L'allegoria della Divina commedia di Dante AlighieriTipi di M. Cellini e c., 1864 - Broj stranica: 372 |
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Acheronte adombra angeli anime Arrigo VII beati beatitudine Beatrice Cacciaguida Cantica Canto Canto XXXII carità carro celeste chè Chiesa cielo della Luna cielo empireo civile colla colpa concetto contemplativa Convito cotal Cristo cupidigia Dante dantesco dice dire Divina Commedia divina foresta eterna Eunoè felicità figura Filippo il Bello filosofia Gerione ghibellino giusta governo grazia Grifone guelfismo guelfo imperiale Inferno l'allegoria l'altra l'uno l'uomo lettore luce Lucifero lume luogo lupa massime Matelda medesimo mente mistico Monarchia mondo morale allegoria occhi papa papale Paradiso parole passo peccato peccatore penitenza perfetta perfezionamento perocchè poco podestà Poema Poema dantesco Poeta pontefice popolo popolo italiano principio Purg Purgatorio quivi ragione rappresentare ravvisare regno riforma salute santa sapienza scienza selva senso allegorico senso letterale senso morale sentenza significato simbolo spiriti spirituale Stazio temporale teologia umana vede Veltro verso viaggio Virgilio virtù vizio XXVII XXXII zione
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Stranica 245 - atroce : Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un'altra volta esser deriso, Veggio rinnovellar l'aceto e il fele, E tra vivi ladroni essere anciso. Veggio il novo Filato sì crudele Che ciò no '1 sazia, ma senza decreto Porta nel tempio le cupide vele.
Stranica 323 - campar d'esso loco selvaggio : Che questa bestia (la lupa), per la qual 'tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce , che 1' uccide.... Molti son gli animali a cui s'ammoglia, E più saranno ancora,, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia. Questi .... Di quell
Stranica 81 - Chiamavi il cielo, e intorno vi si gira Mostrandovi le sue bellezze eterne, E l'occhio vostro pure a terra mira -, Onde vi batte chi tutto discerne ; ' ed altrove così li apostrofa : O sovra tutte mal creata plebe, Che stai nel loco onde parlare è duro, Me' foste state qui pecore o zebe
Stranica 333 - dell' Inferno: Per me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente ' ; e in quelle altre che il Poeta aggiunge poco poi : Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle , Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue , orribili favelle , Parole di dolore , accenti
Stranica 221 - quel santo sene Vestito con le genti gloriose, che così descrive : Diffuso era per gli occhi e per le gene Di benigna letizia, in atto pio, Quale a tenero padre si conviene '• E Bernardo, dopo avergli esposto da chi fosse a lui mandato , ed a qual fine, gli addita Beatrice sedente nel terz'ultimo giro , a canto
Stranica 323 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno , Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per loco eterno, Ov' udirai le disperate strida, Vedrai gli antichi spiriti dolenti Che la seconda morte ciascun grida: E vederai color, che son contenti Nel
Stranica 201 - si lieta, Come nel lume di quel ciel si mise, Che più lucente' se ne fé' il pianeta. E se la stella si cambiò e rise , Qual mi fee' io, che pur di mia natura Trasmutabile son per tutte guise ? * Così egli. Poco poi, salito alla sfera di Venere, soggiunge : Io non m'accorsi del
Stranica 203 - mobile , al del che è pura luce : Se quanto infino a qui di lei si dice Fosse conchiuso tutto in una loda. Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza eh' io vidi si trasmoda Non pur di là da no!, ma certo io credo Che solo il suo Fattor tutta la
Stranica 133 - La Nella mia col suo pianger dirotto. Co'suoi prieghi devoti e con sospiri • Tratto m' ha della costa ove s'aspetta , E liberato m' ha degli altri giri. Tant' è a Dio più cara e più diletta La vedovella mia , che molto amai, Quanto in bene operare è più soletta. Che la
Stranica 194 - intende mai, Grazioso mi fia se mi contenti Del nome tuo e della vostra sorte. Ond'ella pronta e con occhi ridenti : La nostra carità non serra porte A giusta voglia, se non come quella Che vuoi simile a sé tutta sua corte. Io fui nel mondo vergine sorella ; E se la