The Purgatorio of Dante Alighieri Rendered Into Spenserian English

Naslovnica
Methuen & Company, 1905 - Broj stranica: 304
 

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Stranica 248 - Si tosto come in sulla soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita , Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Stranica 128 - Esce di mano a Lui, che la vagheggia Prima che sia, a guisa di fanciulla, Che piangendo e ridendo pargoleggia, L' anima semplicetta, che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore ; Quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce suo amore.
Stranica 226 - Ti scaldi , s' io vo' credere a' sembianti , Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia di trarreti avanti, Diss' io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender, che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo, che perdette La madre lei, ed ella primavera '. Come si volge con le piante strette A terra, ed intra sè donna che balli, E piede innanzi piede a pena mette , Volsesi 'n su
Stranica 58 - Era già l'ora che volge il disio ai naviganti e intenerisce il core lo di c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more, quand'io incominciai a render vano l'udire ea mirare una dell'alme surta che l'ascoltar chiedea con mano.
Stranica 252 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Stranica 224 - Cantando, ricevieno intra le foglie, Che tenevan bordone alle sue rime, Tal, qual di ramo in ramo si raccoglie Per la pineta in sul lito di Chiassi, Quand' Eolo Scirocco fuor discioglie.
Stranica 10 - Sì che le bianche e le vermiglie guance, Là dove io era, della bella Aurora, Per troppa etate divenivan rance. Noi eravam lunghesso il mare ancora, Come gente che pensa a suo cammino, Che va col core, e col corpo dimora : Ed ecco qual sol presso del mattino Per li grossi vapor Marte rosseggia, Giù nel ponente sopra il suol marino ; Cotal m' apparve, s' io ancor lo veggia, Un lume per lo mar venir sì ratto, Che il mover suo nessun volar pareggia ; Dal qual, com...
Stranica 34 - I' animo tuo tanto s' impiglia, Disse il Maestro, che l'andare allenti? Che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien retro a me, e lascia dir le genti; Sta come torre ferma, che non crolla Giammai la cima per soffiar de
Stranica 252 - Mai non t'appresentò natura od arte Piacer, quanto le belle membra in ch'io Rinchiusa fui, e che son terra sparte; E se il sommo piacer si ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio?
Stranica 150 - Io son, cantava, io son dolce Sirena, Che i marinari in mezzo mar dismago; Tanto son di piacere a sentir piena.

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