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vansi, cioè seviri, flamini, sodati, seniori, e iuniori. I principali si chiamavano seviri, perchè in numero di sei, il capo de' quali intitolavasi magister, primus, major. Carl T. II. p. 119.

49. CAIO VIBIO VALENTE seviro augu- di Trieste. stale, e

50. FELICE liberto, pure seviro augu- di Trieste. stale rilevasi in gran sarcofago con ornati, indicanti il terzo o quarto secolo di Cristo, nella chiesa di S. Gianbattista, ossia del battisterio di Trieste, che ci dà il Carli T. III. p. XLVII. e T. II. p. 126.

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51. TITO MARCIO SECONDO seviro augu di Trieste. stale presenta un marmo nella cattedrale di S.Giusto alla cappella di S. Carlo in Trieste. Carli T. II p. 126.

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di Trieste.

di Parenzo.

di Pola.

di Pola.

52. CAIO VALERIO TROFIMO seviro augustale abbiamo in un' ara votiva dal medesimo a DIANA, disposta per testamento, la quale fu trovata in Trieste, che qui trascriveremo levata dal Carli T. III. p. XLVIII.

DIANAE

C. VALERIVS. TROPHYMVS

VI. VIR. AVG. TESTAMENTO. FIERI

IVSSIT.

53. GNEO FLAVIO EROS seviro, e maestro augustale VI. VIR. MAGISTER. AVGVSTALIS ci offre pure una lapida di Parenzo pubblicata dal Carli T. II. p. 121.

54. QUINTO SIRZIO CALLISTO seviro augustale in gran sarcofago esistente in Pola nell'orto del canonico Vin, lesse e ne porta l' epigrafe intiera il Carli T. 2 p. 122.

55. SELICIO seviro augustale di Pola è scritto in marmo mancante, ritrovato presso alla porta aurea dal Carli, che si legge nelle di lui Antichità T. II. p. 122, per

indicare la città in cui era sacerdote. La da

remo imperfetta qual' è :

POLAE

SELICIO

R. AVG. POLE

ORVM. H. M. N. S.

56. TITO LUSTIDIENO NESTORE augustale di Pola. di Pola, senza la parola seviro, rilevasi in lapida di quella città, dal Grutero con qualche diversità pubblicata p. ccccxxxii. n. 8, e corretta dal Carli T. II. p. 123, colla quale esso Lustidieno erige il sepolcro a Giulia di lui moglie.

IVLIAE. CHRYSANTIDI

ANNORVM. XXXI. MENSES. III, D. XXIX,

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ARCHIGALLI 1.

di Capodi

57. LUCIO PUBLICIO SINTROPO archigallo stria. leggesi sopra un grande piedestallo di pietra nazionale esistente in Capodistria, accanto alla

Loggia pubblica in piazza, che per essere le memorie degli archigalli rare sui marmi, e perciò di grandissimo merito, qui trascriveremo; tratta dal Carli T. II, p. 113.

L. PVBLICIVS

SYNTROPVS

ARCHIGALLVS

V. F. SIBI ET

H. M. H. N. S.

Il culto di Cibele precede di anni 300 la guerra di Troja, e prima dell' era nostra 1506 anni. Abbiamo dalla favola, che Ati divenuto furioso, per l'infedeltà usata a Cibele con la ninfa Sangaride sul monte Dindimo si fece meno. Da lui trasse il rito

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stranissimo, che tutti i sacerdoti sacri a Cibele si facevano eunuchi, e chiamavansi galli. Il preside di cotesti sacerdoti dicevasi archigallo.

TELCHINI, EDITUI, CIMBALISTRI 4.

58. QUINTO PUBLICIO, sacerdote telchino, di Trieste. 59. CAIO PUBLICIO ERMETE, edituo.

60. SECONDA, cimbalistria. In bell' ara

gran

esagona, dedicata alla
madre degli
Dei, ritrovata in Trieste da Mr. Picardi,
e spedita in dono al co. di Villana Perlas
rileviamo tre de' ministri addetti al culto di
Cibele, cioè un telchino o tibicine, un e-
dituo o custode del tempio, ed una cimba-
listria o suonatrice di cembalo. Molti e
varii officii di ministri eranvi addetti a que-
sto culto oltre i suddetti, come sarebbero
flauttisti, capelluti, cureti, coribanti etc.,
oltre le donne che con sistri, cembali, tim-
pani, crotali, ed altri stromenti suonando,
come dice il Carli, quella furibonda armo-
nia componevasi, che effetto produceva co-

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