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19 anni addietro, e che appunto si rendeva vacante per la morte di Giovanni conte de Rèva che lo aveva fino allora posseduto. In fatti in questa dignità venne installato il barone de Brigido in Buda nel dì 17 febbrajo del seguente anno 1807.

Tanto il diploma di elezione (del 1806), che l'atto d'installazione del Brigido al vescovato di Zips (del 1807), si conservano originali in Trieste dal di lui nipote conte Paolo de Brigido, il quale ebbe la compiacenza di comunicarceli, acciocchè fossimo al caso di esporre con precisione ciò che riguarda quest'illustre prelato. E da questi atti trascriviamo qui anche alcuni tratti i quali registrano i titoli di cui godeva, e la deferenza che gli veniva dalla sovrana corte accordata.

Il diploma principia: Franciscus Primus Divina Favente Clementia Austria Imperator etc.etc. Siccome poi l'Austria era stata eretta in impero nell' agosto del 1804, cioè due soli anni circa avanti la data del diploma, così questo del Brigido viene a risultare il primo atto d'investitura al vesco

vato di Zips, rilasciato da un imperatore d'Austria. - E poichè la maestà imperiale di Francesco I. si degnò di distinguere il Brigido in quella guisa che erasi già divisata dal suo predecessore Giuseppe II, si scorge che l'affezione di un monarca per lui, si era trasfusa benignamente anche nell'altro.

In seguito è detto: Quod nos demissis cognati nobis sincere dilecti reverendissimi in Christo patris, illustrissimi sacri romani imperii principis liberi baronis Michaelis Brigido de Breczovicz et Marenfels, ordinis melitensis equitis, consiliarii nostri actualis status intimi, et archiepiscopi Labacensis, positis in eo precibus, quatenus eidem archiepiscopatum Scepusiensem quem anno millesimo septingentesimo octuagesimo septimo benigne collatum habebat, et solum jusso altissimo pro laudabili erga terræ principem obedientia sua cum antelato archiepiscopatu Labacensi permutaverat, iterum præhabito archiepiscopatu praevie resignato clementer conferre dignerenmur sumptis benignam in reflexionem singularibus ejusdem meritis clementer an

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nuerimus et detulerimus; eumdem itaque Michaelem liberum baronem Brigido de · Bresovicz et Marenfels, tanquam personam de ecclesia dei benemeritam, nobisque hoc nomine gratam et acceptam, ad episcopatum Scepusiensem.

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nominare ec. ec.

Vedesi adunque che il Brigido era principe del sacro romano impero, barone, col predicato de Bresovitz e Marenfels, cavaliere dell' ordine di Malta, consigliere intimo attuale di stato di S. M. I. d' Austria, ed arcivescovo di Lubiana, quando fu trasferito al vescovato di Zips.

Il diploma è sottoscritto FRANCISCUS m. p. e contro firmato autografamente: comes Carolus Palffy (de Erdöd) e più sotto ancora Alexius Nevery. La data, come si disse, è di Vienna 24 ottobre 1806.-Segue la protocollazione dell'atto con la firma: Ludovicum de Jaszwitz.

L'atto di riconoscimento ed installazione datato in Buda il 17 febbrajo 1807, è segnato dal consiglio della R. Camera Aulica Ungarica. Per 9 anni il barone de Brigido governò con decoro la sua diocesi, quando finalmente TOMO I.

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1819

mal fermo in salute si recò in patria accompagnato dal pietoso pensiero di celebrare nella cattedrale di S. Giusto la sua seconda messa novella, essendo egli già in età di 74 anni. Giunse a Trieste il dì 19 luglio del 1816: ma attaccato da idrope di petto che rapidamente incalzò, finì i suoi giorni al 23 del mese stesso, ed ebbe invece funebri esequie, e sepolcro, in quella chiesa ove la sua devozione aveva divisato offrire solenne sagrifizio e festività. Venne il suo corpo racchiuso nel monumento segnato G. F. C. num. 4.

165. POLESINI marchese Francesco, di di Moutona canonico di Montona sua patria, neľ 1771 fu fatto vescovo di Pola, nella qual sede spiegò un carattere degno dell' episcopato nella regolarità de' suoi costumi, nell' osservanza della disciplina nel clero, nella vigile e salutare reggenza del gregge, e nel ristauro a forme decenti di quel palazzo vescovile.

Nell' anno 1778 traslatato alla cattedra di Parenzo mantenne sempre eguale la forma di vivere e di reggere appostolicamente quel popolo alla sua cura da Dio fidato, spargendo colla voce la dottrina di Cristo, facendola se

guire col di lui esempio, ed arricchindo quella cattedrale con doni preziosi di otto reliquie e varii sacri arredi; accrescendo quel palazzo vescovile di nobilissimo nuovo fabbricato, e largendo elemosine all'istituto de poveri,

per

si

Il di lui spirito veramente pastorale vieppiù s'appalesa con l' investita di ducati dieci mila l'erezione di un Seminario a beneficio della diocesana gioventù, sino dall'anno 1796, che poscia di altrettanto aumentata, riservava di farne la consegna al capitolo per l'adempimento, pria che immaturo colpo troncasse il filo ai suoi desiderj; come dice il Vergottin nel Saggio Storico di Parenzo pag. 83.

Questa pia disposizione fu da me pure intesa più volte dalla viva voce di quel buon vescovo, ed è notoria a tutto il clero diocesano; nè più benefica ed utile disposizione poteva farsi in quella diocesi scarsa all'estremo di clero, per mancanza di mezzi di educarlo.

Questa santa disposizione, o per avvenimenti politici, o per l'età avanzata non ebbe il suo effetto.

Cessò di vivere questo vescovo ai

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