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se ne forma gli elogi, ed è dichiarato prediletto e benemerito del suo principe. Man. p. 82, Cron. justinop., Racc. decr. sovr. di Capod. Registri Gavardo.

Cessò di vivere in patria dove ebbe pubblici funerali, e gli fu eretto un monumento, colla seguente iscrizione, posta nella chiesa di S. Domenico sopra la porta che conduce ai chiostri:

290.

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CONSILIO ET MANV HOSTES FVDIT FVGAVITQVE. (1)

BERNARDINO da Montona, (1483), fu capitano all'assedio di Ferrara col duca della Mirandola, e con altri valorosi capitani nella guerra dei principi italiani collegati contro i Veneziani nel 1483, ove diede prove luminose del suo genio militare. Sabellico ist. ven. dec. IV.

291. -INGALDEO Giovanni, (1485), capitano (2).

(') Questo Rinaldo Gavardo fu pronipote del celebre Gavardo II ed appartenne al ramo primogenito, mentre i sopra nominati furono del ramo secondogenito, i quali soli portano nel centro dello scudo un piccolo cuore con entro una lingua infuocata stretta da morse. La linea primogenita di Rinaldo si estinse nel secolo 18, e come fu detto, vivono ancora a Capodistria i discendenti della secondogenitura, che vantano gli eroi di Candia, di Cereto, di Ferrara ecc.

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Lo stemma dei Gavardo è uno scudo partito perpendicolarmente d'argento e di nero, tutto attraversato da bende dell'opposto colore, con sul cimiero del sovrappostovi elmo, uno struzzo portante un ferro di cavallo nel rostro. (E.)

(2) Giovanni Ingaldeo capitano degli Slavi (territoriali) fu uomo di antica fede e valore, e le sue virtù passarono e si riprodussero nel figlio Pasquale. Prese parte all' impresa di Trieste, la quale, dice il Luciani, che è stata (fa dolore il pensare) una delle tante guerre fraterne che dissanguarono la nazione e con essa anche l'Istria nostra. V. Prov. dell' Istr. an. VII, n. 8. Lettera di T. Luciani al prof. N. Grego direttore del ginnasio di Crema. (E.)

292.

INGALDEO Pasquale figlio, (1485), da Capodistria, pure capitano. Giovanni fu capitano degli Slavi, e per quanto dichiara la ducale 9 aprile 1478 del doge Andrea Vendramin fece prigionieri sei Turchi, che presentò al serenissimo principe per mezzo di Pasquale di lui figlio, ed in detta ducale è dichiarato che le virtù e la fede di Givvanni è degna della grazia sovrana: - Pasquale nel 1482 era connestabile, e valoroso, per quanto si legge nella ducale di Giovanni Mocenigo 28 aprile di detto anno, e nel 1485 per ducale del detto doge 16 ottobre, stante l'età avanzata di Giovanni Ingaldeo, veniva il di lui figlio Pasquale per la servitù prestata virilmente nelle passate guerre, in qualità di connestabile, dichiarato suo successore nel capitanato degli Slavi. Racc. dec. sovr. di Capod.

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293. TARSIA Giacomo di Capodistria, (1493), fu castellano del Castel Nuovo, forse il castello di Capodistria presso la città, (1) perchè è detto nella ducale 4 marzo 1475: Fidelissimo nostro Jacobo Tarsia castellano in Castello Nuovo istius civitatis. Nella detta ducale è chiamato a Venezia per conferire sopra oggetti importanti. Militò in Levante sotto le insegne venete, donde fu chiamato dalla Repubblica sull'istanza di Federico imperatore, perché si trasferisse a Pordenone per resistere all' impeto degli Ungheri, e meritò col fratello Giannello, e discendenza, di essere creato Conte palatino del Sacro Romano Impero, come da diploma dato in Graz 4 febbraro 1478. Ritornò in Levante, ove segui-la di lui morte cagionata da ferite, militando contro gli Ottomani in qualità di capitano generale d' infanteria in Corfù, come apparisce dal suo testamento fatto intorno l'anno 1493. Vedi Racc. decr. sovr. di Capod.

294. BOMBIZZA Giovanni da Muggia, (1511), (2) valente soldato. Essendosi avviato a Muggia Cristoforo Frangipane colla scorta di venticinque cavalli, intimando la resa del luogo per l'imperatore Massimiliano, ricusata dai muggesani, fu spedito il Bombizza con una fusta, ed una barchetta contro il Frangipane per la via più breve, e smontato a terra colle sue genti, assali i nemici che ritornavano a Trieste e uccise la maggior parte di essi entrando a Muggia in trionfo Bembo Cardinale Ist. Ven. Altri scrittori parlano onorevolmente del Bombizza, il quale era anche fornito di ricche fortune, mentre col proprio peculio, e per terra e per mare si mostrò cittadino invitto alla difesa della patria come lo attesta la seguente epigrafe posta nella parrocchiale di Muggia:

(1) Non potrebb' essere questo Castel Nuovo altro che l'antica rocca, innalzata, secondo il Kandler, nell'anno 1278, e che già nel sec. XIV aveva nome di Castel Leone. Vedi in proposito la nota 2, p. 229. (E.) (2) Il cognome è veramente Farra detto Bombizza. Fu uomo arditissimo; comandante di un brigantino armato a proprie spese e di una flottiglia di piccoli legni. V. Cod. dipl. istr. e De Franc. Not. stor. (E.)

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Questa lapide fu eretta, un secolo dopo la morte del Bombizza, da Giovanni de Apostoli all' atavo Giovanni, ed all'avo Sebastiano.

295.

ZAROTTI Antonio da Capodistria, (1511), sopraccomito, e cavaliere. L'anno 1511 armò una fusta a sue spese, con la quale per un anno continuo stette alla guardia del golfo di Trieste, e militò in altre circostanze con valore, come appare da più ducali che ne commendano la fede, ed il valore. Mansioli. (2)

296. TARSIA Damiano fu Giacomo di Capodistria, (1511), castellano di Castelnovo, e generale della fanteria e cavalleria in Istria, ove acquistò alla Repubblica Veneta i castelli di Piemonte, Barbana, Larsa, Razziza, Draguch, Verch, Sovignaco, Lindaro. Quattro ducali di Leonardo Loredan del 1509 e 1511 ne commendano il valore, i meriti, la fatica, ed i pericoli. Racc. decr. sovr. di Capod. p. 26, 27, 28. Il Manzioli dice esservi stati di questa casa undici capitani, e reca l'onorevole epigrafe posta sopra il di lui deposito nella cattedrale di Capodistria:

territorio

Magnanimus jacet hic Damianus Tarsias Heros

Qui decus in patria, praesidiumque fuit.
Ductor enim Venelis populos et Castra subegit.

Hunc rapuit falum, clausit et urna brevis. (3)

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(1) Di questo stesso anno 1511 contro il Frangipani, viene registrato un fatto ben più importante in cui si distinsero altri muggesani, cioè Lucca Farra detto Bombizza, Giovanni Robba, Francesco Arrimondo ed Antonio Roncon; nonchè Pietro de Verzi (altri dicono Diego) comandante del corpo dei capodistriani accorsi in ajuto di Muggia. La ducale 9 ottobre 1611 Leonardo Loredano tributa somme lodi ai Muggesani, che ardimentosi cacciarono l'esercito imperiale, forte di 5000 fanti e 900 cavalli, capitanato dall'ardito Frangipani. V. Racc. Duc. e Term. Muggia, Cod. dipl. istr. P. Bembo; ed A. Marsich Notizie di Muggia e suo Trieste, Bello, 1872. E nel novembre 1511 i Muggesani ferirono il Frangipani. (E.) (2) Antonio Zarotti fu anche sopraccomito per Capodistria d'una galea nella guerra contro il Turco, mori a Candia nell'an. 1539, d'anni 55, cagionando immenso dolore a tutta l'armata, di cui ottimamente avea meritato. G. Vatova nella Provincia dell' Istria, XVIII, 21. Già nel 1508 Gio. Andrea Zarotti comandante un corpo d'uomini di Capodistria si distinse nella guerra dei Veneziani contro l'imperatore Massimiliano. Tra i bravi istriani troviamo anche un Marco da Veglia (de Veggia) capo della milizia provinciale (cernide). Cod. dipl. istr. De Franc. Not. stor. (E.) (3) Nel 1509, Castelnovo, ricuperato dai Veneziani, fu dato in custodia a questo Damiano Tarsia, il quale tolse agli austriaci oltre i luoghi qui nominati anche Colmo di Pinguente e Chersano presso Albona. Kdl. Ann. De Franc. Not. stor. Larsa non sappiamo che castello sia stato, a meno che non sia errore tipografico e non s'intenda sull'Arsa aggiunto di Barbana. — Il castello di Razzizze è detto anche Racise. (E.)

297.

GAVARDO Roberto I. fratello di Santo II. di Capodistria, (1515), militò con valore ed ardimento nelle guerre del Friuli, e di Ferrara, per cui ottenne nel 1515 una pubblica provvigione in vita. Già nel 1509, come apparisce da ducale 9 novembre, nell' assedio dato dal conte Cristoforo Frangipane a Castelnovo fu ferito, preso, e condotto prigione in Trieste. Questa perdita fu sensibile alla Repubblica, per cui fu incaricato il podestà di Capodistria a fervidamente interessarsi del riscatto. Racc. decr. sovr. di Capod. p. 18, e Mem. mss. fam. Gavardo. (')

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298. GAVARDO Alessandro I. di Capodistria, (1515), personaggio di virtù e valore distinto. Nel 1511 fu eletto motu proprio dal doge a Vice Collaterale di Padova e con ducale ne commenda le qualità (2). Con altra ducale del 1527 gli viene affidata la rassegna delle genti d'armi in Ravenna, ov' era in pubblico servizio, ed in vacanza del Provveditor Veneto ebbe il comando delle genti a piedi ed a cavallo governando con intiera e pubblica soddisfazione. Mem. mss. fam. Gavardo.

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299. GAVARDO Gavardo III. di Capodistria, (1519); nel 1514 con duecento uomini armati a proprie spese, ad imitazione dei suoi preautori, si trovò pronto contro le scorrerie nell'Istria. (3) Nell' anno stesso, in febbrajo, con tre barche armate a sue spese guardò la bocca del fiume Anfora per impedire che fossero condotte vettovaglie a Marano, ove combattendo prese varie barche armate dei Maranesi con Mattio e Nicolò Cade ribelli della Repubblica, che spedi al Consiglio dei Dieci, non ricevendo mai la generosa somma ai medesimi imposta. Nel 1516 si trovò con truppe a proprie spese all'impresa di Monfalcone, e nel 1519 scopri i preparativi di un assalto col quale si doveva dare dai nemici il detto Monfalcone, ma per opera sua fu provvisto, e riparato. Tutto ciò rilevasi da ducali, e da lettere dei generali, che ne lodano lo zelo, ed il valore. Mem. mss. della fam. Gavardo.

300. De LEO Antonio di Trieste, (1521), supremo governatore dell' arcivescovato di Cosenza, inviato dal sommo pontefice Giulio II suo nunzio all' imperatore Carlo V. in Napoli, come dalle istruzioni date, e lettere speditegli sub annulo pescatoris 23 aprile 1521. Ireneo Stor. di Tr. In queste lettere è dichiarato famigliare, e stabile commensale di detto pontefice. (1)

(1) Cristoforo Frangipane assediò e prese Castelnovo, dove Roberto I Gavardo fu fatto prigioniero con altri della sua famiglia, ma col sacrificio della sua sostanza venne liberato, e nel 1515 prese le armi nella così detta prima guerra del Friuli e in quella di Ferrara. Notiamo qui che nell'anno successivo 1516 fu segnata la pace di Noyon colla quale Venezia riebbe tutti gli stati suoi di terraferma. (E.)

(2) Collaterale vice collaterale chiamavansi nell'antica milizia quelli che sopraintendevano alle paghe dei soldati e davano ordine di pagarli. Di Alessandro I Gavardo fa pure menzione T. Luciani nelle Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. — Prov. dell'Istria, VII, 1873, 20. (E.)

(3) Gavardo III fratello di Santo II, il valoroso sopracomito di galera. Le sue imprese militari in Istria furono durante le scorrerie degl'imperiali fatte specialmente per difendere il castello di Raspo (1511), già tolto ai Veneziani nel 1509. I particolari poi delle ostilità avvenute in Istria nel 1514 non sono noti; lo stesso diligentissimo De Franceschi (Istr. Not. stor.) dichiara di ignorarli; dice peraltro che nel dì 26 settembre 1514 seguirono delle tregue, d'uso comune allora anche in Istria, perchè le popolazioni stremate di forze ne sentivano la necessità. (E.)

(4) Antonio de Leo sarebbe quindi contemporaneo all'altro Antonio de Leo nominato dallo Stancovich nel n. 281. Il primo nunzio del potefice Giulio II, il secondo milite, ambasciatore ecc. e probabilmente lo stesso Antonio de Leo che assieme all'altro triestino Pietro Giuliani fu inviato nel 1519 dal Comune di Trieste a Carlo V (che quale arciduca si trovava a Barcellona) per implorare da lui la facoltà di navigar liberamente tutto l'Adriatico e tutto il Levante ecc. V. La stor. di Trieste ecc. di Iacopo Cavalli. (E.)

301.

APOLLONIO Lorenzo di Capodistria, (1530), capitano di cento cavalli all'assedio di Padova e Treviso ruppe gl'inimici, ai quali levò un'insegna, che si conserva nella casa Apollonio. Servi l'Alviano capitano generale della Veneta Repubblica e morì al servizio del duca di Urbino Francesco Maria il Vecchio, generale della stessa. L' Apollonio era tenuto dal duca per uno dei tre suoi primi capitani. Manzioli. (')

302. SCAMPICCHIO Matteo di Albona, (1534), di nobile e distinta famiglia, nella guerra insorta tra la Repubblica Veneta, e l'imperatore Carlo V, per ristabilire lo Sforza nel ducato di Milano, combattè valorosamente sotto Chersano alla testa dei suoi albonesi, e di alcune compagnie di milizia regolare in servizio della Repubblica contro una grossa partita di milizie imperiali, comandate dal conte Cristoforo Frangipane nell'anno 1534. Nel 1553 fu decorato coi suoi posteri del titolo di cavaliere, e conte palatino. Giorgini Mem. stor. di Alb. (2)

303.

VERZI Giovanni di Capodistria, (1541), fu sopracomito due volte all'impresa di Marano nel Friuli, ed in quella circostanza dimostrò tale perizia nell' arte militare, che gli storici attribuiscono principalmente al di lui valore la presa di quella fortezza. Manzioli.

304. -DELL'ARGENTO Giusto triestino, (1554), cavaliere prudente nei consigli, e valoroso nelle armi, prestò lunghi servigi all' imperatore Carlo V, da cui nel 1548 fu dichiarato conte palatino. In qualità di Segretario del re dei Romani Ferdinando I. sostenne con lode varii gelosi incarichi, essendo più volte inviato oratore e nunzio alla Porta Ottomana, come rilevasi da più diplomi, e parzialmente da quello dato in Vienna 23 ottobre 1554. (Ireneo).

305. De CASTRO Gio. Battista da Pirano, (1559), capitano di cavalleria, servi valorosamente la Veneta Repubblica per il corso di anni cinquanta, ed ottenne pe' suoi meriti onorati stipendi, e quiescenza in patria, ove terminò i suoi giorni nel 1559. Di questo militare nella chiesa dei Minori Conventuali di Pirano esiste ad eterna di lui memoria la seguente epigrafe :

(1) E sotto il comando di Bartolomeo Alviano, si distinsero vari istriani nella guerra del Friuli del 1508, donde rimasto vittorioso sugl' imperiali, l' Alviano portò la guerra nel territorio austriaco, e prese Duino, Gorizia, Vipacco, la Carsia, Adelsberg, tutta l'Istria austriaca, Fiume e i circostanti luoghi della costa. C. De Franc. Istr. Not. stor. Famiglie col cognome Apollonio esistono anche oggi a Capodistria e in altri luoghi dell'Istria. (E.)

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(2) Della famiglia di questo prode istriano si distinsero altri individui, ai quali pel corso di quasi due secoli era stato affidato dalla Veneta Repubblica il comando delle milizie destinate a custodire il confine non solo di Albona e Fianona, ma di tutta quant'è la provincia. (T. Luc. - Albona Venezia, tip. Ist. Coletti, 1879). A Chersano (Carsano) in varie epoche suceessero molti scontri sanguinosi tra Veneziani e Imperiali. (E.)

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