Elogj di Dante Alighieri, di Angelo Poliziano, di Lodovico Ariosto, e di Torquato TassoStamperia Reale, 1800 - Broj stranica: 379 |
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adoperata alcuni allora altre amico amore ANGELO POLIZIANO Apostolo Zeno Ariosto aver Beatrice Beatrice Portinari bella bellezze Bernardo Tasso Canto Canzone Cardinale celebre certamente ch'egli ch'ei ch'era chè Città colla Commedia Corte credè d'Urbino DANTE DANTE ALIGHIERI dée dell'anno dell'ARIOSTO Dialogo dice difetti dotti ebbe fantasía fece felice Ferrara figliuolo Filosofo Fiorentina Firenze Furioso Gerusalemme Giotto giudizio gloria Gonzaga gran greche imitazione ingegno intitolato l'ARIOSTO latina Lettera Lettere lingua lode LODOVICO Lorenzo luogo maggior Mantova maraviglia Masaccio Medici mente morte mostrò Muse natu niuna nobile Omero onore Padre perfino Petrarca Poema Poeta poetiche POLIZIANO Pontefice potè Principe Principessa prova pubblica quan quod racconta ragione Repubblica Fiorentina Rime Scipione Gonzaga scrisse scritti Scrittori sè medesimo servire Signore speranza spezialmente stile studj sublime Tasso tere TORQUATO TORQUATO TASSO vedere versi Virgilio virtù vizj zione
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Stranica 30 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 5 - ... è dato], per le parti quasi tutte, alle quali questa Lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato Legno senza vela e senza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà. E sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato; nel cospetto de...
Stranica 337 - CHE dirà il mio signor Antonio quando udirà la morte del suo Tasso? e, per mio avviso, non tarderà molto la novella...
Stranica 5 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di...
Stranica 338 - Non è più tempo ch'io parli de la mia ostinata fortuna, per non dire de l'ingratitudine del mondo, la quale ha pur voluto aver la vittoria di condurmi a la sepoltura mendico; quando io pensava che quella gloria che, mal grado di chi non vuole, avrà questo secolo da i miei scritti, non fusse per lasciarmi in alcun modo senza guidardone. Mi sono fatto condurre in questo munistero di Sant'Onofrio; non solo perché l'aria è lodata da...
Stranica 308 - Altezza leggendo, o ascoltando questa favola, troverà alcune cose da imitare, altre da schivare, altre da lodare, altre da riprendere, altre da rallegrarsi, altre da contristarsi. E potrà col suo gravissimo giudizio purgar in guisa l'animo, ed in guisa temperar le passioni, che l'altrui dolore sia cagione del suo diletto; e l'imprudenza degli altri, del suo avvedimento; e gl'infortuni, della sua prosperità
Stranica 338 - Sant'Onofrio; non solo perché l'aria è lodata da' medici, più che d'alcun altra parte di Roma, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in ciclo.
Stranica 13 - Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e '1 salir per l'altrui scale.
Stranica 205 - Parmigiano, e simili altre cosette; ma all'incontro, quando entro nel Furioso, veggo aprirsi una guardaroba, una tribuna, una galleria regia, ornata di cento statue antiche de' più celebri scultori, con infinite storie intere, e le migliori, di pittori illustri, con un numero grande di vasi, di cristalli, d'agate, di lapislazzari e d'altre gioie, e finalmente ripiena di cose rare, preziose, maravigliose, e di tutta eccellenza.
Stranica 274 - ... l modo di poterlo fare , il quale, se sapessi come, per me stesso andrei procurando. Oimé, misero me! Io aveva disegnato di scrivere, oltre due Poemi Eroici di nobilissimo ed onestissimo argomento, quattro Tragedie , delle quali aveva già formata la favola, e molte opere in prosa, e di materia bellissima e giovevolissima alla vita degli uomini, e d'accoppiare con la filosofia l'eloquenza in guisa, che rimanesse di me eterna memoria nel mondo; e m'aveva proposto un fine di gloria e d