Manuale della letteratura italiana ...: Secoli decimoterzo e decimoquartoBarbèra, 1928 |
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Uobičajeni izrazi i fraze
alcuni Allora amore Antol appresso Arrigo Arrigo VII assai avea avea nome Avignone battaglia Beatrice bella Bologna buona canto canzone Carlo cavalieri cavallo ch'è ch'egli ch'io chè chiama ciascuno cielo città Città di Castello cittade colla cominciò compagnia Corso Donati costumi Cristo d'amore Dante dantesco Decameron detto dice Dino Compagni dolce domanda donna dugento ebbe ediz erano Eurialo fare fece figliuolo Fiorentini fiorini Firenze Francesco frate furono gente Ghibellini Giorn Giotto Giovanni gran Guelfi Iddio ital l'altro l'uno latino lett luogo maraviglia mente messer Dianese mondo morire morte niuno nome novelle nuovo occhi onore padre palagio papa parlare parole Petrarca piangendo Pisa poeta popolo pregio quivi ragione Rass reina rime rispose Santa sanza secolo secolo XIII Siena signore studj terra TORRACA Tristano trova Ulivieri uomini uomo Vedi G veggendo venire venne VIII Virgilio
Popularni odlomci
Stranica 304 - Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso. La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante..
Stranica 304 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Stranica 353 - Un' aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Stranica 368 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Stranica 334 - Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi e attenti a le sue note; ed ecco il veglio onesto gridando : « Che è ciò, spiriti lenti ? qual negligenza, quale stare è questo? correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto ». Come quando, cogliendo biada o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti, san/.
Stranica 340 - E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te simigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma.
Stranica 370 - Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote : E ciò non fa d
Stranica 377 - Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuoi grazia, ea te non ricorre, Sua disianza vuoi volar senz'ali. La tua benignità non pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s'aduna Quantunque in creatura è di bontate.
Stranica 353 - Vago già di cercar dentro e dintorno • La divina foresta spessa e viva, Ch'agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suol che d
Stranica 377 - Di sua mortalità co' prieghi tuoi , Sì che '1 sommo piacer li si dispieghi. Ancor ti prego, Regina, che puoi Ciò che tu vuoi , che tu conservi sani Dopo tanto veder gli affetti suoi. Vinca tua guardia i movimenti umani, Vedi Beatrice con quanti beati Per li miei prieghi ti chiudon le mani.