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le dispose quindi per ciascun giorno dell'anno a modo di calendario. storico, e le riunì infine sotto i rispettivi nomi di persone, cose e città in un indice alfabetico. Asseverare che in tanta varietà di indicazioni e differenza di calendari l'A. abbia sempre colpito nel segno sarebbe difficile; certo è, per dichiarazione dello stesso A., che c'è grande sproporzione nelle citazioni degli avvenimenti a vantaggio dei tempi moderni. Ci siamo domandati: a che può giovare questa compilazione paziente ed anche erudita? L'A. accenna nella prefazione ai periodici e ai calendari che pongono nei loro numeri una data corrispondente a quella del giorno in cui si pubblicano, commemorante un fatto storico; ma in verità ci sembra, che per si modesto scopo non metteva conto consumare tanta attività intellettuale (C. R.).

Abbiamo ricevuto l'Annuario della nobiltà italiana del 1894, pubblicato in Bari dalla Direzione del Giornale araldico. È un volume del formato dell'Almanacco di Gotha, di pagine 1120, ricco di stemmi gentilizi, taluni de' quali a colore in tavole speciali. Hanno diritto di figurare nell'Annuario, dietro semplice richiesta, le famiglie che ottennero l'iscrizione ai registri di nobiltà dalla Consulta araldica del regno, o che si trovano inscritte negli elenchi provvisorî compilati dalle commissioni araldiche regionali. Non ostante le gravi difficoltà materiali dell'impresa e la trascuranza di molte famiglie nel porgere le notizie, l'Annuario è omai riuscito un modello nel suo genere. Le nobili casate italiane, inserite nel volume del 1894, sono circa un migliaio; contando tutti i rami in cui esse si dividono, abbiamo un totale di 1217 famiglie. Di 842 di queste è dato lo stato personale; delle rimanenti 375 sono riassunte le notizie storiche coi titoli, ed è descritta l'arma, rinviandosi il lettore per le relative genealogie ai volumi precedenti. Auguriamo, anche nell'interesse degli studi storici, che questa pubblicazione possa divenire col concorso di tutti esatta e completa (C. R.).

In una prolusione su Il rinnovamento del diritto ecclesiastico in Italia (Torino, Bocca, 1893), il prof. CARLO CALISSE ne ricerca le ragioni e le trova nell'interesse scientifico, nell'influsso degli studî germanici e nelle condizioni medesime dell'Italia presente, dove abbisogna più che mai la conoscenza dei diritti reciproci e della storia dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa. Il C. si rivolge la domanda, se sia cosa utile allo Stato stesso considerare le leggi della Chiesa come semplici statuti di una società privata commerciale, e mostra come alle volte, per esempio riguardo al monachesimo, talvolta lo Stato si trova impotente con tutto il suo arsenale di leggi vecchie e nuove, create e da crearsi. La formula libera Chiesa in libero Stato destò grande speranze, che non tutte si avverarono; esistono dunque ancora problemi

gravissimi, che tocca appunto alla scienza del diritto ecclesiastico di studiare. Tale, in breve, l'argomento della bella prolusione del C. (F. G.).

Libri scolastici. È stata pubblicata la 4a edizione (13°-17° migliaio) della Letteratura romana del prof. F. RAMORINO, che fa parte della collezione dei Manuali Hoepli. Il numero delle copie è già per sè una chiara testimonianza dell'estimazione universale per il lavoro del Ramorino, estimazione derivata dai meriti complessivi di questo prezioso volume. Infatti l'A. seppe indovinare le qualità d'un libro scolastico, si nell'estensione del volume (pp. 340), come nell'esposizione piana, concisa e chiara ad un tempo. Senza venir meno ai dettami della scienza, che debbono essere fondamento di qualsiasi libro scolastico, fece opportuna selezione di quanto giova all'insegnamento nelle scuole secondarie, e, condensando i fatti, lasciò al giusto apprezzamento degli insegnanti lo svolgimento dei singoli argomenti. Ci rallegriamo col nostro egregio collaboratore e con gli Istituti italiani per la diffusione di un lavoro scritto con tanta sicurezza. Anche un bravo all'editore Hoepli, che fornisce il bel volume legato per lire 1,50 (C. R.).

Il colonnello CECILIO FABRIS, nostro valente collaboratore, ha pubblicato presso l'editore Casanova di Torino un Corso di storia generale e particolarmente d'Italia, ad uso del Ginnasio superiore e del Liceo, diviso in quattro volumi: 1° Tempi antichi, in due sezioni Oriente e Grecia, Roma; 2° Tempi medioevali; 3° Tempi moderni (1555-1815); 4° Tempi nostri (dal 1815 in poi). Abbiamo ricevuto il 3o e il 4o, non gli altri, forse perchè ancora in corso di stampa. Chi conosce la vasta dottrina del col. Fabris può a priori ritenere, che l'opera sua sia degna dell'autore; leggendola, si trova la conferma dell'aspettazione. Forse per i giovinetti dei nostri istituti secondari qualche volta l'intonazione è troppo elevata, non essendo certe discussioni e taluni apprezzamenti all'altezza di loro cultura, e la partizione della materia non è sempre facile per intelletti quasi digiuni degli elementi complessi della vita politica e sociale (C. R.).

È pure venuto in luce il 3° volume della Storia generale del professore C. RINAUDO, secondo i programmi vigenti negli Istituti d'istruzione media (Licei, Istituti tecnici, Scuole normali e Collegi militari). In esso viene esposta la storia politica degli Stati europei e della loro espansione coloniale dal 1748 al 1892. Forma un elegante volume rilegato in tela, della casa editrice G. Barbèra di Firenze, di 342 pagine di testo, seguito da copiose tabelle cronologiche e genealogiche, e terminato da un accuratissimo indice alfabetico. Gli insegnanti fecero buon viso ai due primi volumi (1° 476-1313, 2° 1313-1748) per la

fiducia nella coltura e nell'esperienza dell'Autore, confermata dalla giusta misura della trattazione, dalla distribuzione opportuna della materia, dall'imparzialità serena dell'esposizione e dalla chiarezza della dizione; è sperabile che il terzo volume, necessario complemento dell'opera, sia per essere accolto con pari simpatia e benevolenza (Y.).

II. STORIA LETTERARIA

A festeggiare le nozze del dott. Medardo Morici il sig. DEMETRIO MARZI pubblica in elegante opuscoletto (Firenze, tip. Cellini, 1894, pp. 24) sette Lettere dettate in volgare da Ser Ventura Monachi come cancelliere della Repubblica fiorentina. Le lettere del notaio fiorentino, di cui fu in questi ultimi tempi posta in luce anche l'attività poetica, vanno dal 1341 al 1344; furono tratte dall'Archivio di Stato di Firenze e vengono ad aggiungersi a quelle pubblicate dal Paoli e dal Monaci. Diligente è la prefazione dell'editore, il quale ben fece a darci un breve regesto di tutte le lettere volgari del cancelliere fiorentino, che meritò di essere accolto fra gli autori citati dalla Crusca, nell'ultima edizione del suo vocabolario.

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A. MOSCHETTI, Frammento d'un poemetto veneto su « Galasso dalla scura valle ». Venezia, tip. Visentini, 1894 (In-8°, pp. 17). Estr. dalla Miscellanea della R. Deputazione Veneta di storia patria, S. II, t. II. I bisticci geografici nel dialetto veneziano, Venezia, tip. Visentini, 1894 (In-8°, pp. 12). Estr. dal N. Arch. Veneto, t. VII, P. I. Abbiamo qui riunito i due lavori del M. non per altra ragione che perchè sono ambedue d'argomento veneto. Nel primo l'A. pubblica, preceduto da una buona introduzione, il testo d'un frammento di poemetto veneto da lui trovato in un lacerto ms. del sec. XV, esistente nell'Archivio di Stato di Venezia. Il frammento è prezioso, sovrattutto perchè è un nuovo saggio che dimostra come il ciclo brettone avesse anche fra il popolo nostro maggior diffusione di quanto comunemente si creda. Nel secondo opuscolo il M. ci offre per primo, ch'io sappia, un tentativo modesto, ma diligente ed acuto, di illustrare un tema curioso, quale è quello dei veri e proprî bisticci geografici, ai quali il popolo veneziano ricorse « o per colorire maggiormente una data < espressione, o per attenuarne invece il significato un po' crudo, o << anche solo per darle quel sapore scherzoso ed ironico che tanto << bene si confà con l'indole di lui ». Considerato come un primo saggio

Rivista Storica Italiana, XI.

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d'una materia vasta e complessa, che richiederebbe maggiori ricerche e più matura preparazione, questo breve studio merita lode. Speriamo che lo stesso A. ripigli in mano l'argomento e lo svolga e approfondisca in modo da soddisfare di più il desiderio degli studiosi (1).

Lo studio di P. L. RAMBALDI, La guerra di Venezia col Duca d'Austria nel 1487 (Venezia, tip. Visentini, 1894, pp. 44, estr. dal N. Arch. Veneto, t. VII, P. I) illustra riccamente quel triste episodio della storia veneziana, con la scorta d'un rozzo poemetto popolare contemporaneo, che l'A. riproduce traendolo da una vecchia stampa Marciana. Il poemetto dell'ignoto cantastorie veneto, se non veneziano, ha per titolo La guerra de Tedeschi contro de Vinitiani delli quali era lor capitano el Signor Ruberto da Sanseverino e consta di 88 stanze, non prive talora d'una certa forza ed efficacia.

Del prof. L. G. PELISSIER, noto cultore della storia nostra, segnaliamo alcune recenti pubblicazioni. Ai documenti da lui altrove dati in luce si vengono ad aggiungere ben 75 Documents sur les relations de Louis XII, de Ludovic Sforza et du Marquis de Mantoue, Paris, Leroux, 1894 (In-8°, pp. 99, estr. dal Bulletin du Comité des travaux historiques et scientifiques, Sect. d'hist. et de philol., a. 1893). Questi documenti, tratti dagli Archivî di Mantova, Modena, Milano e Venezia, vanno dal 1498 al 1500; si riferiscono cioè a quel periodo importantissimo della lotta fra Luigi XII e Ludovico il Moro, nel quale spiccò maggiormente l'abilità diplomatica del Marchese Francesco di Mantova assecondato dalla Marchesa Isabella. Sebbene questo copioso e abbastanza pregevole materiale debba considerarsi come preparazione al desiderato lavoro cui il P. attende, intorno alle relazioni di Luigi XII con la Lombardia, alle sue imprese e al suo dominio colà, notiamo tuttavia che l'editore avrebbe potuto procedere un po' più severo nella scelta dei documenti e non darli così seccamente e nudamente ai lettori.

Un vero e più notevole studio del P., tutto intercalato di documenti inediti, riguarda un fatto importante nella storia politica di quegli anni, L'Ambassade d'Accurse Maynier à Venise (Toulouse, Privat, 1894, estr. dagli Annales du Midi, t. V-VI). L'ambascieria, durata dal giugno al novembre del 1499, che contribui al felice successo dell'alleanza franco-veneta, è qui narrata con una minuzia ed esattezza tale di particolari, da non potersi desiderare di più e di meglio. Alla nar

(1) Merita d'essere ricordato un articoletto Cose venete, pubblicato dal M. nella Gazzetta di Venezia dell'8 giugno 1894, in risposta ad una critica mossagli nella Gazzetta medesima.

razione documentata segue un'utile appendice di nuovi documenti che la illustrano e la compiono.

Ad un periodo di poco anteriore a quello di Carlo VIII, si connettono le Notes italiennes d'histoire de France (s. n. tip.), contenenti una lettera politica di Guglielmo Briçonnet, cardinale di S. Malo, scritta a Torino, l'11 settembre 1495. Il documento, tratto da una copia dell'Archivio fiorentino, è importante e si riferisce alla così detta guerra di Novara.

Altre Note italiane sulla storia di Francia (estr. dall'Arch. stor. ital., S. V, T. XIII, 1894) ci offrono una lettera di Luigi II di Montpensier con altri documenti a lui attinenti (1496-1499) e una proposta e disegno di un trattato fra Carlo VIII e Ludovico Sforza (1497).

L'ultima pubblicazione del P., Un inventaire inédit des Collections Ludovisi à Rome, Paris, 1894 (estr. dai Mémoires de la Société nationale des Antiquaires de France, t. LIII) non ci offre che un inventario di vendita, redatto nel secolo XVII, delle statue e dei quadri della celebre collezione; ma, anche cosi com'è, nella sua nudità, può utilmente accompagnarsi con quello del gennaio 1633, pubblicato dallo Schreiber, nell'opera Die antiken bildwerke der Villa Ludovisi in Rom (Leipzig, Engelmann, 1880).

Siamo lieti di richiamare l'attenzione dei nostri lettori sopra una pubblicazione che onora l'iniziatore, che è il sig. Benedetto Croce, come onora ed avvantaggia gli studî italiani. Vogliamo parlare della Biblioteca Napoletana di storia e letteratura che si pubblica in Napoli e della quale sono già usciti quattro densi ed eleganti volumi, che il liberale editore deposita presso la sede della Società Napoletana di storia patria. Il primo contiene le prime due giornate del famoso libro di Giambattista Basile, Lo Cunto de li Cunti, riprodotto di sulla prima stampa del 1634-36 dallo stesso CROCE e preceduto e seguito da una solida Introduzione e da copiose e diligenti annotazioni. Il volume è fregiato del ritratto del cavaliere Basile, compaesano e contemporaneo ed ammiratore d'un altro e più celebre cavaliere, il Marino. In altri due volumi ERASMO PERCOPO studiò la vita e la produzione poetica d'uno dei più acclamati poeti fioriti nella seconda metà del sec. XV, uno degli astri maggiori del gruppo napoletano, Benedetto Gareth, più noto sotto il nome accademico di Cariteo. La seconda parte ci offre, in lezione corretta e con ricche e belle annotazioni, Le Rime del poeta barcellonese e con l'amplissima Introduzione e col testo l'A. ha recato un grande servizio agli studiosi. Nè minor lode merita FRANCESCO FLAMINI per avere curata e curata davvero con pazienza ed acume e gusto finissimo l'Egloga e i poemetti di Luigi Tansillo. Così possiamo dire di possedere un testo definitivo dei Due pel

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