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chio nel volume V. dei Bollandisti al giorno 22 maggio. Questi atti, di un' antichità rimarchevole, ritenuti di piena credenza, divisi in quattordici articoli, riprodotti furono con opportune annotazioni dal P. Farlati nell' Illyrium Sacrum (Tom. 1 pag. 708, e seg., ediz. di Venezia in fol. per Coleti 1751). Essi contengono le gesta di S. Donato, di S. Macario, di S. Teodoro, e porgono alcune notizie di Gio. III. vescovo di Salona XXI.

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I primi periodi dell'articolo II, interessanti a noi per varii rapporti, varii rapporti, trascriviamo letteralmente, unendovi i relativi commenti dello stesso Farlati.

II. Beatissimus igitur DONATUS, patre Crescentino genitus (a), ISTRIORUM QUOD

(a) In questa nota il Farlati numera gli anni cronologici della vita di S. Donato. Dic' egli che nacque nel 267, ed all' età di 30 anni fu ordinato sacerdote. Per sei anni predicò l'evangelio, cioè sino agli anni 36, di Cristo 303, anno dell'universale persecuzione, nel quale si ritirò in Dalmazia. Nel seguente 304, sottratto alla crudeltà di Diocle

DAM OPPIDUM, IN DALMATIE (b), PANNONIÆque situm coNFINIIS NATAle habuit. Is cum ab ineunte primum ætate sacrum Christi baptisma suscepisset, in religiosis sacrorum hominum (c) cœnobiis, et ecclesiis assidue versabatur. Ad vigesimum vitæ annum ut pervenit, integrum se ac purum ab iis omnibus servare conatus fuit, quæ mortalium

ziano, fuggì in Egitto, e passò a Thmui; nel seguente 305 nel mese di febbrajo Filea vescovo di quella città fu martirizzato, al quale successe S. Donato, che dopo aver per anni 15 amministrata quella chiesa, nell' anno 320 sotto l'impero di Licinio ottenne la gloriosa palma del martirio, in età di anni 50 circa.

(b) Dopo aver dati i confini della Dalmazia, chiude il Farlati. Itaque oppidulum, ubi ortus est Donatus, situm erat in ea Istria regione extrema, cui ab Oriente Dalmatia, a Septentrione Pannonia Dalmatica finitima erat.

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(c) In questa nota parla degl'istituti monastici dell'Istria. Erant igitur jam tum in illis locis domicilia cœtusque piorum hominum, communitatæ vitæ alque vitus, jure institutoque monastico sociati, quæ cœnobia appellantur.

passim corpora reddere solent fædiora; animum autem suum liberaliolibus omni

bus disciplinis ita imbuit, ut ad SUMMUM SCIENTIÆ CULMEN, non sine magna sua gloria tandem evaserit. Secuto deinde tempore, a sanctis, quæ in ISTRIA sunt, eclesiis (d) evocatus ut degentium ibidem ethnicorum errores christianæ veritatis luce dispelleret, AQUILEJAM UBI PERVENIT A PROVINCIÆ ISTIUS (e) EPISCOPO SACRUM PRESBY

(d) Annum ætatis fere trigesimum agebat Dona. tus, cum a Presbyteris et Præpositis ecclesiarum Istria ad munus apostolicum evocatus, evangelio operam navare instituit.

(e) Qui fa conoscere il Farlati, che a quel tempo non vi erano sedi vescovili nell' Istria. Hinc conjici potest temporibus illis nullos in Istria fuisse Episcopos; et quæ apud Istros erant ecclesiae in ditione fuerint necesse est, ac potestate Episcopi Aquilejensis, ad quem se contulit Donatus, ut ab eo per omnes inferiorum ordinum gradus ad sacerdotium proveheretur. Quamquam ex antiqua disciplina nulla lege cautum erat, ne quis ab alieno Episcopo in Clericorum ordinem cooptari posset, modo se in ejus Episcopi, a quo initiatus fuisset, potestate in posterum fore polliceretur, eique suam operam ad ecclesiastica

TERATUS ORDINEM SUSCEPIT: ac mox quæcumque a Paganis adversus fidei nostræ arcana sanctissima, hoc est, adversus Virginis partum adferebantur obstacula disjicere hoc modo est aggressus etc.

Colla scorta di questi atti siamo istruiti, che DONATO ebbe a padre Crescentino, e nacque nell'anno di nostra salute 267 in un castello dell'Istria situato nei confini della Dalmazia e della Pannonia: espressione simile a quella, con cui S. Girolamo indica la sua patria Stridona, per la qual circostanza congetturar si potrebbe, essere stato del medesimo castello di S. Girolamo, e suo concittadino.

Sino dai primi suoi anni, rigenerato alla fonte del battesimo, tutto si diede alla pietà, ed alle lettere, versando coi più dotti e santi cenobiti di que' monasteri, sercitando il suo felice ingegno in ogni ge

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munia obeunda in perpetuum addiceret. Tum præerat Aquilejensi ecclesiae Chrysogonus II. ex Chronico Gradensi apud Dandulum.

nere di liberali discipline, pervenne al più alto colmo di virtù e di dottrina, per cui il suo nome all' età di anni venti, celebre divenne per Istria tutta. Dalle chiese della nostra provincia fu chiamato ad esercitare il suo zelo, e la scienza sua, per abbattere gli errori de gentili, e colla sua eloquenza trarli alla luce evangelic; al quale apostolato dedicossi intieramente, e per il corso di quattro anni felicemente propagò la cristiana dottrina in queste parti, facendo un prodigioso numero di seguaci.

il ve

Passò quindi in Aquileja, e colà dal vescovo Grisogono II., ch' era pure scovo dell' Istria, nella quale a quel tempo non v'era peranco istituita alcuna sede vescovile, fu ordinato a sacerdote nell'età di anni 30, e pubblicamente si diede a predicare la religione di Cristo. Ebbe colà molte e gravi dispute coi gentili, de' quali ne ridusse alla fede più di trecento, annoverandosi fra questi, sette filosofi, ed undici oratori, sostenendo e provando con solide e convincenti ragioni la virginità di Maria. Più vive questioni ancora ebbe DONATO CO

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