PoesieCompany' tipi Bodoniani, 1800 - Broj stranica: 86 |
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alfin ambe Anselmuccio april veste asconde assiso Astrea Baci e baci baci io donerò baci talor bacio impresso Bambol divino Bronte CAMPIDOGLIO celeste ch'ei Chè cielo a scintillar ciglio cimieri cinto colla crin Cuma dagliene degno doglia dolce Donna ecco Ercole erma figli Filistea flutto fugge gareggiar genitore Gentil bacio gigli gonna gonzo gran grembo il vasto guancia guata HARVARD COLLEGE Imene impresso Non bugiardo indi inferno innamora intanto invan l'ali L'alma famosa L'empio l'erbe e i fiori labbri lasci un bacio lasso leggiadra Luigi LUIGI GONZAGA manca Porporina gota Mandricardo MARIA metta appresso Mirala NASH Ninfa nube Nume occhi ortica pajo PARMA PATRIARCA DI VENEZIA pensiero piacer pianto piè pietade Porporina gota bianca ravviso Rodomonte rosei labbricciuoli Saravvi sbuca scimitarra sembiante sferza siete solea SONETTI Sospirar spirto sponde stanco suole Tarpeo torrente tosto unqua usberghi venti Verginella virtù volte
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Stranica 66 - RODOMONTE E MANDRICARDO S'INCONTRANO NELL'INFERNO Sfavasi colle man sotto le ascelle Mandricardo alla ripa d'Acheronte, aspettando fra cento anime felle la barca affumicata di Caronte; quando, deposta la scagliosa pelle, bestemmiando vi giunse Rodomonte, che spargea sovra il naso e le mascelle il sangue ancor dalla squarciata fronte. Nel volto si guardar l'ombre superbe; e dietro il truce lampeggiar degli occhi il tuon seguì delle parole acerbe.
Stranica 37 - MONACA Apriti , o nube , che lambendo .vai Del sacro tempio le superbe volte; Tu , che gran cose tieni in grembo accolte, Candidissima nube, apriti ornai.
Stranica 49 - Bronte; 10 sento i colpi del martel robusto, a cui risponde la caverna e il monte. Giù per le rughe della occhiuta fronte gli gocciola il sudor sul muso adusto, e negro più che il flutto d'Acheronte gli bagna il collo ed il peloso busto. — Bronte, t'affretta a preparare i dardi, che l'ottomano Encelado alla pugna sfida il ciel con la voce e con gli sguardi.
Stranica 63 - Maria tre volte egli chiamò per nome, ché glielo pose in su le labbra amore. Udillo il gran nemico, e per furore si lacerò le viperine chiome; udillo, e, tratto un gemito dal core, l'armi addentò disonorate e dome. Fermo il guardava intanto e lo scherma lo spirto vincitor, con un sorriso che tigri e serpi innamorato avria.
Stranica 64 - In cielo corse, e già beato adora Lei, che Donna e Regina ivi risiede: quegli occhi soavissimi già vede, ond'essa il cielo allegra ed innamora.
Stranica 5 - Nè di lui ch' a tal nodo mi distrigne. Vedete ben quanti color dipigne Amor sovente in mezzo del mio volto, E potrete pensar qual dentro fammi, Là 've dì e notte stammi Addosso col poder e' ha in voi raccolto, Luci beate e liete; Se non che 'l veder voi stesse v' è tolto: Ma quante volte a me vi rivolgete, Conoscete in altrui quel che voi siete.
Stranica 38 - Ben d'altro armata che di piastra o maglia: Tu combattesti assai: cogli la palma Dovuta al vincitor della battaglia. Ferma, dicea la Terra, almen ti caglia Di me, se non ti cai della tua salma. Temo che un nembo al tuo partir m'assaglia, Non certa ben s'or mi ritrovi in calma.
Stranica 62 - Io baciato l'avrei, tutto ripieno di cordoglio, d'amore, di rispetto; e, lacrime versandogli nel seno, detto gli avrei... Ma che gli avrei mai detto? Egli, giunto il suo volto al volto mio, con uno sguardo dolcemente stanco dato mi avrebbe, il so, l'ultimo addio. Ma, se fosse potuto venir manco egli solo, noi so; ché forse anch'io, morendo lui, gli sarei morto al fianco.