Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti

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L.P. Lauriel., 1870
 

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Stranica 53 - Amor mi spira, noto, ea quel modo ch'e' ditta dentro vo significando». «O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo che '1 Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch'i
Stranica 317 - ... è dato], per le parti quasi tutte, alle quali questa Lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato Legno senza vela e senza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà. E sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato; nel cospetto de...
Stranica 64 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, ii luogo mio, il luogo mio, che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca, Del sangue e della puzza, onde il perverso, Che cadde di quassù, laggiù si placa.
Stranica 70 - Che, s'io fossi giù stato, io ti mostrava Di mio amor più oltre che le fronde. Quella sinistra riva, che si lava Di Rodano, poi ch'è misto con Sorga, Per suo signore a tempo m...
Stranica 69 - Un corollario voglio che t' ammanti. Sempre natura, se fortuna trova Discorde a sè, come ogni altra semente Fuor di sua region, fa mala prova. E, se il mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione Tal che fia nato a cingersi la spada, E fate re di tal ch' è da sermone ; Onde la traccia vostra è fuor di strada.
Stranica 54 - Amor, che longiamente m' hai menato A freno stretto senza riposanza, Allarga le tue redini in pietanza, Che soverchianza — m' ha vinto e stancato: Ch'ho più durato — ch'io non ho possanza, Per voi, madonna, a cui porto lianza, Più che non fa Assassino in suo cuitato, Che si lascia morir per sua credanza. Ben éste affanno dilettoso, amare E dolce pena ben si può chiamare.
Stranica 57 - Maccabei : e come a quel fu molle Suo re, così fia a lui chi Francia regge. Io non so s' i' mi fui qui troppo folle : Ch' io pur risposi lui a questo metro : Deh or mi di' quanto tesoro volle Nostro Signore in prima da san Pietro, Che ponesse le chiavi in sua balia?
Stranica 63 - Sì ch' è forte a veder qual più si falli. Faccian gli Ghibellin, faccian lor arte SotI' altro segno ; chè mal segue quello Sempre chi la giustizia e lui diparte: E non l'abbatta esto Carlo novello Co' Guelfi suoi , ma tema degli artigli di' a più alto leon trasser lo vello.
Stranica 266 - Così, dell'uomo ignara e dell'etadi Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno Dopo gli avi i nepoti, Sta natura ognor verde, anzi procede Per sì lungo cammino, Che sembra star. Caggiono i regni intanto, Passan genti e linguaggi: ella noi vede: E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
Stranica 57 - Però ti sta, che tu se' ben punito, E guarda ben la mal tolta moneta, Ch'esser ti fece...

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