L'allegoria della Divina commedia di Dante Alighieri

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Tipi di M. Cellini e c., 1864 - Broj stranica: 372
 

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Stranica 245 - atroce : Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un'altra volta esser deriso, Veggio rinnovellar l'aceto e il fele, E tra vivi ladroni essere anciso. Veggio il novo Filato sì crudele Che ciò no '1 sazia, ma senza decreto Porta nel tempio le cupide vele.
Stranica 323 - campar d'esso loco selvaggio : Che questa bestia (la lupa), per la qual 'tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce , che 1' uccide.... Molti son gli animali a cui s'ammoglia, E più saranno ancora,, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia. Questi .... Di quell
Stranica 81 - Chiamavi il cielo, e intorno vi si gira Mostrandovi le sue bellezze eterne, E l'occhio vostro pure a terra mira -, Onde vi batte chi tutto discerne ; ' ed altrove così li apostrofa : O sovra tutte mal creata plebe, Che stai nel loco onde parlare è duro, Me' foste state qui pecore o zebe
Stranica 333 - dell' Inferno: Per me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente ' ; e in quelle altre che il Poeta aggiunge poco poi : Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle , Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue , orribili favelle , Parole di dolore , accenti
Stranica 221 - quel santo sene Vestito con le genti gloriose, che così descrive : Diffuso era per gli occhi e per le gene Di benigna letizia, in atto pio, Quale a tenero padre si conviene '• E Bernardo, dopo avergli esposto da chi fosse a lui mandato , ed a qual fine, gli addita Beatrice sedente nel terz'ultimo giro , a canto
Stranica 323 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno , Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per loco eterno, Ov' udirai le disperate strida, Vedrai gli antichi spiriti dolenti Che la seconda morte ciascun grida: E vederai color, che son contenti Nel
Stranica 201 - si lieta, Come nel lume di quel ciel si mise, Che più lucente' se ne fé' il pianeta. E se la stella si cambiò e rise , Qual mi fee' io, che pur di mia natura Trasmutabile son per tutte guise ? * Così egli. Poco poi, salito alla sfera di Venere, soggiunge : Io non m'accorsi del
Stranica 203 - mobile , al del che è pura luce : Se quanto infino a qui di lei si dice Fosse conchiuso tutto in una loda. Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza eh' io vidi si trasmoda Non pur di là da no!, ma certo io credo Che solo il suo Fattor tutta la
Stranica 133 - La Nella mia col suo pianger dirotto. Co'suoi prieghi devoti e con sospiri • Tratto m' ha della costa ove s'aspetta , E liberato m' ha degli altri giri. Tant' è a Dio più cara e più diletta La vedovella mia , che molto amai, Quanto in bene operare è più soletta. Che la
Stranica 194 - intende mai, Grazioso mi fia se mi contenti Del nome tuo e della vostra sorte. Ond'ella pronta e con occhi ridenti : La nostra carità non serra porte A giusta voglia, se non come quella Che vuoi simile a sé tutta sua corte. Io fui nel mondo vergine sorella ; E se la

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