La Divina commedia, Opseg 2

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appr. A. Zatta, 1760
 

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Stranica 326 - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell' arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sè produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Stranica 57 - Atene e Lacedemona, che fenno «L'antiche leggi e furon sì civili, « Fecero al viver bene un picciol cenno, « Verso di te, che fai tanto sottili « Provvedimenti, ch' a mezzo novembre «Non giunge quel che tu d'ottobre fili.
Stranica 106 - Segnor, fammi vendetta di mio figliuol ch'è morto, ond'io m'accoro»; ed elli a lei rispondere: «Or aspetta tanto ch'i' torni»; e quella: «Segnor mio», come persona in cui dolor s'affretta, «se tu non torni?»; ed ei: «Chi fia dov'io, la ti farà»; ed ella: «L'altrui bene a te che fia, se '1 tuo metti in oblio?» Ond'elli: «Or ti conforta; ch'ei convene ch'i' solva il mio dovere anzi ch'i' mova: giustizia vuole e pietà mi ritene».7 5.
Stranica 85 - 1 Sol non si ricorca Sette volte nel letto, che '1 Montone Con tutti e quattro i pie...
Stranica 254 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Stranica 81 - . ' Te lucis ante ' sì devotamente le uscio di bocca e con sì dolci note, che fece me a me uscir di mente: e l'altre poi dolcemente e devote seguitar lei per tutto l'inno intero, avendo li occhi a le superne rote.
Stranica 313 - Così fer molti antichi di Guittone, di grido in grido pur lui dando pregio fin che l'ha vinto il ver con più persone.
Stranica 312 - Quali ne la tristizia di Licurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo...
Stranica 295 - E quale il cicognin che leva l'ala per voglia di volare, e non s'attenta d'abbandonar lo nido, e giù la cala; tal era io con voglia accesa e spenta di dimandar, venendo infino a l'atto che fa colui ch'a dicer s'argomenta.
Stranica 183 - L'antica età la nuova, e par lor tardo Che Dio a miglior vita li ripogna : Currado da Palazzo, e '1 buon Gherardo, E Guido da Castel, che me' si noma Francescamente il semplice Lombardo.

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