Slike stranica
PDF
ePub

si avuto ardire di far pubblicamente ardere quelle ossa in piazza, le havrei fatte almeno celatamente gittare dove si gittano quelle delle altre bestie, per levare quella abominazione del luogo santo.

Da questi irrefragabili documenti consta evidentemente che quanto disse l' Ughelli ed il Coleti intorno G. B. Vergerio vescovo di Pola non è che un complesso di errori, ed un favoloso racconto; e quindi da tutto ciò apparisce senza contrasto. 1 Che G. B. Vergerio vescovo di Pola morì in Capodistria. 2 Che morì in qualità di vescovo, e che non fu deposto. 3 Che fu sepolto in quella cat tedrale. 4 Che fu posto in un' espresso deposito. 5 Che questo deposito viene incultato da atterrarsi, e gettarne le ossa, come fu eseguito.

Difficile è il credere, come l' Ughelli, persona di gran merito e dottrina abbia addottato favola così grossolana, e viemmaggiormente che il Coleti non abbia corretto questo errore; e molto più sorprendente diviene che in margine si citino le lettere cattoliche del Muzio, dicando, de quo viden

dus est Mutius in epist. Catholicis l. 3., mentre se l' Ughelli, od il Coleti lette avessero le da loro citate cattoliche lettere del Muzio, oppure le Vergeriane, non sarebbero caduti in errori così madornali, nè avrebbero spacciate favole così aperte nella loro grand'opera dell'ITALIA SACRA, nella quale vi ha di singolare, che vengouo citate queste lettere in prova dell'assunto, e che queste lettere stesse provano tutto al contrario di quanto si dice.

Giudichiamo da ciò quanto circospetti essere dobbiamo nel leggere e prestar fede ad autori anche riputati, e ritenere che la miglior via di tracciare la verità, si è quella d'indagarla con somma critica ne' suoi fonti originali.

Da questi fonti originali adunque risulta che G. B. Vergerio non fu privato dell'onore episcopale, nè morì a Ginevra, o nei grigioni, ma morì vescovo nella sua patria in Capodistria nel giugno o luglio 1548, mentre M. Antonio Elio, gli fu stabilito successore nel vescovato di Pola nel giorno

27 agosto 1548, come abbiamo dal Pallavicini (Istor. Conc. di Trento T. XIV p. 86) (a).

(a) Dalla seguente lettera, esistente nell' archivio capitolare di Dignano in originale, rileviamo che il vescovo G. B. Vergerio si attrovava in Pola al 3 di aprile nel 1548, cioè tre mesi prima della di lui morte, trasferitosi forse poi in patria per fuggire l'inclemenza dell' aria insalubre di quella città, pericolosa nei mesi dell' estate.

Al Molto Mag. S. il M.

M. Vittorio Michiel Degn. Podestà di Dignano.

La V. M. con quella Spettabile Comunità mi ricerca che mi contenti di prorogar il termine per tutto il presente mese nella causa nostra ch'abbiamo all' Illmo Do., nella quale siamo citati per l'ottava di Pasqua. Io per far piacere alla M. V, et a quella Spet. Comunità, son molto contento di tal proroga, chè in questa causa, et in ogni altra cosa io cerco, et cercherò tutto il commodo di quella Sp. Comunità, nè voglio altramente trattar questa causa, se non come tra padre, et figliuolo. Alla M. V. mi raccomando, et alla ditta Sp. Comunità mi offerisco, et salutola.

Da Pola alli iii di aprile nel 1548.

Di V. S.

Il vescovo di Pola.

TOMO I.

20

[ocr errors]

Io mi sono rivolto a Roma per avere la copia della bolla d'instituzione di M. Elio in vescovo di Pola, e dopo molte cure prese per tre anni, e qualche dispendio, ayendo anche impegnati i dottissimi ab. May e Marini, non si potè rinvenirla nè nell' archivio della dateria apostolica, nè in quello del vaticano. Ebbi soltanto un'annotazione la quale indica, che M. Elio fu nominato in vescovo di Pola per Obitum di G. Battista Vergerio. Nel mese però di luglio dell' anno 1827, ritrovandomi a Roma, favorito dalla bontà, e somma gentilezza di Mons. Polidori segretario del concistoro pei vescovi, trassi dalla pag. 463 del volume I. Acta concistorialia il seguente documento. In concistorio die 17 augusti 1548 referente Rmo de Sancta Cruce, providit (Paulus III. P. M.) Ecclesia Polensi, tunc per obitum bono memoria Joannis Baptisto (Vergerio), extra romanam curiam defuncti, vacanti, de persona Dom. Antonii (Elio), et cum retentione obtentorum, etc. Avendo ottenuto Mons. Elio il vescovato di Pola per obitum di G. B. Vergerio, certa

mente deve dirsi che non è stato deposto; ed essendo dichiarato nel concistoro G. B. Vergerio bono memoriæ, ad evidenza risulta che morì cattolico vescovo, in grembo alla cattolica chiesa.

Pietro Paolo vescovo di Capodistria, fratello di G. B. fu spogliato della dignità episcopale nel concistoro del 3 luglio 1549, come dal Farlati nell'Illyricum Sacr. Tom. Iv. p. 113, il quale ne porta l'atto, ciò che vuol dire, un' anno dopo la morte di G, B., dunque Gio. Battista non poteva essere deposto dal vescovato col fratello Pietro Paolo nel 1548, come dice l' Ughelli, perchè G. B. morì un' anno prima della deposizione di suo fratello Pietro Paolo, deposto nel 1549.

e

Questa deposizione dal vescovato fuga a Ginevra di G. B. Vergerio, quale viene data dall' Ughelli, fu egualmente e coll' identiche espressioni esposta da M." Gio. Domenico Juras ultimo vescovo di Pola nella sua prima pastorale diretta a quella città. La qual cosa dimostra, che gli uomini anche dotati di talenti e di dottrina

« PrethodnaNastavi »