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fu spedito in Ungheria col segretario del consiglio dei dieci Gio. Capello, ove si espose al pubblico servizio con grave dispendio ed incomodo al pericolo di viaggi, di guerre, e di peste, non con altro scopo che di meritarsi gli effetti della pubblica grazia.

Da altra ducale del doge Alvise Mocenigo (1700) se ne ritraggono amplissimi elogi pei servigi prestati e viene indicato col mezzo dell' ambasciatore Soranzo l'infortunio occorso ad esso dragomanno della demolizione di sua casa, con dissipamento delle proprie sostanze nell' accidente di grave incendio accaduto a Galata, essendo egli assente, per cui si accrebbe il dolore e gli aggravii alla famiglia.

In altra ducale del principe Gio. Corner del 1716 si contengono i più ampii elogi del Carli, e viene fatto dragoman grande, come da ducale che incomincia: «Sono presenti sempre alla grata memoria del senato i lunghi, pontuali ed arrischiati servizj resi per il corso ormai d'anni 46 dal FED. DRAGOMANNO pub. RINALDO CARLI, reso debole e stanco, più dalle continue fatiche ed agitazioni sofferte sempre con intrepidezza e costanza, che dall'aggravio degli anni vicini ai settanta, e tutto distintamente raccoglie nell'esatta sua scrittura il Dil. N. H. K. MEMO, ultimo ritornato dalla Porta, che sotto gli occhi proprj ha compatito li stracej sofferti del benemerito e fedelissimo ministro nell' individuo con pregionie crudeli, e nelle sostanze tutte rapite, e perciò viene eletto al posto di DRAGOMAN GRANDE, vacante per la morte di Tom. Tarsia, con tutti gli onori e preminenze del grado».

224. SCUSSA Vincenzo da Trieste (1610-1702), canonico scolastico e vicario generale, del quale fra Ireneo parla in più luoghi della di lui storia di Trieste con somma lode, ed anzi dichiara essere a lui debitore delle molte notizie patrie inserte nelia sua opera. Egli fu dotto ecclesiastico e diligente raccoglitore delle cose patrie in modo che l' Ireneo dice essergli la patria molto debitrice. Nulla di lui abbiamo alle stampe (1), eccetto una breve relazione della caverna situata nel territorio di Trieste, detta dagli antichi Specus Lugea, (2) inserta nella detta storia. Fece pure una Descrizione della diocesi di Trieste, accennata dall' Ireneo, che rimase inedita, e nella quale si riscontrano essere state allora 429 chiese e 54,595 anime senza il clero secolare, regolare e le monache. Quest' opera con altri MSS. pure interessanti di quel capitolo cattedrale, e di quella città esistono in mano di persona che saprà farne buon uso e pubblicarle colle stampe (3). Il canonico Scussa fu contemporaneo dell' Ireneo, e cessò di vivere il giorno 16 settembre dell' anno 1702 (1).

(1) Il can. Vincenzo Scussa scrisse la Storia cronografica di Trieste ecc. di cui si ha un' edizione del 1863, ed una seconda del 1886, curata da F. Cameroni e pubblicata in Trieste coi tipi di A. Levi e C.-A questa seconda edizione, il Cameroni aggiunse gli Annali dal 1645 al 1848 di P. Kandler, premettendo una biografia del can. Scussa, il quale era anche buon poeta latino. (E.)

(2) La relazione della Specus Lugea non è dello Scussa, ma del canonico Gio. Batt. Francol amico e concittadino dello Scussa. V. La storia cronografica di Trieste ecc. (E.) (3) Questa persona, secondo lo Stancovich, era Iacopo Guadagnini triestino, ma il Cameroni, che fece diligente ricerca della succ. Descrizione, assicura di non averla rinvenuta, benchè posto sulla traccia dal sig. Luigi de lenner, erudito cultore di cose patrie. Avrà corso, aggiunge il Cameroni, il deplorato destino di altra cronaca triestina, quella di Paolo Gradense. V. o. c. (E.) (1) Un altro sacerdote Scussa di Trieste nominato Antonio, e pronipote del canonico Vincenzo, vissuto posteriormente, lasciò scritti storici municipali, tra cui Annotazioni di cose seguite a Trieste e fuori dal 1734 al 17-19. — Autografo in 4 di pag. 860. V. Prov. dell'Istr. IV. 1870, 9.

(E.)

225. GIORGINI Bartolomeo (1733), da Albona, farmacista, nel 1733 estese un opuscolo col titolo: Memorie storiche antiche e moderne della terra e territorio di ALBONA, preceduto da una dedicatoria ad un Premarino nobile veneto podestà di quel luogo (1). In quest' opuscolo, ch'è diviso in XII capitoli, e del quale io posseggo un esemplare manoscritto, tratta il Giorgini nel capitolo 1. Dell'origine ed antichità di Albona; nel 11. Del suo ingrandimento; nel III. Delle fortificazioni; nel IV. Dei monumenti antichi; nel v. Del suo territorio; nel vi. Degli antichi dominanti dell'Istria e della Giapidia; nel vII. Dell' incursione dei barbari nell' Istria, e dei posteriori dominanti; nel VIII. Della dedizione di Albona alla Veneta Repubblica; nel Ix. Della comunità e consiglio di lei; nel x. Dello stato ecclesiastico; nel xi. Dei litigi pei diritti comunitativi; e finalmente nel XII. presenta un cenno biografico degli uomini illustri di Albona nelle lettere e nelle armi.

L'opera è scritta in parte con uno stile secentista, senza critica storica; contiene però ottime notizie degli ultimi tempi; parla delle belle arti, e dà alcuni cenni giudiziosi sulla storia naturale di quel territorio (2).

Il Giorgini ha certamente un titolo di merito, per aver esteso la storia della sua patria, e qui mi piacque ricordarlo quale compenso alle sue fatiche, e come stimolo agli altri nell' applicarsi a lavori consimili, essendo lodevole e benemerito quel cittadino che tributa un omaggio alla sua patria col raccoglierne, estenderne, e tramandarne la memoria.

Sarebbe desiderabile, che tutti i luoghi dell' Istria avessero di queste memorie; perchè oltre essere di decoro alla patria, diverrebbero utili per compilare la storia generale della provincia.

226. - GRAVISI marchese Cristoforo da Capodistria. Di lui null' altro ho potuto rintracciare, che soltanto quello che parla di lui Apostolo Zeno in una lettera dell'anno 1734 diretta al marchese Giuseppe Gravisi, in cui dice: «Ho letta e riletta la gentile anacreontica del sig. marchese Cristoforo Gravisi, che secondo il genio di simil poesie, ne conserva la vivacità, e la dolcezza (3).

227. BELLI (de) Giacomo da Capodistria (1746) ha dato alle stampe (Mazzucchelli Scritt. d' Ital., Brescia 1760):

Le Muse in gara, divertimento musicale, a sei voci, per sua altezza reale di Polonia, principe elettorale di Sassonia, il serenissimo Federico Cristiano, rappresentato dalle figlie del Pio Ospitale dei mendicanti il dì 4 aprile in Venezia, senza nome di stampatore, 1740 in 4o.

Questa nobile famiglia di Capodistria diede molti altri illustri soggetti accennati nella seguente epigrafe esistente in casa Belli :

(1) Zuanne Premarin podestà di Albona negli anni 1728-29-30-31. Kdl. Ind.
(2) L'Istria, a. II, 1847, pubblicò quest'operetta del Giorgini con emende ed aggiunte del Luciani.

(E.)

Il Sagg. di Bibl. la registra tra gli scritti storici al n. 1279. Lo stesso Luciani chiama il Giorgini Diligentissimo raccoglitore di patrie memorie nella p. c. mon. di Albona.

(E.)

(3) Il Gravisi lasciò parecchie poesie inedite che si conservano tra i Mss. Gravisi in Capodistria. Il Sagg. di Bibl. lo registra al n. 2717 (Biografia), tra i distinti istriani.

(E.)

PETRO equiti de Bellis

JULIO I. V. D. script. clariss. E. E. C. C. gallis et
Dictristein a secretis. a rege Sarmatiae ad
Galliarum regem destinato Lutet. Paris. vita functo
GEORGIO juris consulto praestantissimo
OTTHONELLO I. V. D. assessorum facile principi
optime de patria merito

AURELIO Otthon. f. I. V. D. catthedralis
justinopolitanae decano

JACOBO omnibus honoribus in Patria sua perfuncto
Otthonelli filio

OTTHONELLO Jacobi f principi reipub.

civitatis a secretis.

JOANNI Ambrosio Jacobi f. can. archid.
et vicario generali

JULIANO Jacobi f. centuriae praef. in bello Dalmatiae
NICOLAO Jacobi f. laegionis ordinatori in bello
Peloponesiaco

AURELIO Jacobi f. I. V. D. PP. amantiss.
civibusque dilectiss.

NICOLAO Ambrosio de Trucoff nob. regni Boem. a
Ferdin. III diplom. decorato

DANIELI Vinceslao Nic. Ambros. f. equiti Caesaris

a consiliis

IGNATIO Daniel f. in eadem regno equitum duci
JACOBUS Aurelii f. illustr. V.
Majoribus. B. M.

H. P. M. Anno Erae Vulg. CCCXLVIII.
Fr. MARCUS capucinus de Bellis

In saeculo JOANNES Otthoniel. f.
Sanctitate venerandus

Monasterium suae religionis Justinop. fundavit
In palat. pontif. in D. Petri et D. Laurentii Romae
Sacris concinnavit

Veronae in lue cruenta suis et populo suffragando et praedicando

Sacri apostolatus victima morbo defecit

Anno 1630.

L'epigrafe sopra tela incorniciata esiste anche oggi in casa Belli (via Eugenio) e si trova sull'uscio di ponente nell'ampia sala del primo piano presso il ballatojo; ma non corrispondendo in gran parte con quella dello Stancovich, la riportiamo qui come ci venne cortesemente inviata dal sig. Nicolò Belli fu Cristoforo, che con scrupolosa esattezza la copiò dall' originale :

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Petro. Equiti. De. Bellis

Iulio I. V. D. Scriptori. Clariss. E. E. C. C. Galli. Et. Dietristain. A. Secretis
A. Rege. Sarmatiae. Ad. Galliar. Regem. Destinato. Lutet. Paris. Vita. Functo
Georgio. Iuris. Consulto. Prestantissimo

Othonello. I. V. D. Assessorum. Facile. Principi. Optime. De. Patr. Merito
Aurelio. Othon. F. I. V. D. Cathedralis. Iustinopolitanae. Decani

Iuliani. Othon. F. Centuriae. Duci. In. Bello. Mantuae
Iacob. Omnib. Honorib. In. Patria. Sua. Perfuncto Othon . F
Othon. Iacobi . F. Principi. Reip. Civitat. A . Secretis
Ioanni. Ambrosio . Iacob. F. Can. Archid. Et. Vicario. Generali
Iuliano. Iacob. F. Centuriae. Praef. In. Bello. Dalmat.
Nicolao. Iacob. F Legionis. Ordinatori. In. Bello. Peloponesiaco
Aurelio. Iacob F. I. V. D. P. P. Amantiss. Civibusq. Dilectissimo
Nicolao. Ambros. De. Truchhoff. Nob. Regni. Boem. A. Ferd. III. Diplom. Decorato
Danieli. Vinceslao. Nic. Amb. F. Equiti. Caesaris

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A.

Consiliis

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228, - VERGOTTINI dottor Antonio da Parenzo (1749), canonico ed arciprete di quella cattedrale, nel 1749 diede alla luce un opuscolo, che ha per titolo: Memorie storiche delle reliquie dei SS. martiri Mauro ed Eleuterio.

229. GRAVISI marchese Giuseppe da Capodistria (1750).(') Da nessun'altra fonte ho potuto ritrarre notizie di questo dotto giustinopolitano, senonchè dalle Lettere e dalle Vossiane di Apostolo Zeno: le prime in numero di 29 che scrisse allo stesso, dall'anno 1730 sino al 1750 in cui cessò di vivere. Sono queste in risposta sopra vari argomenti di numismatica, di lapidaria, di critica, di erudizione, di belle lettere, e particolarmente di ringraziamento alle copiose notizie intorno Girolamo Muzio, che dal Gravisi venivano comunicate allo Zeno, il quale si era accinto con impegno a scriverne la vita.

Da queste lettere appare la stima e l'amicizia che lo Zeno professava al Gravisi, e con esse conservasi la memoria di alcune produzioni letterarie del medesimo, unitamente al giudizio proferito dallo Zeno e che più abbasso riporterò. Nelle Vossiane confessa lo Zeno i molti lumi ricevuti dal Gravisi, ch'era provveditore

(1) G. Gravisi nacque verso il 1770 e mori nel 1774, come si legge nell'elogio funebre detto in suo onore da Alessandro Gavardo. (Mss. Gr.)

(E.)

ai confini (1), e che senza di lui sarebbe stato al bujo di moltissime notizie interessanti, e lo chiama gentiluomo dei principali di Capodistria, «ornato di tutti quei fregi, che ad un nobile e ad un letterato appartengono.>>

SCRITTI EDITI DI G. GRAVISI

1. Opinione critica sopra i drammi. Chiama queste composizioni mostri odiosi della poesia; sentenza che sosteneva pure il Muratori, denominandoli mostri ed unioni di mille inverisimili, opinione, che dallo Zeno, scrittore di drammi, non ebbe l' intiera approvazione, poichè colla lettera responsiva n: 756 dell'anno 1730 giustifica in delicata forma ed avuto riguardo al gusto dei tempi, questo genere di componimento. 2. Esame e parere sopra i due sonetti del Bembo, e del Casareggio. Sopra la qual produzione, risponde lo Zeno colla lettera n. 760 del 1730, e giudica savio questo lavoro, ne loda l' aggiustatezza, il senno, la bella e gentil maniera, con cui dà la spiegazione.

3. Un Sonetto in lode del vescovo di Capodistria. Lo Zeno colla lettera n. 816 del 1733 lo dichiara bellissimo, e dice che, «i due quaderni sono una eccellente pittura, sostenuti da una vivezza di spirito maravigliosa, e da una nobiltà di fantasia poetica che rapisce;» aggiungendo che tale è stato pure il giudizio dell'ab. Verdani. 4. Annotazioni sopra i due primi libri dell' Egida del Muzio. Stese il Gravisi queste annotazioni a richiesta dello Zeno, colla lettera n. 811 del 1733, alla quale soddisfece, e lo Zeno, dopo averle ricevute, risponde colla lettera numero 825, esprimendosi nella forma seguente: «La ringrazio delle sue annotazioni, le quali generalmente parlando, mi sono piaciute.»><

5. La Selva, componimento poetico, sopra cui lo Zeno colla lettera n. 1135 del 1741 risponde: «Ho letto e riletto il suo componimento poetico, da lei molto saviamente chiamato SELVA, col qual nome i primi a introdurlo nella lingua volgare, a imitazione di Stazio, furono Bernardo Tasso e Luigi Alamanni. Glielo rimando, e se non lo vede che in un sol verso ritocco, l'assicuro che ciò provenne da non. avervi osservata cosa alcuna che mi sia spiaciuta, anzi che non mi sia grandemente piaciuta. I versi del bravo Muzio, che qua e là opportunemente vi ha inseriti e sparsi, nè più nè meno vi spiccano di quelli, co' quali gli ha accompagnati: il che è prova manifesta della bontà e perfezione degli uni e degli altri: laonde me ne rallegro, e la ringrazio dell' avermi fatto anzi tempo godere una si nobile poesia, con tanta maestria tessuta e verseggiata.»

Io non vidi nè lessi alcuna produzione del Gravisi, che se mi fosse caduto in vista qualche cosa, non avrei ommesso di qui produrla al gusto del pubblico. Resterà campo aperto ad altri, e specialmente ai di lui concittadini di supplire al vuoto, ed accrescerne la memoria e le notizie.

(1) Fu sindaco di Capodistria parecchie volte, deputato nella materia dei sali, preside all'ufficio direttoriale, deputato alle cause pie. Appianò in parecchie occasioni con rara prudenza gli attriti insorti tra il governo veneto e l'austriaco da meritarsi gli elogi del sap. Senato. V. Elogio Gavardo.

(E.)

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