La divina commedia, Opseg 3Poligrafia italiana, 1846 - Broj stranica: 670 |
Uobičajeni izrazi i fraze
Adrasto amore andar anime Anon Antifonte appresso ARGOMENTO avarizia avea balzo Barbagia Beati Beatrice buon Campagnatico CANTO cerchio ch'è ch'io Chè ciascun cielo colla color colui convien costui Currado d'amore Dante dice dicea dietro dimanda disio dolce donna dritta Duca erano esso Eunoè facea fece figlia figliuolo Filippo il Bello fiume foco Forese Forese Donati gente giro girone grido guarda Guido guisa innanzi Intendi intorno Ismene l'altro L'angel l'anima l'ombra l'uno leva luogo maggior maravigliar Maria corse mondo monte morte Mostrava notte occhi omai Papa Adriano parea parlare parole passi peccato piè Pietro d'Aragona poco Poeta prego pria purga Purgatorio quinci Quivi raggi ragione Rispose ruminando s'io salire sangue segno sentii Sordello spirto Stazio stendali suso Talamone Tebaide terra tosto Ugo Capeto veder Vedi veggio vena verso vidi Virgilio virtù viso voglia voler volse
Popularni odlomci
Stranica 384 - Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.
Stranica 380 - Stazio la gente ancor di là mi noma: Cantai di Tebe, e poi del grande Achille, Ma caddi in via con la seconda soma. Al mio ardor fu seme le faville Che mi scaldar della divina fiamma Onde sono allumati più di mille; Dell' Eneida dico, la qual mamma Fummi, e fummi nutrice poetando: Senz' essa non fermai peso di dramma.
Stranica 397 - Ed io a lui: Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg'io, diss'egli, il nodo Che il Notaio, e Guttone, e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch'i
Stranica 323 - Che ritraesse l' ombre ei tratti, ch' ivi Mirar farieno ogn' ingegno sottile ? Morti li morti, ei vivi parean vivi. Non vide me' di me chi vide il vero, Quant' io calcai fin che chinato givi.
Stranica 298 - Due angeli con dne spade affocate , Tronche e private delle punte sue. Verdi, come fogliette pur mo' nate , Erano in veste, che da verdi penne Percosse traean dietro e ventilate.
Stranica 373 - Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso E nel vicario suo Cristo esser catto.
Stranica 417 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d' ogni parte oliva. Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Stranica 347 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 419 - Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette la madre lei, ed ella primavera ». Come si volge con le piante strette a terra ed intra sé donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette, volsesi in su i vermigli ed in su...
Stranica 348 - Soleva Roma, che il buon mondo feo, due soli aver, che l'una e l'altra strada facean vedere, e del mondo e di Deo.