Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti, Svesci 32-34

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Tipografia Flautina., 1843
 

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Stranica 96 - Quando vidi costui nel gran diserto, Miserere di me, gridai a lui, Qual che tu sii, od ombra, od uomo certo Risposemi : Non uomo, uomo già fui.
Stranica 247 - Ma quello ingrato popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico : Ed è ragion , che tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Stranica 240 - E il sol montava in su con quelle stelle, Ch' eran con lui quando l' Amor divino Mosse da prima quelle cose belle ; . Sì ch
Stranica 101 - Qual ninfa in fonti, in selve mai qual dea chiome d'oro sì fino a l'aura sciolse? quando un cor tante in sé vertuti accolse? benché la somma è di mia morte rea. Per divina bellezza indarno mira, chi gli occhi de costei già mai non vide, come soavemente ella gli gira; non sa come Amor sana e come ancide chi non sa come dolce ella sospira e come dolce parla e dolce ride.
Stranica 248 - ... altro vaglia , sappia o possa se non noi. Andiamo colla, testa levata: nel parlare altieri: presuntuosi nelle spese : e tanto di noi medesimi ingannati, ch$ sofferire non possiamo né pari, né compagnoni. Teneri più che il vetro per ogni piccola cosa ci turbiamo , e diveniamo furiosi. Ed in tanta insania diveniamo , che noi ardiam di preporre le nostre forze a Dio: di bestemmiarlo e d'avvilirlo: de...
Stranica 96 - E molte genti fe' già viver grame. Questa mi porse tanto di gravezza, Con la paura ch'uscia di sua vista, Ch'io perdei la speranza dell'altezza. E quale è quei , che volentieri acquista , E giunge il tempo , che perder lo face , Che in tutti i suoi pensier piange, e s'attrista; Tal mi fece la bestia senza pace , Che venendomi incontro a poco a poco Mi ripingeva là , dove il Sol tace.
Stranica 157 - Qui mille immonde Arpie vedresti e mille Centauri e Sfingi e pallide Gorgoni, molte e molte latrar voraci Scille, e fischiar Idre e sibilar Pitoni, e vomitar Chimere atre faville, e Polifemi orrendi e Gerioni; e in novi mostri, e non più intesi o visti, diversi aspetti in un confusi e misti.
Stranica 196 - Talché infine riducendo in pochi tratti questa molto intricata materia, io conchiudo che fossero dai Longobardi ignorate o neglette sino a Rotari le leggi romane; accolti da questo re i legisti e non le leggi per la necessità del valersi di scribi latini a compilare l...
Stranica 250 - Essendo l' oggetto di questo sperare la gajetta pelle della lonza ( cioè l' uccisione e scorticamento della medesima, e il riportamento della di lei pelle in segno di vittoria ), dee bene valer qui quanto ragionevolmente, o simile ; tal che sia il senso : l' ora del tempo, e la dolce stagione m' era cagione a ragionevolmente sperare la gajetta pelle di quella fiera. Essendo poi l' ora prima del giorno il rinnovamento del giorno, e la primavera il rinnovamento dell'anno, di qui io direi che prendesse...
Stranica 180 - ... minori diritti , e meno essere a quello congiunti. Comunque vivesse il popolo tributario , egli rimase più segregato , più identico in sé medesimo; e quindi assai meno sì ritemperò per la infusione del nuovo sangue germanico.

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