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risce alla vita giuridica, tanto che possono i predicatori trattare dai pulpiti delle vere questioni di diritto come oggi si tratterebbe della questione sociale: così S. Bernardino può in una predica occuparsi del contratto di soccida. La scienza del diritto si diffonde rapidamente per tutta l'Europa, ma nessuno della scuola fondata da Irnerio raggiunse l'altezza scientifica del maestro.

Il pensiero d'Irnerio è semplice e solenne e trova esatta corrispondenza nella forma in cui è espresso; quello dei suoi successori ben presto si perdè nella minuta analisi, nella sottile casuistica, e nell'abuso delle forme logiche. Similmente alla severa e solenne cattedrale romanza del mille succedeva in breve ora la cattedrale gotica, in cui le linee s'intrecciano in mille forme fantastiche, tanto che bene spesso la ricchezza ornamentale torna a danno del concetto d'insieme.

LUIGI CHIAPPelli.

Ancora di alcuni studî intorno a Cristoforo Colombo.

Nel vol. X, an. 1893, di questa Rivista ebbi già a dare notizia di alcuni studi intorno a Cristoforo Colombo ed alla sua scoperta; come appendice aggiungo qui l'esame di alcuni altri, pervenutimi più tardi. Si tratta di due lavori d'indole generale e di sei altri speciali, tutti italiani; i quali tra le numerose pubblicazioni piovute intorno a Colombo avranno forse il vantaggio di far conoscere meglio la parte, che a questo movimento ha presa l'Italia (1). Affine di non ripetermi, mi permetto di rimandare chi desideri conoscere per sommi capi la storia della vita e della scoperta di Colombo secondo i più recenti studî, alla mia prima Memoria, dove riassunsi il bel libro del prof. C. De Lollis; qui sorvolerò sovra le parti, in cui gli scrittori ad un dipresso concordano, e richiamerò invece l'attenzione dei lettori sovra i punti, che hanno alcuna cosa di nuovo.

Il Cristoforo Colombo del prof. Vittore Bellio fa parte della collezione dei manuali Hoepli; ha quindi il carattere degli scritti di volgarizzazione: noi non abbiamo il diritto di chiedere all'A. un metodo, che riveli le minute e complesse ricerche tentate ed entri nelle numerose e delicate questioni, che gli studî Colombiani hanno suscitate. L'A. sorvola sopra queste, reca con forma dommatica i dati meno incerti, e nella sua rapida esposizione si trattiene solo

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(1) V. BELLÍO, Cristoforo Colombo. Milano, Hoepli, 1892, in-8°, pp. 159, con 10 tavole ed una bibliografia. - ID., Cristoforo Colombo come uomo del Rinascimento. Discorso letto nell'inaugurazione dell'anno accademico 1892-1893 della R. Università di Pavia il giorno 2 Decembre 1892. Pavia, Bizzoni, 1892, in-8°, pp. 38. A. GIAMBERINI, Cristoforo Colombo e il IV centenario della scoperta dell' America. Bologna, Zamorani e Albertazzi, 1894, in-8°, pp. 247. - A. CODARA, La tradizione di Cristoforo Colombo scolaro in Pavia e Nicolò Scillacio. Treviglio, Stabilimento tipografico-sociale, 1894, in-16°, pp. 117. R. COCCHIA, Cristoforo Colombo e le sue ceneri. Chieti, Ricci, 1892, in-8°, pp. xv1-376, col ritratto dell'autore. P. ALVI, Cristoforo Colombo e frate Gian Bernardino Monticastri da Todi. Todi, Foglietti, 1893, in-8°, pp. 76, con un albero genealogico. L. BONELLI, La scoperta dell' America secondo un'opera Turca del secolo decimosesto. Verona-Padova, Drucker, 1892, in-8°, pp. 37. Edizione di soli 250 esemplari. E. LOEVINSON, Cristoforo Colombo nella letteratura tedesca. Roma, Loescher, 1893, in-8°, Pp. 131.

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un pochino di più quando gli è offerta l'occasione di dar notizie d'indole geografica generale: il capitolo III, intitolato Cognizioni geografiche ai tempi di Colombo. I precursori', ed il capitolo V, intitolato Come si navigava' si leggono con profitto e diletto. Ma non mancano certo nel libro altri punti notevoli, quali sono alcuni giudizî ispirati ad un giusto senso storico: a p. 4, citando l'accusa di corsaro mossa da alcuni moderni a Colombo, il Bellio osserva, che a quei tempi il corsaro era in mare ciò, che i condottieri erano in terra. Più oltre, parlando del modo, in cui Colombo pervenne a concepire il grande viaggio transoceanico, il Bellio accenna, che il marinaio genovese, allorchè toccò il Portogallo, già era pieno del desiderio « di scoprire i segreti del mondo» e si fermò volentieri in Portogallo per istruirsi; egli accenna pure, che Leonardo da Vinci può anch'esso aver esercitato una qualche efficacia sul disegno concepito da Colombo; ma afferma, che la celebre lettera scritta dal Toscanelli nel 1474 « fece di Colombo navigatore Co<< lombo scopritore »; altri argomenti ancora soccorsero a Colombo: il Bellio attribuisce non iscarso valore alle numerose e certe notizie delle terre occidentali, ch'egli, « già in possesso della lettera << del Toscanelli », potè apprendere « a Bristol e in Islanda »; ma anche queste, conchiude, non diminuiscono il suo merito: le imprese dei navigatori, che lo avevano preceduto, erano state ispirate da amore di lucro o da spirito di avventura; Colombo invece primo navigò « con uno scopo determinato » e nei suoi viaggi cercò << non l'avventura, ma le prove e le conferme delle cose, che pen<< sava ». Giunto al primo viaggio transoceanico di Colombo, il Bellio descrive le caravelle adoperate, osserva, che queste rispondevano alle abitudini, che si avevano nel muovere a viaggi di scoperta, ed afferma, che lungi dal crear un merito a Colombo col dire, che con mezzi troppo inferiori allo scopo egli tentò l'ardua prova, come pretesero alcuni, devesi giudicar Colombo grande anche perchè seppe procurarsi quanto gli era necessario. Degli ultimi tre viaggi il Bellio dice, che non sono gran fatto superiori a quelli di qualche altro valente capitano; ma essi contribuiscono ancora a rappresentarci << un uomo grande alle prese colla fortuna .... uno spettacolo « degno di Dio »; perciò si occupa anche di questi, notandone i particolari più importanti: a coloro, i quali negarono valore scientifico a Colombo, egli fa osservare, che l'aver questi alla forma ed alla direzione giudicato le piccole Antille avanzi di una terra infranta dalla violenza della corrente equatoriale, questa sola idea superiore

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di geografia fisica a quei tempi, è prova d'« un genio analogo a << quello di Galileo »; e contro ai medesimi accusatori rileva ancora, che Colombo primo studiò la declinazione dell' ago magnetico, le correnti marine nel golfo di Paria e nel mare Caraibico, le isoterme dell'Atlantico, il mar di Sargasso; e tanti e così nuovi fenomeni esaminò spesso « fra una burrasca e una rivolta ».

Alla rapida biografia, tracciata nel volume citato sopra, serve quasi di conclusione il Discorso inaugurale, in cui il Bellio considerò Colombo come uomo del Rinascimento. Anche qui sopra il metodo della trattazione s'è imposta una circostanza speciale, la rapidità e la forma leggiera richiesta da un discorso; ma l'argomento scelto è pieno d'interesse. L'A. con libertà di giudizio tanto più lodevole per la città ed il luogo speciale in cui parlava, esordisce notando, che Colombo, se pure andò a Pavia, come vuole una tradizione, a cui diede origine Fernando Colombo, tuttavia vi fu in quell'età, nella quale la scuola non può ancora esercitare alcuna profonda efficacia. Però la tradizione, che Colombo abbia studiato in qualche università, ha, se non una giustificazione, una spiegazione nella cultura, che il grande Genovese rivelò e prima e dopo la scoperta. Come Colombo potè acquistar questa?

L'A. a questa domanda risponde facendo anzitutto un cenno rapido, ma entusiastico del Rinascimento italiano; poi mostra, come questo si svolgesse anche in Genova, dove, obbedendo all'indole operosa e marinaresca di quel popolo, favori gli studî nautici e cartografici; poi rileva, che la cultura, irraggiandosi dalle classi più elevate sopra il popolo minuto, fece si, che anche l'arte dei tessitori, a cui i Colombo appartenevano, aprisse scuole per i figli dei proprii membri : dunque Cristoforo potè ricevere i primi rudimenti in queste scuole, respirò nei primi anni l'atmosfera vivificatrice del Rinascimento italiano, anzi anche più tardi, quando errò in Portogallo ed in Ispagna, mantenne efficaci rapporti coi dotti italiani.

Più in là in questo argomento l'A. non si spinge. Ma egli si rivolge poi all'esame del carattere di Colombo, nel quale dimostra riflessa quella molteplicità di attitudini, che fu appunto una delle caratteristiche più spiccate dei principali uomini del nostro Rinascimento: Colombo, afferma il Bellio, « fu guerriero e calligrafo, mistico e << mercante, filosofo e cartografo, poeta e ammiraglio, cortigiano e << scienziato »; non ebbe, come gli umanisti, cura della forma, ma possedette le qualità essenziali dell'uomo moderno »; possedette quel tanto di cultura classica, che poteva giovare alla professione

marinaresca, e, se ricorse pure a fonti medievali, fu perchè parlava a Spagnuoli. Un'altra caratteristica del Rinascimento sta nel cosmopolitismo di Colombo: egli amò bensì la sua patria, ma non col sentimento esclusivo del Savonarola; per recar ad effetto il proprio disegno non aborri dal ricorrere al Portogallo ed alla Spagna. Inoltre Colombo fu profondamente religioso, ma non fanatico, sicchè consigliò che gl'Indiani fossero convertiti al cristianesimo colla dolcezza, e non s'astenne dal propugnare le sue opinioni geografiche, benchè contrarie al racconto biblico. Come gl'Italiani suoi contemporanei, amò le foggie di vestire singolari; non ammise diversità di stirpe innanzi al lavoro; amò ardentemente la gloria; fu diligente ed acuto osservatore delle cose naturali; ma la maggior caratteristica degli umanisti, ch'egli rispecchia, è la ricerca del nuovo, la quale lo condusse alla scoperta d'un nuovo continente. Così, conclude l'A., degli elementi caratteristici del Rinascimento Colombo possedette i più e quelli essenziali; egli chiuse il periodo della grandezza italiana in modo simile a quello, con cui Alessandro magno aveva chiuso il periodo della grandezza greca come il principe macedone aveva conquistato alla morente civiltà ellenica la vecchia Asia, così Colombo procurò alla sua patria l'ultima, grandissima gloria d'aver portato la civiltà latina nella vergine America.

Questo discorso, il lettore se ne sarà già accorto, è caldo di eloquenza, colorito, entusiastico; certo non tutte le affermazioni sono provate e del tutto sicure; ma, ch'io sappia, uno studio psicologico analitico del carattere di Colombo, che sarebbe pure tanto importante, non venne ancora fatto: finchè lo si attenderà, sarà benvenuto ogni autore, il quale almeno in parte affronti questa delicata questione.

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Assai più tardi, cioè solo nell'anno corrente, uscì alle stampe la biografia di Cristoforo Colombo, composta da Angelo Giamberini. Il quale nella prefazione afferma, che se il ritardo gli tolse di offrire al lettore il suo lavoro nell'opportuna occasione della celebrazione del quarto centenario della scoperta, gli procurò d'altra parte il vantaggio << di trarre profitto dalle altrui indagini e di ragguagliare << delle recenti apoteosi mondiali »; che se anche la piccola mole del libro gli vietò di spiegare « le particolarità del vastissimo e << complicato argomento », tuttavia dirà cose « desunte da documenti «<e suffragate dall'autorità degli storici e della critica »; per ciò che concerne le feste centenarie, fornirà notizie raccolte de visu

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