IX. COME NON SIA NECESSARIO PASSARE PER L'ORDINAMENTO FEDERALE PER GIUNGERE Dicono alcuni: « Ogni unità politica fu preceduta dall'unione, cioè da un consorzio molto più largo, qualunque ne fosse l'apparenza ed il nome», e allegano l'esempio degli svizzeri e degli americani. Or qui v'è un errore teorico ed un errore istorico. Vero egli è che l'unione morale deve precedere l'unione politica, ma non è vero che questa debba essere necessariamente preceduta dalla unione politica; ed in altri termini: le nazioni moralmente unite possono ordinarsi in unico stato, senza passare per gli ordinamenti intermedi delle leghe e delle federazioni. L' unione politica è preparazione morale della politica unità; quindi stadio non necessario se l'unità morale esiste. Le leghe e le federazioni precedono e non sieguono le formazioni delle nazionalità: perchè fossero a noi necessarie, bisognerebbe non esistesse moralmente la nazionalità italiana, disdire il nostro diritto, dichiarare ingiusta la guerra della indipendenza, tener l'Italia per niente altro che un nome geografico, come diceva il principe di Metternich. Nè l'esempio degli svizzeri e degli americani cade in acconcio al proposito. Giammai dalla invasione de' popoli settentrionali sino alla formazione della lega de cantoni primitivi si udi parlare di nazionalità svizzera; che anzi la lega esisteva e durava già da quattro secoli, e gli storici nominavano gli svizzeri, ma giammai una Svizzera. Nè ella ebbe in quei primi secoli nè un eroe, nè un martire della sua nazionalità; n'ebbe sì molti e gloriosissimi della sua libertà. La lega de' paesi di Uri, Schvitz e Untervald precedette Guglielmo Tell, che la tradizione favoleggia come uno de' tre fondatori della confederazione. Le guerre che seguirono non furono guerre nazionali, ma si municipali e feudali: nella giornata di Morgarten gli svizzeri non combattevano per recuperare una nazionalità che non esisteva; ma per difendere le loro franchigie e libertà comunali. Gli svizzeri erano e si dicevano alemanni; ma non volevano più sopportare le prepotenze e le oppressioni della casa di Habsbourg e degli altri signori feudali: la loro guerra era simile a quella che sostennero i comuni italiani contra a' conti, marchesi e cattani (1). A'tre cantoni, nel 1332, si unì Lucerna, anch'essa alemanna: dipoi Zurigo nel 4354, Glaris nel 1352, e nell'anno seguente Berna, che apparteneva alla Borgogna, e che fu generosamente soccorsa e difesa da' cantoni forestieri, come dicono le cronache di quel tempo. Berna apparteneva ad un'altra confederazione, separata e indipendente da' cantoni soprannominati, nella quale entravano Friborgo, Bienna, Soltura e il Vallese; e quando fu stabilita la confederazione, che si disse degli otto cantoni, questi vennero esclusi, e soli vi furono compresi Uri, Schvitz, Untervald, Lucerna, Zurigo, Berna, Glaris e Zug, ch'era stato conquistato. Per i servigi ed aiuti prestati nella guerra contro Carlo il Temerario, Friborgo e Solura furono ammesse nell'anno 1481; ed in somiglianti circostanze, Basilea e Sciaffusa nel 1504, e Appenzel nel 1513. E così quella confederazione era estranea ad ogni idea di nazionalità, che gli svizzeri, nel medesimo tempo, si collegavano con parecchie città della Germania e dell'Alsazia; e quando nel secolo XV questa (1) «Come anticamente questo paese degli svizzeri fu stimato parte della Gallia, così ora vien posto come suo membro dentro de'confini della Germania. » PARUTA, Storia Veneziana, l. 1. particolare lega si sciolse, la città di Melusa vi rimase, come rimase ancora sino alla guerra de' trent'anni la città di Rothwyl, posta nel mezzo della Svevia. Per guerre, emancipazioni, conquiste e trattati entrarono dipoi nella federazione Argovia, Turgovia, San Gallo, il paese di Vaud, il Ticino e i Grigioni; e da ultimo Ginevra, il Vallese e Neufchatel. Così venne costituendosi la confederazione elvetica, aggregato politico di tre o quattro nazionalità, non ancora completamente unificate, come mostra la diversità d'indole, costumi e lingua de' popoli che vi sono compresi. Da tutto questo si vede quanto poco faccia per il caso nostro l'esempio degli svizzeri. Nè più a proposito si allega quello degli Stati Uniti di America. Gli abitatori delle tredici provincie, che nell'anno 1763 formavano le colonie inglesi dell'America settentrionale si sarebbero allora creduti ingiuriati dal nome di americani: i più erano inglesi d'origine; molti erano nati in Inghilterra. Nessuno di loro pensava a una nazionalità americana, e la loro guerra avea per cagione una querela daziaria, come quella degli svizzeri una querela feudale: gli uni e gli altri volevano difendere i privilegi de' quali erano in possesso, e l'indipendenza politica fu conseguenza, non iscopo della loro sollevazione. Dicevano i coloni, nella dichiarazione d'indipendenza dell'anno 1776: «Noi non siamo stati snaturati verso i nostri fratelli inglesi; noi li abbiamo sovente avvertiti degli sforzi del loro governo per istendere sopra di noi una giurisdizione ingiusta ed arbitraria: abbiamo loro rammentato le circostanze della nostra emigrazione e del nostro stabilimento in queste contrade: ce ne siamo appellati alla loro giustizia e naturale magnanimità: e li abbiamo scongiurati per i legami dell' origine comune di disapprovare queste usurpazioni, che dovevano necessariamente interrompere le nostre relazioni di commercio e di amicizia». Non era Storia d'Italia 38 questo il linguaggio che la Lombardia e Venezia tenevano all'Austria nel 1848. Le colonie inglesi dell'America collegaronsi per necessità di difesa e per identità d'interessi: sperarono trarre con loro il Canadà, e non vi riuscirono: nel 1803 ebbero la Luigiana francese; nel 1820 la Floridia spagnuola; e fra qualche tempo avranno certamente la spagnuola Cuba. Gli Stati Uniti d'America hanno quindi origine diversa e freschissima, e diverse nazionalità. In questo caso la federazione è partito necessario, essendo condizione essenziale dell'unità politica l'unità morale, ovvero la conquista violenta, che ne' tempi moderni rimane spesso inefficace. Bene adunque fecero e prudentemente operarono gli svizzeri ed i coloni inglesi dell' America settentrionale; ma male, imitandoli, farebbero gli italiani, imperocchè l' Italia, avvegnacchè si trovi politicamente divisa ed ismembrata, nondimeno moralmente è una, sì che gli ordini federali non le sono necessari, anzi le potrebbero essere di grave pregiudizio, come ne' seguenti paragrafi sarà discorso. X. COME PASSARE PER LO STATO FEDERALE ALL' ITALIA. E' sono molti quelli che dicono: «Ottima cosa l'unità; ma contentiamoci per ora della federazione, con la quale avremo fornito metà di cammino, e ci saremo sempre più avvicinati a quella unità che desideriamo ». Or a me pare che la federazione, invece di avvicinarci, ci discosterebbe dall'unità; e per provar questo citerò l'esempio degli svizzeri e degli alemanni. Gli uni e gli altri, con ordini e condizioni diversi, uniti da molto tempo in confederazione, non sono più vicini dell'unità di quanto lo erano tre secoli fa; che anzi i legami della confederazione germanica si sono piuttosto rallentati che ristretti: nè e' potranno conseguire la detta unità, che pure il maggior numero desidera, senza incorrere nel medesimo tempo ne' pericoli di una rivoluzione, di una guerra civile e di una guerra forestiera, dovendo abrogare colla violenza il patto comune, combattere una parte de' loro connazionali a' quali giova la federazione, e i potentati stranieri a' quali nuoce l'unità. Dirò anzi che la difficoltà della Svizzera libera, per certi rispetti, saranno maggiori di quelle dell'Alemagna non libera, per la ragione che gli uomini liberi si affezionano più a' paesi ne' quali nascono, divengono più teneri e più gelosi de' loro privilegi e della loro indipendenza municipale, come quelli che ne godono tutti i vantaggi, i quali ne' principati sono patrimonio del principe, de' suoi cortigiani e de' suoi ufficiali. Ed in questo avea ragione l'astuto e iniquo Canosa, allorchè scriveva nella sua famosa lettera a' re della terra: « Voi, per zelo male inteso della sovranità, avete levato alle comuni tutti i loro privilegi, tutti i loro diritti, tutte le loro franchigie e libertà, e avete concentrato nel governo ogni filo di potere, ogni moto e ogni spirito di vita. Con questo avete reso gli uomini stranieri nella propria terra, abitatori e non più cittadini delle loro città; e dall'abolizione dello spirito patrio è sorto lo spirito nazionale, il quale ha ingigantito l'orgoglio e i disegni de' popoli. Distrutti gli interessi privati di tutti i municipi, avete formato di tutte le volontà una massa sola, la quale deve muoversi con una sola tendenza; ed ora vi trovate insufficienti a reprimere il moto di questa mole terribile e smisurata..... Dividete popolo da popolo, provincia da provincia, città da città, lasciando |