Commento alla Divina commedia d'Anonimo Fiorentino del secolo XIV ora per la prima volta stampato a cura di Pietro Fanfani, Opseg 2G. Romagnoli, 1868 |
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Acam acciò alcuna altra amore anima appresso Arno Auttore avarizia avea avea nome Beatrice buono CANTO capitolo d'Inferno Carlo carro ch'è ch'egli ch'era ch'io chè Chiaro appare Chiesa Cicilia cielo circulo colla com'è detto comincia compie suo capitolo corpo Cristo Davit dell'Auttore dice l'Auttore dicea diletto dimanda dirietro discrive donna ebbe ebbono elli emisperio Eneida erono Esti Eunoè facea fece figliuolo fiume furono gente Giocasta grazia grifone guarda Iddio imperadore Inferno innanzi intelletto intende invidia Jerusalem l'altro l'anima l'Aut l'uno l'uomo luogo maraviglia Meleagro messer moglie mondo monte morte mostra notte occhi Ovidio Papa parea parlare parole passi peccato piè Piramo poeti predetto prieghi purga Purgatorio quivi ragione rimase rispose santo sapere scienzia segno d'Ariete signore simile Sordello spezie Stazio superbia Tebe terra terza tocca tosto trattato umana uomini uomo vedere veggendo venire verso veruno vidde Virgilio virtù vizio vizj volontà vuol dire
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Stranica 483 - l menava in dritta parte vólto. Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Stranica 6 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a
Stranica 28 - Tre volte dietro a lei le mani avvinsi, E tante mi tornai con esse al petto. Di maraviglia, credo, mi dipinsi; Perchè 1' ombra sorrise e si ritrasse, Ed io seguendo lei, oltre mi pinsi. Soavemente disse ch' io posasse: Allor conobbi chi era, e pregai Che per parlarmi un poco s
Stranica 164 - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come vermo, in cui formazion falla ? Come per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede; così fatti "Vid' io color, quando posi ben cura.
Stranica 252 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben, letizia, e per male, aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia; Non dico tutti; ma, posto ch'io'l dica, Lume v' è dato a bene ed a malizia, E libero voler che, se fatica Nelle prime battaglie col ciel dura, Poi vince tutto, se ben si notrica.
Stranica 111 - Fresco smeraldo in i' ora che si fiacca, 75 Dall' erba e dalli fior dentro a quel seno Posti, ciascun saria di color vinto, Come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, Ma di soavità di mille odori 80 Vi faceva un incognito indistinto. Salve, Regina, in sul verde e in su' fiori Quindi seder, cantando, anime vidi, Che per la valle non parean di fuori.
Stranica 45 - In co' del ponte presso a Benevcnto, Sotti) la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento. Per lor maladizion sì non si perde, Che non possa tornar l' eterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde.
Stranica 253 - L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore : Quivi s'inganna e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce lo suo amore. Onde convenne legge per fren porre, Convenne rege aver che discernesse Della vera cittade almen la torre.
Stranica 442 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno, Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento, Su per lo suoi che d
Stranica 252 - A maggior forza ed a miglior natura Liberi soggiacete, e quella cria La mente in voi, che il ciel non ha in sua cura.