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21. ISTRUMENTO per dinotare la salita dei fluidi nei vasi dei vegetabili. (Borelli de motu animal. lib. I p. 175, 262).

Aggiungerò che Santorio ammetteva l'introduzione dell' aria nel sangue; fece reiterati esperimenti intorno ai colori, ed ebbe estese cognizioni di ottica. Poneva nella retina le immagini degli oggetti, ed assegnò all' umore vitreo dell'occhio l'uffizio di raddoppiare nella retina stessa le immagini capovolte. -Ebbe cognizioni astronomiche, non accordando alle comete la parallassi ('), ed insegnò la maniera di fingere su le pareti di una camera l'immagine di una cometa. Ammetteva il magnetismo terrestre, ritenendo non essere altro il midollo del nostro globo, che uno sterminato pezzo di calamita.

210.

TAMARO Bonaventura da Isola (1641), minore osservante riformato, ci viene menzionato dal Naldini (p. 340) per la sua mirabile integrità di vita e come autore dell' opera intitolata: Acqua della vita spirituale. Il Waddingo dice di lui; Bonaventura Thamar de Istria edidit artem theoricam bene inserviendi Deo. Il padre Pierantonio da Venezia nella Cronaca della provincia riformata di sant' Antonio di Venezia, colà stampata nel 1688, al capitolo degli scrittori di detta provincia chiama il nostro Bonaventura, col semplice nome, ed erra ponendolo da Capodistria; caratterizzandolo però per la bontà della sua vita e santità di costumi, e come autore delle opere seguenti (2)

1. Arte teorica per ben servire a Dio, stampata in Trevigi 1625.

2. Acqua di vita spirituale da pigliarsi in ogni tempo per beneficio dell' anima; stampata in Venezia ed in Padova 1641.

211 PORTO Emanuele israelita di Trieste (1643) rabbino in patria, quindi in Padova, conosciuto tra i cristiani col nome di Emanuele Porto, e tra gl' israeliti con quello di Menachen Sion, distinzione non avvertita dal Wolfio, il quale (Bibliotheca Hebraica Vol. 1, p. 699) lo riporta sotto il nome di Menachen Sion Porto, credendolo diverso dal nostro Emanuele; quantunque citi la prefazione del di lui trattato di aritmetica, in cui dichiara questa distinzione di nome. Le notizie di questo letterato triestino le ho tratte dal Dizionario storico degli autori ebrei del dottore G. B. de Rossi (Parma 1802 dalla reale stamperia vol. 11, in 8o). Le di lui opere date alla luce, sono:

IN EBRAICO

1. 1627 Trattato di aritmetica diviso in XII sezioni, col titolo di Over Lassocher, che passa al negoziante, opera scritta in ebraico, e stampata in Venezia nel 1627 in 4o.

(') Parallessi o parallesse è voce astronomica per indicare la misura della distanza di un astro. Diz. Un. di Lessona ecc. (E.) (2) Un altro Tamaro è da Isola di nome Giovanni, sacerdote, vissuto intorno al 1581; scrisse una monografia storica della sua patria, ch' esisteva inedita in casa Besenghi, e che dal celebre Pasquale venne stampata nell'Istria, an. III, 1848 n. 12 e 13.

(E.)

IN ITALIANO

2. 1636 Il porto astronomico, ove si ha la dottrina di fabbricare le tavole dei seni, tangenti e secanti. Padova, 1636 Tom. 2 in 12o,

3. 1640 Breve introduzione alla geografia e trigonometria. Padova, 1640 in 4o con fig.

IN LATINO

4. 1643 Diplaranologia, qua duo sacrae scripturae oracula de regressu solis tempore Ezechiae, et immobilitate luminarium sub Josue declarantur. Patavii, 1643. In quest' opera il Porto si propone di trovare in una nuova maniera il retrocedimento del sole ai tempi di Ezechia, e la sua immobilità in quelli di Giosuè. Quest'opera, che si può dire di una singolare considerazione, egli la compose prima in italiano, dedicandola all'imperatore FERDINANDO III, poi la tradusse in ebraico, facendovi non poche aggiunte, e la mandò in Transilvania a Lorenzo Dalnaki, dal quale fu voltata in latino e stampata in questa lingua.

212. FINI Raimondo da Capodistria (1643), dotto gentiluomo, di cui si ha alle stampe una Raccolta di applausi in onore del senatore Andrea Morosini podestà di Giustinopoli, pubblicata in Venezia nel 1643, presso Giov. Batt. Suriano. Per quante indagini avessi fatto non mi riuscì di prendere in esame quest' opera, che al mio argomento sarebbe riuscita utile ed interessante.

Raimondo Fini non fu solo letterato di vaglia, ma riputatissimo cittadino, avendo coperto distinte cariche, tra cui quella importante di provveditore ai confini, come si legge dal seguente decreto:

Capodistria, li XXIII Maggio MDCXLVIII

In luoco del Molto Illustre, ed Eccellentissimo Signor Iseppo Gravisi per la sua trasmigrazione a Venezia, che esercitava la Carica di Proveditor sopra li Confini, dovendosi far elezione di Soggetto, che vi assista fruttuosamente alle occorrenze tutte; l'Illustrissimo, ed Eccellentissimo Signor Leonardo Contarini per la Serenissima Repubblica di Venezia ecc. Podestà e Capitanio di Capodistria ecc. avuta informazione delle qualità, e condizioni tutte riguardevoli, e degne del Molto Illustre, ed Eccellentissimo Signor Raimondo Fino, ha quello eletto alla medesima Carica con le prerogative, ed obblighi alla stessa spettanti, sicura l'Eccellenza Sua, ch' egli con li concorsi di sua Virtù non lascierà, che bramarsi nell' attinenza de' pubblici interessi, per accrescer questo agli altri meriti di sua Casa.

(Dalle leggi statutarie per il buon governo della provincia dell'Istria ecc. raccolte e stampate sotto il reggimento dell' Ill. ed Ecc. Sig. Lorenzo Paruta, pod. e cap. di Capodistria A. D. MDCCLVII).

213.

-

Mss. Gr.

Leonardo Contartni Podestà e Capitanio

(E.)

GLAVINICH padre Francesco, (1648) (') dell'ordine dei Minori Osservanti, nativo di Canfanaro, com' egli attesta nella Storia di Tersatto. Fu guardiano benemerito

(1) Nacque a Canfanaro nel 1580; morì a Tersatto nel 1650. Arricchì la biblioteca del suo convento di molti libri portati specialmente dall'Italia; ma un incendio del 1628 la distrusse del tutto. Istria, an. I, 1846. (E.)

del convento di Tersatto, poscia provinciale della Bosnia, Croazia e Carniola, teologo, e predicatore apostolico. Fece costruire la cappella della B. V. di Tersatto simile a quella di Loreto; fu alla corte di Ferdinando II, al quale dedicò anche un'opera, ed era tenuto presso l'Imperatore in tale estimazione, che lo stesso Glavinich dice a pag. 68: «Sua maestà aveva di me buona opinione, per avergli dedicato poco innanzi alcune mie stampette.»

Dall' istoria della Dalmazia del padre Bomman T. 1. p. 10, Venezia 1775, rilevo che il Glavinich nel 1617 fu incaricato dal vescovo di Segna fra Giovanni Agalich alla direzione della ristampa della prima edizione del messale e breviario glagolitici fatta in Fiume nel 1527, di cui n'era scarsezza di copie, e che il Glavinich tolse ciò ch' era deforme nel dialetto della prima edizione, coll' autorità di un manoscritto, che conservavasi presso l'arciduca Carlo d' Austria. Nella storia di Tersatto p. 67 ci narra che nel 1624, essendo provinciale, passò a Vienna, e ritrovò nel castello di Graz dodici cassette delle stampe della traduzione della Sacra Scrittura in carattere cirilliano, ed altre dodici in carattere glagolitico, le trasportò a Fiume, e le ripose in quel castello; ed a pag. 69 ci dà conto pure, che Stefano Istriano da Pinguente, luterano, tradusse () in Tubinga, in unione a Giorgio Giuricich da Castua, parroco di Oberburg la Sacra Bibbia in illirico, e fu stampata con caratteri cirilliani, geronimiani, e latini. Le opere date alla luce dal Glavinich, a me note, sono le seguenti: IN LATINO

1. Un volume di storie, già accennato, e dedicato all'imperatore Ferdinando II, di cui ci dà pure notizia il padre Bedecovich nel suo Natale solum S. Hieronymi del 1752 pag. 174.

IN ITALIANO

2. Storia Tersattina. Udine 1648, di pagine 78 in ottavo grande.

IN ISLAVO

3. I quattro Novissimi (ossia Çetiri poszlidnya çlovika). Pritiskana u Benètzich pólag Ivana Salis Kia 1628 di pagine 83 in quarto piccolo.

4. Vita dei santi (Czvit Szvetich) to jest sivot szvetich Po o F. Franciscus Glavinichu istrianinu reda S. Francisca u Bnecich 1702. Po Mikuli Pezzanu in 4o.

Questa probabilmente sarà una seconda edizione (2).

(') Stefano Console, prete del circondario di Pinguente, abbracciò la riforma e ammogliatosi ricoverò in Germania nel 1548. Datosi alla predicazione e all'insegnamento non ebbe fisso domicilio. Tradusse in italiano libri che favorivano la riforma per divulgarli in Italia. Pubblicò varie opere tra cui alcune in lingua slava con lettere glagolitiche, cirilliche e latine; in lingua italiana fece la versione del piccolo catechismo di Lutero (1562), la Confessione della fede presentata a Carlo V, la Confessione delle dottrine della Chiesa di Sassonia scritta nel 1551 per inviarla al Concilio di Trento. riformatore istriano leggasi L'Istria an. I, N. 1-2 e N. 24-25.

Sopra questo

(E.)

(2) Il Glavinich scrisse ancora in latino Manus Christi amoris, vol. 1. Venezia, 1625; in italiano Confessario cattolico, v. 1, Udine, 1642 Origine delle provincie bosnese-croatica, v. 1. Udine, 1691, V. L' Istria, I, 1846, 24-25; e il Saggio di Bibl. istr. n. 2800.

(E.)

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214. Da PARENZO Bernardo (1650), di lui ci dà conto il Gavanto, che fosse autore di un libro pubblicato col titolo Lilium Missae. (Thes. Sacr. Rit. pars. 5). Il Vergottini nel Saggio storico di Parenzo ne fa cenno e sospetta che fosse anche pittore, perchè alcune pitture nel monastero di S. Giustina in Padova sono contrassegnate da un tal nome; vedremo però nel capitolo VI, N. 370, che il pittore Bernardo Parentino dell' Ordine Agostiniano mori in Vicenza nel 1531 di anni 94. (1)

-

215. Dell' Argento Vitale da Trieste (1661), stampò in Udine nel 1661: Relazione della venuta dell' Imperatore Leopoldo a Trieste, come abbiamo dal Mainati Cr.. T. III. p. 250.

216. FINI barone Alessandro di Trieste (1664), nell'anno 1660, ancor giovinetto, fu spedito oratore dalla sua patria all' imperatore Leopoldo I, che si trovava in Duino, e a cui lesse orazione dedicatoria a nome della città; passò quindi alla corte in qualità di coppiere; e nel 1664 fu uno dei dodici cavalieri dell'ambasciata a Costantinopoli del conte Lesle; quindi si trasferi alla corte, dell' arciduchessa Eleonora d'Austria vedova regina di Polonia, dalla quale fu aggregato al numero de' suoi camerieri delle chiavi d'oro, ed inviato da Turonia a Brezlaw in Ucrania (2) con dispacci per il novello re Giovanni, e poscia spedito dalla stessa in qualità d'inviato regio straordinario alle diete di Polonia e Lituania; ove maneggiando con destrezza gli affari di quella regina, fu ammirata la sua abilità da quei magnati. -In sei campagne nell' Ungheria servi il duca Carlo di Lorena marito di Eleonora d' Austria nella carica di maggiordomo di Corte nell' armata, e dopo la morte di questo principe ritornò in Innsbruk presso la regina in qualità di cameriere d'onore, economo maggiore della corte, e consigliere di camera nel Tirolo, onorato poscia dall'imperatore Leopoldo della prerogativa di cameriere delle chiavi d'oro. (Ireneo.) A tutte queste qualità univa l'amore per la letteratura, come c'istruisce il barone de Codelli (Scrittori friulano-austriaci, Gorizia 1792 p. 104) avendo lasciate mss. le seguenti opere: 1. La vita di Eleonora d' Austria, poema epico diviso in dodici libri.

2. Relazioni del viaggio fatto a Costantinopoli, e del governo ottomano. Descrive i varii accidenti incontrati nel viaggio, che intraprese come internunzio di Leopoldo il grande, alla città di Costantinopoli.

217.

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PETRONIO dottor Prospero (1670) da Pirano, (3) sotto il nome di Propercio Sperono scrisse Memorie sacre e profane dell'Istria e sua metropoli, sul piano di quelle che aveva scritte monsig. Tommasini vescovo di Cittanova, ora perdute.

(1) È chiaro che il Vergottini confuse Bernardo da Parenzo vissuto nel secolo XVII, autore di un Lilium missae, col celebre pittore Bernardo da Parenzo o Parentino vissuto secondo si ritiene tra il 1437 ed il 1531.

(2) Ucrania (Frontiera) regione fertilissima appartenente alla Russia. S. T.

(E.) (E.)

(3) Il Petronio non è nato a Pirano ma a Capodistria come si rileva dalle seguenti parole di Agostino Carli :

Prospero Petronio savant medicin à Trieste, mais nè a Capodistria, où il mourut l'année MDCLXXXVIII dans un àge octogénaire avait composé un ouvrage fort savant et très etendu, dont le titre etait Memorie istoriche sacre e profane dell'Istria e sua metropoli, le quel a été conservé précieusement dans sa famille jusqu' en l'année MDCCLVII. Agostino Carli ms. int. «Curiositès de Capodistria» che si conserva presso il Municipio della stessa città al N. 279, prot. degli esib.

(E.)

L'opera del Petronio, accennata da tutti gli scrittori delle cose istriane dopo quell'epoca, e dallo stesso Schoenleben, non fu mai data alle stampe, e da G. R. Carli fu creduta smarrita. Nell' anno però 1821 da me fu veduta nell' Archivio secreto mostratami dal commendatore Agostino Carli, che n' era l'archivista.

Quest' opera è un grosso volume in foglio, e contiene la descrizione e il prospetto di tutti i luoghi dell'Istria, grossolanamente delineati. Farebbe cosa grata alla patria chi ne prendesse l'incarico della pubblicazione. (1) Nella casa del signor Benedetto Petronio in Capodistria esiste il diploma dottorale di Prospero Petronio coll' annesso di lui ritratto (').

218. VERGERIO Girolamo, figlio postumo di altro Girolamo, nacque li 19 novembre dell' anno 1522 in Capodistria dall' antica ed illustre famiglia Vergerio di quella città. Fu professore in Pisa ed in Padova, e lodato grandemente dal Papadopoli (Hist. gymn. Patav. 1726 pag. 172, 176, 371 N. 147 Venetiis apud Coleti), chiamandolo. fornito perspicacissimae mentis acumine, et ingenii ad omnes disciplinas dexteritate. Ne' suoi studii fatti in patria ed in Padova si dedicò particolarmente alla filosofia, ed alla medicina, ed in ambidue, ancor giovinetto, talmente approfittò, che in fresca età accintosi a prendere la laurea dottorale, per consenso unanime dei professori fu giudicato meritevole di onori maggiori. Viene detto, che da Bartolomeo Salvatico, richiesto del consiglio se si dovesse esporre all' esame del dottorato, presagendo dalle di lui cognizioni attuali i prosperi successi futuri gli rispondesse: Vade, age; doctor eris supra doctores, ed aver poscia aggiunto, ch' egli diverrà la parte più eŝimia della di lui istituzione. Ai vaticinio corrispose l'effetto, e come confermò peranco Tommaso Canevesio professore di Cracovia, parlando con lode di lui, e lo sarebbe divenuto maggiormente, se in età ancor fresca, dall'invida morte non fosse stato rapito.

In un documento del 27 settembre 1660, tratto dal Libro consigli di Capodistria, esistente in quell'archivio podestarile, si rileva, che fu condotto pubblico medico in patria per la seconda volta con elezione a pieni voti nel giorno 26 decembre 1658 per il corso di 6 anni; epoca nella quale egli contava l'età di anni 36, e dando un egual corso di tempo alla di lui prima condotta, risulta che di anni 26 fu prescelto a pubblico medico in patria.

Da questo stesso documento rilevasi inoltre che ricercò alla città la dispensa per compire il corso che gli restava di oltre quattro anni, «essendo RICHIAMATO dall' eccellentissimo granduca per lettore ordinario nello Studio di Pisa con stipendio di ducati ottocento all'anno.» Ottenne la dimissione, ed ebbe a sostituto nella condotta il dott. Giacomo Romano. Le espressioni essere stato richiamato dal gran duca, mi fanno arguire, che il Vergerio in precedenza, e forse prima che fosse medico in patria, sia stato la prima volta professore in Pisa; ciò che concorda col detto del Papadopoli, che giovane fu fatto professore in quella città.

Passò dunque il nostro Girolamo la seconda volta professore a Pisa nell' età di anni 38, cioè nel 1660, e vi si trattenne sino al 1665, in cui essendo di anni 43, e non 33, come dice il Papadopoli, chiamato in Padova dal Senato veneto collo stipendio di fiorini 600, ascese la cattedra di medicina teorica in successione al

(') La casa Petronio, poi Grisoni, appartiene ora al Convitto diocesano Parenzo - Pola; sulle Memorie del Dr. Propero vedasi quanto fu citato nella nota 1, pag. 233. (E.)

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