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lettera scritta da Monreale al 20 di aprile del 1568 da Antonio Elio patriarca di Gerusalemme al cardinale Sirleto, nella quale gl' indica che il celebre Panvinio, morto a Palermo al 7 di aprile di detto anno in età di anni 39 ottenuta la facoltà dal suo generale, aveva lasciata ogni cosa ad esso patriarca Elio, con patto però, che dasse qualche soccorso a sua madre, ch'era in poverissimo stato; quindi avendogli scritto il Sirleto, che papa aveagli dato cento scudi d'oro, da far contrare al Panvinio, il patriarca lo prega a trasmetterli alla suddetta donna in Ve

il

rona.

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DIOCLETO

851 da Citta

117. 1OCLETO di Cittanuova fu eletto vescovo di Torcello nell' anno 851, e vi sie- nova. dette nel vescovato anni 23, e fu innoltre eletto patriarca di Aquileja. Così dice Lorenzo Barozzi nella sua Cronaca de' vescovi torcellani, riportata dal Tentori Storia Veneta Tom. 4 p. 228. Il Rubeis non parla di questo patriarca, e l'Ughelli ignora questo

vescovo.

118. SEVERO Vescovo di Torcello fu eletto nell'anno 869. Egli fu dell'Istria, e visse nell'episcopato anni 7 mesi 3. Barozzi presso il Tentori loc. cit.

119. DIODATO fu fatto vescovo di Torcello l'anno 897. La cronaca Barozzi loc. cit. dice fu di nasion d'Istria habitador di

869 Istriano.

897 Istriano.

980 da Parenzo

Rivalta, figlio di Stefano Flabenigo, visse vescovo anni 6 mesi 6.

120. ANDREA di Parenzo successe ad Adamo in vescovo della sua patria nell'anno 980, e governò con zelo quella sua chiesa sino al 1012. Dall'imp. Ottone II con ampla donazione fu investito dei castelli di Montona, Nigrignano, Torre, Pisino e della Villa di Rosario, nonchè di Due Castelli; ed innoltre gli furono confermate le donazioni che dagl' imperatori precedenti furono fatte alla sua cattedrale. Accolse in Parenzo nell' anno 998 il doge Orseolo, invitandolo a venerare nella sua chiesa le reliquie di S. Mauro. Dal pontefice Sergio IV. ebbe rescritto favorevole per la garanzia e sicurezza de' suoi diritti contro Giovanni patriarca d'Aquileja, il quale gli aveva invasa la parrocchia di Rovigno, ed altri beni. Questa lettera pontificia si riscontra nell' Ughelli Tom. V. p. 402. Il vescovo Andrea è sottoscritto al placito di Variento conte dell'Istria, e dalla sottoscrizione di Gualtramo, di esso fratello, apparisce ch'ebbe a patria Parenzo. Vergottin Bart. Saggio Stor. di Parenzo, Venezia. 1796 pag. 70, 83.

121. RAPICCIO (Enrico) ossia Ravizza figlio di Teopompo nobilissimo cittadino di Trieste fu consacrato vescovo nella sua patria nell'anno 1200, e dopo 4 anni di sede passò agli eterni riposi. Ughelli T. v. p. 578, ed il Mainati Cronache T. 1. p. 149.

1200

di Trieste.

1254

122. OTTONE cittadino di Parenzo, asce- di Parenzo se alla cattedra vescovile della sua patria nell' anno 1254. Ottenne un breve dal pontefice Innocenzo IV (secondo l' Ughelli p. 406) nell'anno 1248, con cui gli conferma i privilegj tutti, e tutti i diritti appartenenti alla di lui chiesa. Fece eriger la bella tribuna sopra l'altar maggiore della cattedrale, e la ornò con 6 medaglioni a mosaico ponendovi la memoria intorno la cornice della tribuna stessa nell'epigrafe seguente a carattere semi-gottico corsivo, ed in versi leonini.

Tempora surgebant Christi nativa potentis
Septem cum decies septem cum mille ducentis
Virginis absque pare cum sacro sedulus ave.
Hoc opus ex voto perfecit episcopus Ottho
Perpetuando pias laudes tibi Virgo Maria.
Hæc quicunque legis, dic o virguncula munda,
TOMO I.

18

1257

di Capodi

Cui nec prima fuit, nec successura secunda
Et tu sancte Dei martir celeberrime Maure,
Pro nobis Christi vox intercedat in aure
Ut divinus amor lustret precordia Turbe,
Et dulcis pacis concordia crescat in urbe,
Ut tandem tota cordis Rubigine lota,
Et prorsus demptis tenebris de lumine mentis
Cum jam succident Vitalia stamina parce
Nos miserante Deo Cælis salvemur in arce.
Ainen.

per

Ebbe forti contese co' suoi concittadini alcune costituzioni aggravanti il clero, e per la restituzione di varj vasi d'oro, e di argento, nonchè altre suppellettili preziose di ragione della sua chiesa, le quali erano state appropiate da alcuni della città, per lo che, spinto da zelo fervido, fu indotto a pubblicare contro di essi l'interdetto ecclesiastico, arma comune di quel tempo. Visse nella cattedra all'incirca anni 26. Ughelli T. V p. 406, Vergottin Saggio ec. pag. 28, 74, 84.

123. DE BONACORSI Bonacorso di Capostria. distria fu canonico di Aquileja secondo il Palladio (Hist. Friul. P. I. lib. 6 fol. 243)

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