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trarii alla cattolica religione, e che G. B. autore non fosse del trattato de Avaritia ministrorum ecclesiæ papistico, come qualcuno aveva sospettato, ragionevolmente dobbiamo ritenere, poichè il Muzio che tanto si affaticò a trovar motivi di attacco contro il vescovo G. B., non fa alcun cenno di queste opere in alcuno de' suoi scritti, e questo solo, se vero, sarebbe stato sufficiente, ed anzi, unico fondamento per portarne pieno trionfo; nè il Muzio l'avrebbe ommesso.

Quarto. In quanto alla qualità dell' esequie, si sa bene, che i morti non comandano ai vivi, e che per confessione di P. P. queste ristrette esequie furono dal medesimo dirette, quindi non imputabili a G. B. D'altronde tre o quattro messe sono sufficienti per un cattolico funerale; nè vi ha di necessità che v'intervengano frati e monaci ; nè che vi si presti una pompa funebre per comprovare che un morto sia cattolico.

Quinto. Noi ignoriamo il tempo preciso in cui fu atterrato il sepolcro di G. B., e gettate le ossa nel mare; na sappiamo che

questa operazione era il vivo desiderio del Muzio, e del Grisoni; e che il Muzio la inculcava con trasporto eccedente. Nel mese di maggio 1550 all' apostata P. P. successe nel vescovato di Capodistria M. Tommaso Stella, prelato pio e rispettabile per dottrina, per costumi, e per esperienza di governo. Conviene credere che il Muzio si dirigesse al medesimo per questo effetto, e che i di lui fanatici trasporti non ne riportassero l'intento, perchè nella più volte citata lettera al cardinale di Napoli del 1554 se ne lagua, dicendo, che il corpo di questo eretico, cioè di G. B.... di quanto scandalo sia stato, sia, e possa essere a' cattolici, ognuno lo si può immaginare, veggendosi massimamente che si lungo tempo si comporta da chi (cioè da M. Stella) vi dovrebbe provvedere. Io GLE NE HO SCRITTO: MA HO CANTATA LA CANZONE AL SORDO. Nel 1556 a M. Stella successe il vescovo Valentino, ed a questo M.' Antonio Elio patriarca, e vescovo di Pola nel 1572, ed essendo M. Elio di eguali sentimenti del Muzio, e del Grisoni, come lo era di loro amico, e per opera di lui, qual

segretario pontificio, essendo sortiti da Roma tutti i decreti contro l'apostata, dobbiam congetturare che al di lui arrivo alla patria sede, dal medesimo sia stato dato luogo al desiderio del Muzio contro quel sepolcro e quelle ossa, di modo che non bastando le acerbe vessazioni usate contro i viventi, si volle eziandio da animi cristiani, religiosi, e prelati distinti estendere il furore contro le ossa de' morti.

In qual modo insinuasse il Muzio l'esecuzione, apparisce dal seguente periodo di detta lettera. A me pare, che quando una tale impresa a me appartenesse. quando non avessi ardire di far pubblicamente ardere quelle ossa in piazza, le havrei fatte almeno celatamente gittare dove si gittano quelle delle altre bestie, per levare quella abominatione del luogo santo.

Con quanto fondamento, e con quanta ragione ciò sia stato eseguito, dal contesto di quanto abbiamo finora esposto, apparisce ad evidenza; come risulta chiaramente la falsità di quanto ne disse l' Ughelli, l'impo

stura del quadro di Pola, e l'erroneità dell'opinione comune, nonchè la strana imputazione di eretico data al vescovo di Pola, G. Battista Vergerio.

L'ostinazione sola, e la tenace persi→ stenza nella dottrina, dopo le debite ammonizioni, forma l'eretico. Gesù Cristo nel suo santo vangelo disse che se dopo le ammonizioni non audierit, sit tibi tamquam publicanus et etnicus. S. Paolo nell' epistola a Tito cap. 2 Haereticum hominem post unam, et secundam correptionem devita, sciens quia subversus est. S. Agostino nell'epistola ai vescovi donatisti. Qui sententiam suam quamvis falsam, atque perversam, nulla pertinaci animositate defendunt

nequaquam sunt inter hæreticos deputandi e S. Tommaso pure (Disp. n. 3 Art. 1.) pertinacia solum facit hæreticum.

Perciò Gio: Battista Vergerio non avendo mai sostenuto con pertinacia, sentenze ereticali, ma neppure essendo stato giammai ammonito, corretto, o processato dalla santa madre chiesa, come il silenzio de' suoi nemici Muzio, e Grisoni, vivente Giov. Bat

tista, lo comprova, e come lo comprovano, dopo la di lui morte, gl'inutili tentativi contro di esso dai medesimi avidamente rintracciati, ed avendo anzi la cattolica chiesa dichiarata la di lui morte di buona memoria, per obitum bonæ memoria Joan. Bapt., nel concistoro 17 agosto 1548, di nomina del di lui successore M. Elio, anteriormente riportato, dobbiamo ritenere che G. B. Vergerio non morì eretico, nè luterano, ma vescovo cattolico, in grembo alla cattolica chiesa, e che fu legittimamente sepolto nella patria cattedrale: e se morì senza sacramenti, non giudicarsi questo avvenimento figlio della di lui volontà, ma un'avvenimento accidentale, comune nella cattolica chiesa a tant' altri, o una malizia dell' apostata P. P.: quindi l'atterramento del di lui sepolcro, e l'aver gettate le di lui ossa nel mare, attribuirsi soltanto a quel fiero spirito di partito, ed a quelle acerbe vessazioni, in allor dominanti per semplici sospetti: animosità contrarie ai precetti del santo Evangelio, ed al pacifico carattere della nostra santa cattolica religione. Avvenimenti luttuosi, che ci ricorda

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