La divina commedia, col com. di P. Fraticelli, Opseg 2

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Stranica 12 - Vidi presso di me un veglio solo Degno di tanta reverenza in vista , Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a' suoi capegli simigliante De' quai cadeva al petto doppia lista.
Stranica 46 - Ed egli a me: Questa montagna è tale, Che sempre al cominciar di sotto è grave, E quanto uom più va su e men fa male. Però quand' ella ti parrà soave Tanto, che il su andar ti sia leggiero, Come a seconda giù l' andar per nave, Allor sarai al fin d' esto sentiero: Quivi di riposar l
Stranica 168 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia Non dico tutti; ma posto ch...
Stranica 9 - Per correr miglior acqua alza le vele Omai la navicella del mio ingegno , Che lascia dietro a se mar si crudele : E canterò di quel secondo regno Ove l' umano spirito si purga E di salire al ciel diventa degno.
Stranica 189 - Beatrice, eh' è opra di fede. Ogni forma sustanzial, che setta E da materia, ed è con lei unita, Specifica virtude ha in se colletta, La qual senza operar non è sentita, Nè si dimostra, ma che per effetto, Come per verdi fronde in pianta vita. Però, là onde vegna lo intelletto ^ Delle prime notizie, uomo non sape, E de...
Stranica 21 - Noi eravam lunghesso mare ancora, come gente che pensa a suo cammino, che va col cuore e col corpo dimora. Ed ecco qual, sul presso del mattino, per li grossi vapor Marte rosseggia giù nel ponente sovra '1 suol marino, cotal m' apparve, s' io ancor lo veggia, un lume per lo mar venir sì ratto, che '1 mover suo nessun volar pareggia. Dal qual com' io un poco ebbi ritratto 1' occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto.
Stranica 292 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d' ogni parte oliva. Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Stranica 14 - Tu 1 sai che non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La veste ch
Stranica 351 - Del viver ch' è un correre alla morte; Ed aggi a mente, quando tu le scrivi, Di non celar qual hai vista la Pianta, Ch' è or due volte dirubata quivi.
Stranica 38 - Dio ben letta questa faccia, l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo il Verde, dov'ei le trasmutò a lume spento.

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