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littori; rimproverò ai proconsoli l'esito infelice dei loro tentativi, ordinò loro di partire immediatamente dalla provincia, minacciandoli di catene e di castighi, ma l'esercito ricusò di obbedire a Claudio, perchè non palludato, era senza littori, ed aveva ommessi i voluti sacrifizj.

Sopra la stessa nave, schernito da'suoi, ritornò in Aquileja Claudio, e rapidamente passò a Roma, ove stette soltanto tre giorni, adempiendo a' suoi doveri, e tosto ritornò in Aquileja, e per mare arrivò sotto Nesazio, ove pochi giorni prima i proconsoli Giunio e Manlio avevano strettamente posto l'assedio, essendosi ritirato in quella città il re EPULO Cogl' ottimati del regno.

Claudio licenziò il vecchio esercito coi loro duci Manlio e Giunio, e colle due legioni, che aveva seco condotte, circondò la città, stringendola vieppiù coll'assedio, tentò di assaltarla, ma con un nuovo alveo, lavoro di più giorni, divertì il fiume che circondava le mura, e somministrava l'acqua alla città, perchè era di ostacolo a Claudio per le operazioni militari, e per costringere gli assediati alla resa.

Sorpresi gli assediati da questa operazione, giudicata a un miracolo, credendo di non poter più a lungo resistere per la mancanza dell'acqua, presi da disperazione, si rivolsero ad uccidere le mogli ed i figli, gettandoli oltre le mura nel campo de'nemici, e vicendevolmente dandosi la morte. I romani frattanto ascese e superate le mura, entrarono nella città, ed il re EPULO, circondato da tumulto, e da spaventevoli clamori de' suoi che fuggivano, resistette valorosamente sino al punto in cui, vedendo di essere preso e ridotto in schiavitù, prescelse morte onorata, trafiggendosi il petto col ferro.

Colla morte del re EPULO terminò l'Istria di essere un regno, mentre da' romani, distrutte le città principali Nesazio, (a) Mu

(a) In qual situazione dell' Istria fosse posta questa città sin' ora è stato ignorato, ed il celebre Carli confessa di non saperlo; vuole però che ai tempi di Plinio e di Tolomeo ancora esistesse. Per trarpe qualche traccia esaminiamo quanto ne dicono gli storici e geografici antichi. Plinio 1. 3 cap. 19

tila, e Faveria, dando le altre gli ostaggi, fu assoggettata, e si resero padroni della medesima riducendola in provincia romana. Furono da essa dedotte le colonie di Trieste e

dice Parentium, colonia Pola. . . mox oppidum Nesatium, et nunc finis Italiæ fluvius Arsia; e nel cap. 21... Cæterum per ora, Oppida a Nesatio, Alvona, Flanona, Tarsatica: Tolomeo pure 1. 3 c. I Parentium, Pola, Nesactium, finis Italiæ.

Da questi passi apparisce che Nesazio era situato al mare, non lungi dal fiume Arsa, tra Pola ed Albona, e secondo Tolomeo nel fine d'Italia, perciò verso il canale marittimo dell' Arsa; e che, per sentimento di Livio, come abbiamo accennato, fosse circuito dalle acque di un fiume.

Malamente perciò congetturarono il Manzioli (p. 13), ed il Vergerio, che situato fosse presso Capodistria sopra il monte Sermino, ed al fiume Risano, e male pensarono pure altri scrittori con Mr. Tommasini, ponendolo presso Cittanuova ed il fiume Quieto. Pietro Coppo lo volle alla punta Cisana, ove dice che per due miglia nel mare scopronsi vestigia di grandi edifizj, ma colà non poteva esservi Nesazio, mentre alla punta Cisana non v' ha fiume di sorte, come non ve n'è alcuno alla punta di Promontore, ove l'ab. Giuseppe Berini dice di essere stato opportuno luogo per Nesazio, giusta il significato

di Pola, dopo che in Roma si fecero per due giorni pubbliche preci in ringraziamento agli Dei per il felice esito della guerra

istriana.

del nome greco. Nyσáxтiov cioè isola attaccata al lido. Questa città aveva desunto il suo nome dal sito in cui era stata costruita. A nessun altro luogo dell' Istria, tra il fiume Arsia e la colonia Pola, conveniva meglio il nome di Nesazio quanto alla punta di Promentore. Così dic' egli nella nota (o) pag. 58 dell' Indagine sullo stato del Timavo, e delle sue adjacenze al principio dell' era cristiana. Udine per Mattiuzzi 1826 in 4.to; libro fattomi pervenire dalla di lui gentilezza.

Avvicinossi alquanto il Claverio ponendolo in Catelnuovo, villaggio soggetto alla comunità di Barbana, collocato alla fine del canale marittimo dell' Arsa. Dic'egli (Ital. I. 1 cap. 21 lex. verb. nes.) Nesatium, Castelnuovo, oppidum Istria, quasi extremum, ad Arsiæ fluvii ostium, in Liburnia confinio inter Polam 17 et Alvona 4 mill. pass., il cui parere fu seguito da fra Leandro, e dallo Schönleben.

Castelnuovo non può essere stato l'antico Nesazio perchè questo villaggio è di recente data, formato da una colonia di slavi del Montenegro, e sorto dall'abbandono di un piccolo castello dei tempi di mezzo, del sistema feudale, di nome Rachelle, le di

Claudio passò poscia contro i liguri, che pur vinse, e nell'anno di Roma 577 ottenne il trionfo, al quale si attribuisce la medaglia colla testa galeata di Roma da una

cui mura dirotte esistono tuttora poco distanti, e da cui appunto detta villa di Castelnuovo è chiamata in slavo col nome di Rachalg. 2 perchè situato sopra un colle elevato più di 150 pertiche dal livello del mare. 3 perchè distante dal mare per ben due mila passi. 4 perchè finalmente nessun fiume, o sorgente di acqua vi esiste presso il medesimo, e quantunque posto non lungi dall'imboccatura del marittimo canale dell'Arsa, è distante però dalla foce del fiume Arsa, il quale sbocca sotto Barbana, per ben otto miglia di cammino: cose tutte che sono in opposizione coll' indicata storica e geografica situazione di Nesazio.

Da qualche anno que' villici di Castelnuovo, in un colle coperto di cespugli, presso al mare, zappano il terreno per rinvenire dei pezzi di mattoni, onde servirsene ad uso dei focolai, e de' forni. Di questi me ne feci portare qualche pezzo, e con mia grande sorpresa vidi e riconobbi, essere frammenti di antichi embrici, ossia coppi dei tempi romani, e formai tosto il pensiere, che colà vi fosse stato qualche stabilimento o città romana. Tardai a por tarmi sopra luogo, nè vi fui, che nell'ottobre del

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