L'infernoF. Pagnoni, 1869 |
Sadržaj
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Acheronte Alichino amore anco in prosa anime Aristotele avarizia avea Barbariccia Beatrice bella bellezza Boccaccio bolgia Bonifazio Canto Capaneo Cerbero ch'è ch'i chè chiama cielo città colle Conv Convivio corpo cuore Dante demonii diavolo dice divina dolore donna duca Efialte Eneide Ercole eterno Ezech fece fiamma fiera figliuolo Fiorentini Firenze Flegias frode fuoco gente Georg Gerione Ghibellini giganti grida Guelfi imagini Inferno innanzi l'altro l'anima l'imagine l'Inferno lode Lucan luce Lucifero luogo maestro male mente mezzo mondo morte nemico nuovo occhi Ovidio padre parla parole passo patria peccato pena pensiero Petr piange piè Pietro poema Poeta Psal Purg Purgatorio ragione rammenta sangue selva sentire signore spirito Stazio superbia terra terzine Tommaso tormento Toscana tristi uomini uomo vedere verso vidi Villani Virgilio vivo vizii volge XXVII XXXII
Popularni odlomci
Stranica 1 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Stranica 221 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Stranica 54 - ... alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante...
Stranica 30 - Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo , Gridando: Guai a voi anime prave: Non isperate mai veder lo cielo. 85 I' vegno per menarvi all' altra riva , Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Stranica 26 - Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi ch' entrate .' Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta : Perch' io : Maestro, il senso lor m
Stranica 181 - Io aveva una corda intorno cinta , E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta. Poscia che l' ebbi tutta da me sciolta , Sì come 'l Duca m' avea comandato , Porsila a lui aggroppata e ravvolta; Ond...
Stranica 9 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Che questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : E ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Stranica 8 - Tu se' lo mio maestro, e il mio autore; Tu se' solo colui da cui io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore.
Stranica 54 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Stranica 54 - Nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria; e ciò sa il tuo dottore!