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sua, spontaneamente lo rimpiccoli. Alessandro Manzoni dopo avere scritto uno dei più bei romanzi storici, condannò il genere da lui recato a perfezione: invero la fantasia dell'uomo da sola non può guadagnare alle proprie opere l'ammirazione, che destano, come le bellezze del creato, così anche i fatti della storia (1).

CARLO MERKEL.

(1) Il Loevinson, benchè tedesco, scrive con facilità la nostra lingua, non sì però che le sue espressioni riescano sempre esatte: a pag. 50, p. es., il verbo « lassen tedesco tradisce il nostro autore, il quale scrive: la regina si fa persuadere da < Sant'Angel invece di dire « la regina si lascia persuadere da Sant'Angel». Alcuni giudizî pure sono eccessivi: l'A., ad esempio, pieno d'entusiasmo per la critica storica contemporanea, a pag. 26, afferma addirittura: il secolo passato... era av< verso... alla storia »; e dire che noi italiani invidiamo a quel secolo il Muratori!

H. Harrisse e la fama di Sebastiano Caboto.

Il primo che si occupasse con larghezza di vedute e profondità di studi a ricercare e stabilire quel poco che era rimasto della storia dei due Caboto, fu l'Americano Riccardo Biddle (1). E il suo lavoro, comechè non abbracciasse tutta intera e in ordine storico la materia, ma solo svolgesse, or qui or là, alcuno dei punti più importanti, rimase per lungo tempo la prima opera, anzi la sola, che in questo argomento meritasse veramente il nome di storica. Ma in questi ultimi anni l'attività prodigiosa di Enrico Harrisse, americano esso pure come il Biddle, si volse anche alla storia dei Caboto, e la Bibliografia Cabotiana ebbe allora un nuovo lavoro degno esso pure del nome di storico, quantunque anche l'Harrisse non desse completamente svolta la materia che aveva preso a studiare. Ma i due scrittori, partendo a un medesimo viaggio, sono riusciti a un termine diametralmente opposto. Il Biddle vuole e sostiene che tutto il merito delle scoperte Cabotiane spetti a Sebastiano, e fisso in questa idea fa sforzi erculei per distruggere ogni traccia di merito che possa richiamare alla grata memoria dei posteri il nome di Giovanni padre. Harrisse al contrario leva sugli altari Giovanni, e non solo vuole sfrondati gli allori che la gratitudine dei posteri ha intrecciato sul capo di Sebastiano figlio, come esploratore e scopritore, ma si attacca anche alla fama che è rimasta grandissima della sua mente e del suo sapere, e la vuole distruggere; e quanto a qualità morali fa di lui tale ritratto che peggio non saprei. E come l'ingegno era potente in ambedue gli scrittori, e tutti due avvocati, è meravigliosa la loro finezza per volgere e piegare i documenti nella via che vuole il loro pensiero, e non meno meravigliosa l'arte di presentare la loro interpretazione come la sola vera e la sola giusta. Nel che senza alcun dubbio e l'uno e l'altro credevano e volevano raggiungere la verità, lontanissimi da qualunque sospetto di correre

(1) RICHARD BIDDLE, A memoir of Sebastian Cabot with a review of the history of maritime discovery. Philadelphia, 1831.

invece dietro a un'idea preconcetta della loro mente. L'edificio inalzato con tanta fatica dal Biddle rovinò completamente, perchè basato sul falso: eguale fortuna per la stessa ragione dovrà avere ed avrà quello dell'Harrisse. Ma il Biddle si occupò esclusivamente dei Caboto, e però il suo libro venendo a mano, più che d'altri, di gente studiosa nell'argomento, questa con le proprie cognizioni ha potuto facilmente correggere i difetti e le esagerazioni del suo libro. Harrisse ha trattato dei Caboto in un' opera a parte, che prende il nome appunto dai due viaggiatori veneziani (1), e questa naturalmente si trova, riguardo alla qualità dei lettori, nelle stesse condizioni che l'opera del Biddle. Aggiungi che in queste due opere discutendosi i fatti parzialmente, e a ciascun giudizio e ciascuna deduzione andando avanti un ragionamento serrato di argomenti e ragioni, chi legge, anche se non molto esperto nella storia dei Caboto, dal semplice svolgersi dell'argomentazione può vedere col suo buon senso dove essa zoppichi o corra troppo forzata. E basta il semplice dubbio, perchè l'inocularsi del veleno o non riesca affatto, o con conseguenze leggerissime. Ma l'operosità dell'Harrisse si è estesa a tutta quanta la storia delle scoperte americane, e naturalmente quanto più è vasto il campo che egli percorre, tanto meno ha potuto scendere ad esaminare e discutere i particolari; e così spesso incontra che invece di provare egli sentenzia, e come fra i lettori della vasta sua opera chi s'interessa a un argomento, chi ad un altro, così deve avvenire ed avviene che gl'interessati ad altri ar. gomenti, giunti a questo dei Caboto, accettano come oro di zecca i giudizi dell'Harrisse, sedotti e confortati nella loro fiducia dal nome e dall'autorità dell'Autore. E non è solo gente di mezzana coltura, che si adagia ed acqueta nel parere di lui, ma anche uomini colti e buoni scrittori. Cito per esempio lo spagnuolo D. Cesareo Fernandez Duro. Harrisse nel suo Christophe Colomb devant l'Histoire (2), con quell'avventatezza e assoluta sicurezza di sentenziare, che sono uno dei lati deboli delle sue opere, aveva scritto: « Quant'à << Sébastien Cabot..... il ne fut qu'un charlatan fieffé et n'a jamais << rien découvert » (pag. 89). La sentenza è buttata là tutta sola, non preceduta nè susseguita da argomento che la sostenga, o da accenno alcuno ad argomenti. È un' opinione che all'Harrisse si presenta l'occasione di manifestare, e che manifesta senza poi più cu

(1) Jean et Sébastien Cabot... par HENRY HARRISSE. Leroux, Paris, 1882. (2) Christophe Colomb devant l'histoire. Paris, Welter, 1892.

rarsi di essa. Ciò detto, egli ripiglia e continua tranquillamente il suo argomento. Ora il Duro ha letto quella opinione e senz'altro l'ha fatta sua: « basta, egli dice, che Harrisse abbia dichiarato con << tutto il peso della sua autorità, che fu Sebastiano un comediante, << per presumere..... ecc. » (1). E così vediamo rinnovato il fatto di jurare in verba magistri. E questo è un gran male, perchè si creano correnti d'errore, che poi è difficilissimo correggere e raddrizzare. Contro il quale pericolo, avendo io pure scritto sui Caboto, mi pare e conveniente e doveroso, che mi levi per ribattere le opinioni e le sentenze dell'Harrisse, dove la veggo in contradizione con la verità.

Ma io qui nulla dico dell'opera Jean et Sébastien Cabot, perchè questa uscita prima che io mettessi mano al mio lavoro, l'ho già veduta e studiata, e notati e discussi i luoghi, dove le cose mi apparivano diversamente che a Lui. Qui io intendo prendere ad esame l'opera The discovery of North America (2), nella quale s'intrattiene per buon tratto sui Caboto. Non è però mio pensiero fare una rassegna completa delle sue conclusioni e dei giudizi, perchè costretto come sono a non poter usare che a pizzico de' miei occhi ed a larghi intervalli, non mi è possibile una troppo lunga occupazione. E d'altra parte basta al mio intento mettere in guardia il lettore, senza bisogno di doverlo accompagnare passo passo per tutti i luoghi, dove a mio avviso la serenità della mente ha fatto difetto all'illustre americano. Qui io esaminerò solo i giudizi e le argomentazioni di lui, per ciò che riguarda l'ingegno e il sapere di Sebastiano Caboto.

Harrisse non può negare la gran fama d'uomo veramente superiore in cose di mare, che godette a' suoi tempi Sebastiano Caboto. La testimonianza de' suoi contemporanei è troppo esplicita e concorde

(1) Riporto in disteso le parole del Duro nella lingua originale, perchè si renda più chiaro ed aperto il suo pensiero. -Con motivo de la celebración del cuarto centenario del descubrimiento del Nuevo Mundo, los Cabotos han salido de nuevo á luz el mismo Sr. Harrisse ha debido tratar de sus condiciones en El descubrimiento de la America del Norte, obra che no conozco todavia: bástame, sin embargo, que haya sido anunciada al público como modelo de las historias del porvenir para que la ponga sobre mi cabeza, y basta que el autor haya declarado en otra posterior (a), con todo el peso de su autoridad, que fué Sebastián Caboto un farfante que no descubrió nada, para presumir que tampoco ha descubierto él datos que añadir á los del libro de 1892. Nel Boletin de la Sociedad Geográfica de Madrid, 1o trimestre del 1893.

(2) The Discovery of North America, by HENRY HARRISSE. Paris, MDCCCXCII.

(a) Il Christophe Colomb devant l'histoire.

per poterla mettere in dubbio; e il fatto dei carichi ch'egli ebbe, e dell'altissima posizione che tenne nella marina spagnuola, sono una conferma inconfutabile di quelle testimonianze. Ma Harrisse si sente il bisogno di demolire, e poichè il colosso è là dritto davanti a' suoi occhi, e non è possibile negarne l'esistenza e la grandezza, si studia e si affanna a persuadere che non è una vera statua di marmo o di bronzo, fattura di buon artista, ma un accozzamento di stracci e di creta saputo abilmente mettere insieme, e con astuzia soprafina fatto credere agli occhi della gente vero marmo e vero metallo. Udite le sue parole: « La probabilità è che Sebastiano < Caboto fu debitore della sua influenza e riputazione al semplice. « fatto che egli si die' vanto di conoscere dove esistesse il pas<< saggio all'Oceano Pacifico, prima per il Nord-Ovest, poi per il << Sud-Ovest, e quindi per il Nord-Est, e fu astuto abbastanza << a far credere a Ferdinando di Aragona, Carlo V, Enrico VIII, « Edoardo VI, e ad altra gente influente, far loro credere che egli << era attualmente in possesso di quel secreto, il gran desiderio al<< lora e poi di ogni nazione marittima » (1). Da Ferdinando di Aragona a Edoardo VI, cioè a dire dal 1512 in cui Sebastiano Caboto entrò al servizio della Spagna fino al 1553, quando mori il giovinetto re d'Inghilterra, lo spazio di 41 anni! Un uomo che pel corso di 41 anni riesce a intrattenere quattro regni col balocco di scoprir loro un secreto, e nella promessa di questa scoperta per così lungo tempo carpisce loro vistosi emolumenti, onori, cariche altissime, e non che stancarli e impazientarli, se li fa correr dietro quando a lui piace di abbandonarli, e tutto ciò con regni, al cui governo siede l'astuzia di un Ferdinando di Aragona e di un Carlo V, tutta occhi, tutta sospetti, tutta spie; quest'uomo, dico, tiene raccolta nel suo cervello la quintessenza dell'accortezza e della furberia di non so dire quante generazioni d'uomini.

Ma esaminiamo partitamente la cosa.

Per il passaggio a Nord-Ovest a' tempi di Enrico VIII, il nome di Sebastiano Caboto ci si presenta nella storia due volte. La prima quando in qualità di piloto prese la direzione della nave di certo

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(1) The probability is that Sebastian Cabot owed his influence and reputation to the simple fact that he claimed to know where there existed a passage to the Pacific Ocean, first by the North-West, then by the South-West, and afterwards by the North-East; and was shrew enough to make Ferdinand of Aragon, Charles V, Henry VIII, Edward VI, and other influential people believe that he was actually in possession of that secret the great desideratum then and since of all maritime nations ». Cap. VI, p. 27.

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