Slike stranica
PDF
ePub

Comunicazioni.

R. BONFANTI, La data dell' Impostore di C. Goldoni

P. VIGO, L'abate Casti e una ediz. clandestina del Poema tartaro.
C. FORMICHI, Una antica canzone popolare.

E. MELE, Auzias March era in Napoli nel 1444?

[ocr errors]
[merged small][merged small][ocr errors][merged small][ocr errors][merged small]

Annunzi bibliografici.

[ocr errors]

-

MONTAIGNE, Journal de

C. VOLPI, Rime di trecentisti minori (A. D'Ancona) p. 72 Voyage (A. D'Ancona) p. 74 E. ZANIBONI, L'Italia alla fine del sec. XVIII nel Viaggio di Goethe (V. Cian) p. 187 F. GARLANDA, L'alliterazione nel dramma shakesperiano e nella poesia italiana (M. Pelaez) p. 188 PETRARCA, Il Trattato de sui ipsius et multorum ignorantia: a cura di L. M. Capelli (V. Cian) p. 253 L. VENTURI, Le origini della pittura veneziana (P. D'Ancona) p. 284 Atti del Congresso internazionale di Scienze storiche (V. Costanzi) p. 255 La Canzone d' Orlando trad. da L. F. Benedetto (M. Pelaez) p. 256 GIOVANNI SFORZA, Contributo alla vita di Giovanni Fantoni (Labindo) (A. D'Ancona) p. 307 FRANCESCO NOVATI, A ricolta Studi e profili (Id.) p. 308 GEMMA GIOVANNINI MAGONIO, Italiane benemerite del Risorgimento Nazionale (Id.) p. 808 GIOVANNI PAscoli, Pensieri e Discorsi (Id.) p. 309 FR. DE SANCTIS, Saggio critico sul Petrarca (Id.) p. 310 PHILIPPE MONNIER, Venise au XVIII siècle (Id.) p. 310 JULIEN LUCHAIRE, Essai sur l'évolution intellectuelle de l'Italie de 1815 à 1830 (Id.) p. 311 FRANCESCO TORRACA, Scritti critici (Id.) p. 312 UGO PESCI, I primi anni di Roma capitale (1870-1878) (Id) p. 813 La Vita Nuova per cura di MICHELE BARBI (Id.) p. 313 - G. VOLPI, Il Trecento (Id.) p. 314.

[ocr errors]

pp. 75-105; 191-202; 259-278; 315-348.

Cronaca.

Necrologie.

ANGELO SOLERTI (V. Cian) p. 105; AURELIO UGOLINI (M. Pelaez) p. 108; ALESSANDRO WESSELOFFSKY (A. D'Ancona) p. 203; GIUSEPPE FERRARO (A. D'Ancona) p. 278.

DELLA LETTERATURA ITALIANA

Direttori: A. D'ANCONA e F. FLAMINI.

Editore: E. SPOERRI.

ANNO XV. Pisa, GENNAIO-FEBBRAIO-MARZO-APRILE 1907. N.1-2-3-4.

Abbonamento annuo

per l'Italia.
per l'Estero

Lire S 9.

Un num. separato Cent. 80.

[ocr errors]

SOMMARIO: A. PELLIZZARI, La vita e le opere di Guittone d'Arezzo (F. Torraca). C. LAGOMAGGIORE, L'"Istoria viniziana,, di M. Pietro Bembo (V. Cian). Le Time di Francesco Petrarca secondo la revisione ultima del Poeta, a cura di G. SALVO Cozzo (E. G. Parodi). D. SANTORO, Della Vita e delle Opere di Mario Equicola (V. Rossi). J. MARSAN, La pastorale dramatique en France, à la fin du XVIe et au commencement du XVIIe siecle (M. Schiff). - L. Fassò, Giambattista Bazzoni (18031850) (E. Bertana). G. HORLOCH, L'opera letteraria di Salomone Gessner e la R. SABBADINI, Le scoperte dei codici latini e Comunicazioni. R. BONFANTI, La data Annunzi bibliografici. (Vi si parla di: Necrologie (Angelo Solerti - Aurelio

sua fortuna in Italia (F. Flamini). -
greci ne' secoli XIV e XV (V. Rossi).
dell' Impostore di Carlo Goldoni.
G. Volpi Montaigne). Cronaca.
Ugolini).

[ocr errors]

-

A. PELLIZZARI. La vita e le opere di Guittone d'Arezzo. - Pisa, Succ. Nistri, 1905. Estr. dagli Annali della Scuola Normale Superiore, vol. XX.

Il valoroso giovine, al quale siamo debitori di questo importante volume, mi fa l'onore di citare alla prima pagina alcune parole da me scritte or sono quasi quindici anni, e dichiarare di averle tenute << sempre presenti », proponendosi, come unico scopo delle sue ricerche, di spargere luce nuova intorno all' Aretino, per poterne dare, al tirar delle somme, un giudizio fondato non sopra impressioni personali, o chimeriche illazioni, ma sopra fatti e documenti oggettivamente considerati ». Nel corso, poi, del lavoro, piú volte non accetta le mie opinioni, e me lo dice schiettamente, e le combatte, certo con molto garbo, ma senza falsa modestia e senza complimenti. L'esame diligente e sereno, che mi accingo a fare del suo libro, gli dimostrerà, spero, « quanto io l'abbia in grado ».

I. Nacque il Nostro da Viva di Michele, camarlingo del Comune d'Arezzo, e fu di nobile famiglia, come si diè cura di far sapere in un sonetto giovanile. L'anno preciso della sua nascita non è noto; solo si può tentare di determinarlo approssimativamente, per indizj. Sappiamo infatti ch'egli si convertí a vita religiosa a mezza età, cioè verso i trentacinque anni; quindi, se riusciremo a stabilire la data della sua conversione, avremo pure

quella della sua nascita ». Cosí entra in materia il P. e, dopo aver opportunamente osservato che Guittone, quando il misticismo lo afferrò, dové esitare per un certo tempo prima di risolversi per la vita religiosa, crede trovare nelle opere stesse di lui due documenti, che « ci permettono di stabilire con sufficiente ragione la data del suo ravvedimento »; e sono la canzone e la lettera dirette ai Fiorentini poco dopo la battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), le quali fanno, specialmente la seconda, per il loro contenuto, sicura prova del cambiamento morale già operatosi in lui. E perché un'altra canzone (Gente noiosa e villana), « nella quale al contenuto politico si mescolano ancora cenni amorosi », si può credere composta tra la fine del 1259 e il principio del 1260, « abbiamo nello stesso anno 1260 i due termini, a quo, ad quem, entro i quali è da credere con tutta probabilità avvenisse la conversione del Nostro ». Fatta la sottrazione, la nascita del rimatore si può assegnare << con tutta probabilità verso

il 1225 ».

A me non pare che il sonetto giovanile provi la nobiltà della famiglia di Guittone, perché le parole:

E sappeti che s'eo dovesse amare

eo non ameria te, non l'abbi a male,
tutto sie tu d'assai nobile affare,

sono messe in bocca a una donna, in una tenzone imaginaria, come a temperare l'impressione del rifiuto, che ella oppone a una troppo ardita domanda dell' uomo: dico dell'uomo, perché niente prova che Guittone riferisca un colloquio veramente avvenuto; come niente prova che, in tante altre tenzoni del genere, l'amante e il poeta sieno tutt'uno. Anche il fatto che Viva di Michele fu camerlingo del comune, ossia cumulò nella sua persona le modeste funzioni, come oggi si dice, di cassiere e di economo, non mi permette di veder in lui altro che un borghese. Infine, « l'unico motivo preciso, che il poeta stesso ci manifesti dei suoi viaggi giovanili, è il desiderio di lucro, né v' ha caso ch' egli accenni a cagioni piú elevate »: dunque, viaggiò per ragioni di commercio, cosa, che non avrebbe fatta se fosse stato nobile e, come vuole il P., ricco.1 La canzone e la lettera ai Fiorentini

[ocr errors]
[ocr errors]

1 Contro il Pellegrini, l'A. sostiene che ne' versi: "La casa e 'l poter ch'eo Lì aveva, era non meo, Ma lo teneva dal comune en fio questa parola fio valga fitto. Ha ragione; ma se Guittone non possedeva di proprio nemmeno la casa, in che consisteva la sua ricchezza? E come imaginare un nobile del Duecento senza tetto? Ciò conferma l'ipotesi che appartenesse a famiglia di mercanti. Il P. crede alla nobiltà di Guittone anche perché,

contengono l'espressione di elevati sentimenti morali e civili, ispirati o suscitati dalla grande disfatta, « che fece l'Arbia colorata in rosso »; ma v'è nulla, che non potesse uscir dalla penna di un laico di nobile animo, tuttora intento a cure mondane? E non è punto verosimile, per me, che la canzone Gente noiosa fosse composta tra il 1259 e il 1260. Questa opinione si fonda su l'ipotesi del Pellegrini che la guerra « perigliosa e strana », alla quale allude la canzone, sia quella mossa dagli Aretini ai Cortonesi nel 1259. Io credo, invece, che il rimatore accenni a guerra di fazioni, guerra intestina, giacché si scusa della sua partenza da Arezzo, facendo un quadro a cupi colori della cittadinanza malvagia e corrotta; afferma di non aver nessuna obbligazione alla sua « parte », la quale, perciò, non ha diritto di dolersi che egli non l'abbia voluta « aiutare »; né tace che,

se pace e ragione

lí tornasse a durare,
sempre volria là stare.

Tutto questo, meglio che al 1259 e all'impresa contro Cortona, si adatta al 1256 e alla cacciata de' Ghibellini da Arezzo, procurata da' Guelfi con l'aiuto del conte Guido Guerra. D'altra parte, nella canzone O cari frati, Guittone parla della sua entrata nell'ordine de' Gaudenti come di fatto recente, per cui non gli sono, mentre scrive, risparmiati rimproveri e biasimi; ed essa è del 1266, perché diretta a messer Tarlato, che in quell'anno fu << capitano d'Arezzo ». Dunque, egli si ravvide e si dette alla vita religiosa verso il 1265; dunque era nato non verso il 1225, ma circa cinque anni dopo.1

Il P. non ha potuto aggiunger niente di nuovo al rimanente della biografia di Guittone. « Della sua fanciullezza non ci è noto se non ch'egli molto spesso era nel Palazzo del Comune ad aiu

secondo il Federici, all'ordine dei Cavalieri di Santa Maria, di cui fece parte il Nostro, non potevano appartenere, salvo rare eccezioni, se non individui di nobile nascita,. Ma il Federici fece un pasticcio, confondendo le Costituzioni del 1314 con le anteriori. Contro di lui sta il cap. V delle Costituzioni più antiche: "Quoniam cura nobis esse debet praecipue ne id per nos fiat per quod noster Ordo veniat in contemptum et ipsius fama in aliquo denigretur, volumus nt nullus Iudex, nullus Advocatus, nullus Medicus, nullus Mercator, nullusque Notarius vel aliquis alius Frater Ordinis nostri, postquam nostri Ordinis habitum receperint, nisi pro nostrorum Fratrum nostrique Ordinis utilitate atque necessitate, suas artes seu offitia debeant exercere,.È chiaro?

1 Il P., per sostenerella sua ipotesi, si affatica a provare che l'ordine de'Gaudenti fu fondato nel 1260. Ma il Griffoni da lui citato narra: "Anno 1261, in festo S. Mariae mense Martii (25) Ordo militiae ecc. inchoatus fuit, (in Bologna, si badi bene); il papa no approvò la regola il 28 dicembre 1261.

tare suo padre ».1 De' suoi studj« non sappiamo se non quanto ci è lecito indovinare dalle sue opere: certo in gioventú lesse molto e studiò con passione i poeti provenzali, che conobbe mirabilmente, le opere erotiche di Ovidio, e specialmente l'Ars Amatoria, e forse anche qualche romanzo del ciclo Brettone ». Tra i venti e i trent'anni amò e fu riamato; « ma non è possibile apprendere quali né quante donne amasse, né sceverare nei suoi versi il vero dal falso». Viaggiò molto. Menò moglie, dalla quale ebbe tre figli. Entrato nell'ordine dei Gaudenti, si diede a studj ascetici, ed esercitò con molto zelo i doveri impostigli dalle costituzioni.... Predicando il bene e ponendolo in azione, difendendo la giustizia, consolando gli afflitti, trascorreva la sua vita. Questa pia condotta, se da una parte gli procurava amici ed ammiratori, sí che molti ricorrevano a lui per consiglio e per conforto.... dall' altro lato gli doveva procacciare antipatie e inimicizie non poche », come mostra l'acerba sua tenzone col giudice Ubertino. Ad amareggiargli la vita « contribuivano pure le tristi condizioni di Toscana, e specialmente d'Arezzo e di Pisa dopo il 1260 ».?

3

« Dimorò a lungo in Pisa e vi fece molte conoscenze, né gli mancò, e in questa città ed altrove, l'amicizia di signori potenti come il conte Guido Novello, il Vicario generale di re Carlo d'Angiò in Toscana, Ugolino della Gherardesca e Nino Visconti, suo genero, ed altri molti. Nel 1285 era a Bologna per trattare d'affari coi frati Gaudenti che vi erano stabiliti ». Nel 1293 donò all'ordine Camaldolese « duecento lire pisane perchè servissero alla fondazione d'un nuovo monastero », che fu quello degli Angioli in Firenze. « Morí forse nel 1294, forse più tardi », ma non molto.4

II. III. È, per difetto di documenti, quel poco, che già si sapeva; ma non è tutto, perché il P. ha concepito e scritto la biografia, vorrei dire senza offesa a modo scolastico. Date e casi danno le linee della figura,non il colore; e manca il quadro,

1 Giova osservare, poi che il P. non l'ha fatto, che l'uffizio di camerlingo era elettivo e temporaneo.

[ocr errors]

2 Il P. rimanda alle canz. IX e XXII dell' ediz. Valeriani. Qui sarebbe stato opportuno ricordate che Guittone" iscrisse una lettera al Comune di Firenze dopo la battaglia di Campaldino, nella quale, come è noto, furono "soonfitti, morti e presi gli Aretini,,. Cron. Fior, in VILLARI, I primi due secoli della storia di Firenze.

8 A p. 177 è detto correttamente" suo nipote,

4 IP. non sa d'onde il Romanelli avesse desunta la data della morte di Guittone, 21 agosto 1294. Rispondo: dal Federici (I, 336; II, 168). il quale non tacque la sua fonte, che pare degna di fede il necrologio di Santa Cristina de' Camaldolesi di Bologna: "An. 1274, VII. Kal. septemb. obiit frat. Guittone fundator monasterii S. Marie de Angelis,.

« PrethodnaNastavi »