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E qui (2) Calliopea 'lquanto surga,
Seguitando 'I mio canto con quel suono,
Di cui le (3) piche misere sentiro
Lo colpo tal, che disperar perdono.
Dolce (4) color d' oriental zaffiro,

Che s' accoglieva nel sereno aspetto
Dell' aer puro infino (5) al primo giro,
Agli occhi miei ricominciò diletto,

Tosto ched i usci fuor dell' aura morta,
Che m' avea contristati gli occhi, e 'l petto.
Lo bel (6) pianeta, ch' ad amar conforta,
Faceva tutto rider l' oriente,
Velando (7) i Pesci,

ch' erano in sua scorta I' mi volsi a man destra, (8) e posi mente

(2) Invocate tutte le Muse in generale, invoca specialmente Calliope, siccome presidente al verso eroico, e dell' altre maggiore: così il Petrarca disse Italia tutta, e Roma.

(3) Le nove figliuole di Pierio chiamate Piche, le quali avendo avuto ardire di sfidare le nove Muse a chi cantava meglio, e dopo essere state vinte, rimanendo nella loro arrogante pretensione, furono in pena trasformate in gazzere uccelli noti. Ov. 5. Met.

(4) Di turchino il più bello, d'azzurro qual è il zaffiro orientale.

(5) Fin al ciel della Luna più prossimo alla terra (6) Già era l'alba. Era già nata la stella di Venere detta volgarmente la Stella Diana, che propriamente dovrebbe dirsi Diale.

(7) Colla sua maggiore luce ricoprendo la costellazione de' Pesci, che un poco prima di Venere nascevano due ore prima del Sole, che nasceva allora col segno seguente dell' Ariete .

(8) Avendo Dante la faccia verso Levante, per

All' altro polo, e vidi (9) quattro stelle Non viste mai, fuor ch' (10) alla prima gente Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle. O (11) settentrional vedovo sito,

conseguenza a man destra aveva il Polo Australe, il quale, essendo egli, come s'è detto, trapassato agli Antipodi di Gerusalemme, stavagli però alto sopra l'Oriente 35. gradi in circa, essendo Gerusalemme situata a tal' altezza del Polo Boreale. Poteva dunque vedere molte stelle che rimangon sotto l' Orizzonte rispetto al paese di Gerusalemme e a tanti altri paesi, per esempio l'Italia, che hanno sopra l'Orizzonte a qualche altezza sensibile il Polo Boreale: le quali stelle però dalle nostre parti non possono mai vedersi.

o veri

(9) Parla da Poeta, e quasi indovinando similmente figurandosi il Cielo attorno a quel Polo a modo suo. A' di nostri la Crociera composta di quattro stelle, tre di seconda e una di terza grandezza, serve di guida a quei che navigano fuor di Europa verso Mezzogiorno, ma all' età di Dante non si eran fatte queste scoperte.

(10) Adamo, ed Eva nel Paradiso Terrestre situato dalla fantasia del Poeta nel monte del Purgatorio, alle cui falde egli già si ritrovava. Del resto tutto quel mondo Dante se lo figura disabitato, e come si è detto, ricoperto di mare, se condo l'antica opinione che non sapeva l'AmeriIn queste quattro stelle tutti concordemente riconoscono simboleggiate le quattro virtù cardinali, Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza; e il Poeta stesso schiarirà più quest' allegoria al C. 31., ove dice. Noi sem qui Ninfe, e nel ciel semo stelle, ec.

ca.

(11) Ma anche il sito meridionale è altrettanto

1

Poichè privato se' di mirar quelle ?
Com' io dal loro sguardo fui partito,
Un poco me volgendo all' altro polo,
Là onde 'l (12) Carro già era sparito:
Vidi (13) presso di me un veglio solo,
Degno di tanta reverenza in vista,
Che più non dee a padre alcun figliuolo.
Lunga la barba, e di pel bianco mista
Portava a' suoi capegli simigliante,
De' quai cadeva al petto doppia lista.
ᏞᎥ raggi delle (14) quattro luci sante
Fregiavan si la sua faccia di lume,
Ch'io 'l yedea, come 'l Sol fosse davante
Chi siete voi, che, contra (15) 'l cieco fiume :
Fuggito avete la prigione eterna?

Diss' ei, movendo quell' oneste piume.
Chi v' ha guidati o chi vi fu lucerna,
Uscendo fuor della profonda notte,

vedovo: Ma forse è una bella esclamazione nel detto senso allegorico.

(12) La costellazione delľ Orsa maggiore o Carro di Boote, che rispetto al sito dov' era Dante, non poteva almeno in gran parte apparire, rimanendo sotto l'Orizzonte, che egli aveva dalla banda del Polo Boreale a man manca .

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(13) Qui Landino, Vellutello, e Daniello e altri appassionati per Dante, s' ingegnano di purgarlo da questo sconcio, che un Idolatra si metta per custode del Purgatorio. Ma Causa patrocinio non bona major erit. Egli semplicemente, senza pensare tanto alto , quanto vorrebbono, imitò Virgilio nell' 8 Secretosque pios: his dantem jura Catonem. Per verità è un gran capriccio, ma in ciò segue suo stile. (14) Le quattro stelle suddette.

(15) Vedi nel fine dell'ultimo Canto dell'Inferno.

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Che sempre nera fa la valle inferna?
Son le leggi d'abisso così rotte?

O è mutato in Ciel nuovo consiglio
Che dannati venite alle mie grotte ?
Lo duca mio allor mi diè di piglio,

E con parole, e con mani, e con cenni, Reverenti mi fe' le gambe, e 'l ciglio: Poscia rispose (16) lui: Da me non venni : Donna (17) scese dal ciel, per li cui preghi Della mia compagnia costui sovvenni . Ma da ch'è tuo voler, che più si spieghi Di nostra condizion, com'ell' è vera, Esser non puote 'l (18) mío, ch' a te ́si nieghi, Questi non vide mai l' (19) ultima sera. Ma per la sua follia le fu si presso, Che molto poco tempo a volger' era. Sì com' ' dissi, fu' mandato ad esso Per lui (20) campare, e non c'era altra via Che questa, per la quale i' mi son Mostrat'ho lui tutta le gente ria,

Ed ora 'ntendo mostrar quegli spirti,

messo.

16) Cioè a lui : Virgilio a Catone, e non lui in nominativo, cioè esso Virgilio, come spiegano Daniello e il P. d'Aquino .

(17) Beatrice.

(18) Volere.

(19) La morte.

(20) Da quell' evidente rischio, nè vi era altra via che questa dell' Inferno. Qui pare che il senso letterale sia allegorico, come era nel primo Canto della prima Cantica, e voglia dire, non è stato vizioso, ma è stato li li, e si vicino ad esserlo, che se con la considerazione delle pene alle scelleraggini dovute, io non lo raffrenava, e reggeva, non restava altra strada allo scampo.

Che purgan se sotto la tua (21) balia.
Com'i'l'ho tratto, ia lungo a dirti
Dell'alto scende virtù, che m' ajuta
Conducerlo a federti, e a udirti.
Or ti piaccia gradir la sua venuta :
Libertà va cercando, ch'è sì cara,
Come sa (22) chi per lei vita rifiuta.
Tu 'l sai, che non ti fu per lei amara
In Utica la morte, ove lasciasti

La (23) veste, ch' al (24) gran dì sarà sì chiara.
Non son gli editti eterni per noi guasti:
Che questi vive, e Minos me non (25) lega:
Ma son del cerchio, ove son gli occhi casti
Di Marzia tua, che ʼn (26) vista ancor ti prega,

(21) Sotto la tua giurisdizione.

(22) Come in Utica città dell' Affrica, facesti tu,

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volendo con certa morte a incerta servitù sottrarti sentendo avvicinarsi Cesare: Ved. Luc. Dante per bocca di Virgilio loda tacitamente Catone, come magnanimo, perchè s'uccise, dovendosi biasimare come vigliacco, onde fin Marziale conforme il buon lume naturale disse saviamente, sit Cato dum vivit sane vel Cæsare major: dum moritur, numquid major Othone fuit?

(23) Il corpo : Seminatur in ignobilitate, surget in gloria Cor. 15. ma non quello di Catone mort. da Idolatra disperato .

(24) Il di del Giudizio universale.

(25) Ved. il c. 5. dell' Inferno.

(26) Che a rimirarla sembra appunto in quell' atto verecondo, col quale pregotti che la volessi ritoglier per tua, quando morto Ortenzio, a cui tu, perchè n'avesse figliuoli, la cedesti, al primo marito volle tornare, come a lungo Lucano: Da fœ dere prisci Illibata tori, da tantum nomen inane Con`nubii: liceat tumulo scripsisse Catonis Martia ec.

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