Poesie di Vincenzo Monti

Naslovnica
G.C. Sansoni, 1915 - Broj stranica: 496
 

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Stranica 125 - Tempo già fu, che, dilettando, i prischi Dell'apollineo culto archimandriti Di quanti la natura in cielo e in terra E nell'aria e nel mar produce effetti Tanti numi crearo; onde per tutta La celeste materia e la terrestre Uno spirto, una mente, una divina Fiamma scorrea, che l'alma era del mondo. Tutto avea vita allor, tutto animava La bell'arte de' vati ( 36 ). Ora il bel regno Ideal cadde al fondo.
Stranica 225 - Muto de' bronzi il sacro squillo, e mute L'opre del giorno, e muto lo stridore Dell'aspre incudi e delle seghe argute: Sol per tutto un bisbiglio ed un terrore. Un domandare, un sogguardar sospetto. Una mestizia che ti piomba al core. E cupe voci di confuso affetto, Voci di madri pie, che gl'innocenti Figli si serran trepidando al petto.
Stranica 133 - Ad un pensier solleva Di me più degno, e della forte insieme Anima tua. La stella Del viver mio s'appressa Al suo tramonto, ma sperar ti giovi Che tutto io non morrò: pensa che un nome Non oscuro io ti lascio; e tal che un giorno Fra le italiche Donne Ti fia bel vanto il dire: Io fui l'amore Del cantor di Bassville, Del cantor che di care itale note Vesti l'ira d'Achille. Soave rimembranza ancor ti fìa, Che ogni spirto gentile A...
Stranica 123 - Dèi, che di leggiadre fantasie già fiorir le carte argive e le latine, di spaventi ha pieno delle Muse il bel regno. Arco e faretra toglie ad Amore, ad Imeneo la face, il cinto a Citerea. Le Grazie anch'esse, senza il cui riso nulla cosa è bella, anco le Grazie al tribunal citate de' novelli maestri alto seduti cesser proscritte e fuggitive il campo ai Lemuri e alle streghe.
Stranica 13 - Dalle gravide glebe, oh maraviglia!, fuori allor si lanciò scherzante e presta la vaga delle belve ampia famiglia. Ecco dal suolo liberar la testa, scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto il biondo imperator della foresta.
Stranica 208 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Stranica 14 - E nitrendo sfidar nel corso il vento; Indi il cervo ramoso, ed il leggiero Daino fugace, e mille altri animanti, Qual mansueto, e qual ritroso e fiero. Altri per valli e per campagne erranti, Altri di tane abitator crudeli, Altri dell'uomo difensori e amanti. E lor di macchia differente i peli Tu di tua mano dipingesti, o Diva. Con quella mano che dipinse i cicli. Poi de' color più vaghi, onde l'estiva Stagion delle campagne orna l'aspetto, E de" freschi ruscei smalta la riva, L'ale spruzzasti al...
Stranica 209 - Veggiolo un' altra volta esser deriso ; Veggio rinnovellar l' aceto e il fele, E tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il nuovo Pilato sì crudele, Che ciò nol sazia, ma, senza decreto, Porta nel tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l'ira tua nel tuo segreto? Ciò ch...
Stranica 13 - Scuoter le giubbe, e tutto uscir d' un salto, II biondo imperator della foresta. Ecco la tigre e il leopardo in alto Spiccarsi fuora della rotta bica, E fuggir nelle selve a salto a salto. Vedi sotto la zolla, che l' implica, Divincolarsi il bue, che pigro e lento Isviluppa le gran membra a fatica.
Stranica 12 - ... porporine. Di tante faci alla silente e bruna notte trapunse la tua mano il lembo, e un don le festi della bianca luna; e di rose all'Aurora empiesti il grembo, che poi sovra i sopiti egri mortali piovon di perle rugiadose un nembo. Quindi alla terra indirizzasti l'ali; ed ebber dal poter de' tuoi splendori vita le cose inanimate e frali.

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