreni altri soggiorni Sola tu fosti eletta, Vergine benedetta, Che '1 pianto d'Eva in allegrezza torni.

Bibliografski podaci