La divina commediaDalla tipografia del Seminario, 1875 - Broj stranica: 480 |
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alora amor anca andar aneme Anzoli apena arente ARGOMENTO atorno avea avù beati Beatrice Bice brazzo Cacciaguida CANTO CANTO VENTESIMO cerchio ch'a ch'è ch'el ch'io Chè ciel ciga com'el cossa Cristo croda cuor cussì danai Dante digo dise dito divina dolce Dotor drento drio drita fato fazza fià figlio fogo fusse gente gh'è ghe xe giazzo gnanca gnente go visto gran indrio insin istesso l'altro l'anima l'ochio l'omo lassà logo lume luse lusor m'ha m'ho mente Mestro mezo mondo monte morte mostra nissun occhi ochi parea parlar passo pianto piè Poeta Poscia quei quivi rason responde s'ha santo saver scomenzà scovrir sentio Siben sora soto Stazio stela suso svegià t'un taser tegnir tera tuto varda vechio veder vedi vegnir vidi Virgilio virtù viso vogia vose vualtri zente ziro zonti
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Stranica 149 - Però non lagrimal : ne rispos' io Tutto quel giorno, ne la notte appresso, Infin che l' altro Sol nel mondo uscio. Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi : E quei, pensando eh...
Stranica 286 - V ago già di cercar dentro e dintorno La divina foresta spessa e viva, Ch'agli occhi temperava il nuovo giorno, Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d'ogni parte oliva. Un...
Stranica 477 - Dell'universo in sin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una, Supplica a te, per grazia, di virtute Tanto che possa con gli occhi levarsi Più alto verso l'ultima salute.
Stranica 29 - Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui che piange e dice. Noi leggevamo un giorno per diletto Di Lancialotto, come amor lo strinse; Soli eravamo e senza alcun sospetto.
Stranica 397 - La colpa seguirà la parte offensa in grido, come suol; ma la vendetta fia testimonio al ver che la dispensa. Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo esilio pria saetta.
Stranica 468 - Diffuso era per gli occhi e per le gene Di benigna letizia in atto pio , Quale a tenero padre si conviene. Ed , ella ov
Stranica 93 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d' ogni parte. 1' vedea lei , ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 1 bollor levava , E gonfiar tutta e riseder...
Stranica 248 - Che la gente che fonde a goccia a goccia Per gli occhi il mal che tutto il mondo occupa.
Stranica 71 - Ed egli a me : Se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m'accorsi nella vita bella. E s'io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il cielo a te così benigno, Dato t'avrei all'opera conforto.
Stranica 459 - Sì che le pecorelle che non sanno , Tornan dal pasco pasciute di vento , E non le scusa non veder lor danno. Non disse Cristo al suo primo convento : Andate e predicate al mondo ciance; Ma diede lor verace fondamento : E quel tanto sonò nelle sue guance, Sì ch' a pugnar per accender la fede Dell' evangelio fero scudi e lance.