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Nuova Serie

Dm 550.4

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Per i non Soci: L. 1 il fascicolo
ALLA LIBRERIA DI B. SEEBER

Succ. di LOESCHER & SEEBER

FIRENZE

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DIRETTA DA M. BARBI

Direzione:
Via della Dogana, 1

Per i non Soci L. 1 il fascicolo alla Libreria di B. Seeber, Firenze

Sommario: M. BARBI: P. Toynbee, A Dictionary of proper names and notable matters in the Works of Dante. Annunzi bibliografici (Pubblicazioni varie di A. Bassermann, A. Belloni, Dr. Walter, B. Mangiola, L. Arezio, A. Zenatti, L. Ruberto, M. Durand-Fardel, C. Maurras, E. Barbarani, G. Urbano, B. Graefe, E. Moore, ecc.).

A Dictionary of proper names and notable matters in the Works of Dante, by PAGET TOYNBEE, M. A. Oxford, at the Clarendon Press, 1898; 4°, pp. x-616 a doppia colonna.

Chi ha letto le sempre diligenti e utili note che da parecchi anni il Toynbee va pubblicando intorno a Dante nei giornali, e delle quali è stato sempre reso conto in questo Bullettino, si attenderà certo di trovare in questo Dizionario un'opera molto proficua agli studi danteschi; e non s'ingannerà. Comprende esso, oltre i nomi propri di tutte le opere raccolte nel Dante d'Oxford, anche le principali materie, come le denominazioni delle diverse classi di peccatori e dei vari cieli, menzionati nella Divina Commedia (ad es. Accidiosi, Ipocriti, Traditori; Cielo stellato, Rosa celestiale); certe personificazioni e titoli (ad es. Aquila, Pellicano; Archimandrita, Savio); i titoli de' libri citati da Dante (ad es. Aeneis, Ethica, De Regimine Principum); e così via. E sotto ciascuna di queste voci abbiamo una illustrazione ordinata e nella sua sobrietà compiuta, cioè una precisa definizione o descrizione o notizia della persona o cosa in questione; l'indicazione dei luoghi di Dante ove tale persona o cosa comparisce, o tale opera è usufruita oppure imitata; quindi il riferimento delle fonti onde Dante può avere tratto certe notizie ed erudizioni, e antiche chiose e testimonianze di cronisti e d'altri autori a maggior conoscenza delle figure e dei fatti storici; e talvolta, in fine, anche qualche indicazione bibliografica per i punti controversi, o per altri ove può esser desiderata una maggiore illustrazione. Seguono al dizionario tavole genealogiche di case regnanti e di famiglie nobili che giovano all'intelligenza delle numerose allusioni storiche che si hanno. nelle opere di Dante, una tavola cronologica dei principali avvenimenti nella contesa tra guelfi e ghibellini in Italia dal 1140 al 1321, vari indici, e alcuni disegni cosmografici. Si può dire d'aver raccolto in un volume. e ordinato il miglior frutto delle lunghe indagini fatte per l'illustrazione

10. Bull. Soc. Dantesca.

storica e dottrinale di Dante, e in modo da servire tanto alle persone colte in genere che si dilettano della lettura del sommo poeta, quanto al dantista di professione: quelle vi troveranno fin le più elementari notizie intorno ciascun soggetto, questi, oltre al comodo prontuario che gli fornisce indicazioni e citazioni utili per le sue indagini, vi troverà anche cose finora non avvertite o messe in vista da altri.

La parte più notevole del volume è senza dubbio quella che riguarda gli autori studiati da Dante. È una ricerca questa che negli ultimi anni ha specialmente affaticato i dantofili inglesi, e i resultati sono stati eccellenti, sebbene mi sembri che talvolta si sia corso un po' troppo ad ammettere per qualche citazione, che può essere di seconda mano, la conoscenza diretta d'una data opera. I commenti pieni di citazioni, i trattati morali sul genere del Moralium dogma di Guglielmo de Conches o di quelli d'Albertano da Brescia, i molti florilegi di detti e sentenze, dovevano spesso supplire, in tanta scarsezza di libri, alla diretta conoscenza delle opere anche più famose. Comunque sia, l'indicazione della fonte prima. ha sempre un valore; e il Toynbee, che giovandosi delle altrui e delle proprie ricerche, ha saputo rappresentarci in breve spazio quanto di ciascun autore e di ciascuna scrittura si sia valso Dante nelle sue opere, ha fatto opera meritevole d'ogni encomio. Resta certamente molto da fare in questo campo, e più che per gli scrittori antichi, per quelli del Medio Evo; ma intanto un buon tratto del cammino è fatto, e n'è diffusa la conoscenza.

Anche la parte storica è molto curata. Naturalmente in quello che è mitologia e storia non strettamente locale l'A. dimostra più sicurezza e più diretta informazione, valendosi, quando può, degli autori stessi a' quali è probabile che Dante abbia attinto le sue cognizioni. Ma anche per le notizie di storia e costumanze locali e di personaggi relativamente oscuri, per le quali, non che nuove ricerche negli archivi, neppure era possibile a uno studioso che vive in Inghilterra lo spoglio delle tante pubblicazioni di storia regionale che escono via via in Italia, il Toynbee fa buon uso dei commentatori antichi, del Villani, del Compagni e di altri cronisti, del Decamerone e d'altri libri di novelle; e toglie il resto dal buon commento del Casini, o dai ragguagli che di pubblicazioni più recenti han fatto il nostro ed altri periodici.

Che nel Dizionario non ci siano cose da aggiungere o chiarire o correggere nessuno può pensarlo; e l'autore stesso ha già pubblicato con questo intento alcune note nell' Athenaeum (cfr. Bull., N. S., VI, 195). Alcune osservazioni e aggiunte che scorrendo il volume mi son venute fatte, riferirò qui sotto, lieto se potranno giovare a qualche cosa quando dell'opera si faccia una nuova edizione. Nella quale m'auguro si possa ovviare a un difetto della presente, dovuto alle imperfette edizioni che abbiamo delle opere di Dante. Nel Dante d'Oxford, che il T. ha seguito, manca molta parte del Canzoniere e fin la tenzone con Forese Donati,

e anche la lezione di quel che ci si trova è tutt'altro che esatta; onde molti nomi rimangon fuori del Dizionario che dovrebbero avervi luogo, come Altafronte, San Gallo, San Simone, Giuseppo, Belluzzo, Bicci, Tessa, Alighiero, Lagia, Lisetta, ecc. (1). Perchè non citare almeno la tenzone con Forese nell'edizione, che l'A. conosce e ricorda, del Del Lungo? Anche per le indicazioni bibliografiche, credo che il T. avrebbe fatto bene a non darle soltanto per eccezione. Sta bene ch'egli non facesse le parti del bibliografo, che deve registrar tutto quello che trova intorno a un argomento; però se fra cento o più scritti che s'abbiano intorno a una data questione, l'A. avesse indicato sempre quell' uno o quei due che meglio possono informare della storia di essa e degli argomenti pro e contro la soluzione accettata, avrebbe, credo, giovato ai suoi lettori. E giacchè sono a mostrar desideri, dirò anche che mi parrebbe necessario compimento del libro una carta dell'Italia e una pianta di Firenze al tempo di Dante, poichè spesso giovano anche a intendere e risolvere questioni di non lieve importanza (cfr. Bull., N. S., IV, 2). E passo senz'altro alle osservazioni particolari.

Acciaiuoli, Niccola. Invece del racconto dell'Anonimo Fiorentino poteva esser riferito quello di Dino Compagni (I, XIX) più autorevole e non meno preciso, anzi fonte unica del primo. Ed era bene notare che la mutilazione del Quaderno fu fatta dall'Acciaiuoli mentre era priore, come ha mostrato il Del Lungo (Dino Compagni, II, 80).

Accursio, Francesco d'. Della gran fama di questo giurista dà chiara testimonianza un decreto del Consiglio Generale di Bologna, fatto nel 1303 per esimere dalle collette, che colpivano i seguaci di parte lambertazza, gli Accursi << descendentes venerande memorie Domini Accursi et Domini Francisci de Accursiis patrum et dominorum omnium scolarium et studentium in Jure civili per universum mundum, qui tantum honorem fecerunt Civitati Bononie, glosando in Civitate Bononie et illuminando Jus civile et scolares de toto mundo ex hoc ad Civitatem Bononie convocando, ita quod ipsa Civitas honoratur, et divulgatur eius fama per mundum universum » (cfr. G. GOZZADINI, Il Palazzo detto d'Accursio, negli Atti e Mem. della R. Deput. di storia patr. per la Romagna, 3 serie, I, 434).

Acone. Non so come sia nata la falsa credenza, espressa anche da altri, che Acone sia tra Pistoia e Lucca: è in Valdisieve.

Acquasparta (cfr. anche Matteo d'A.). Una prima volta fu mandato da Bonifazio VIII legato in Toscana « ad praedicandam Crucem contra Columnenses et exercitum congregandum contra ipsorum munitiones et castra » (TOLOMEO DA LUCCA, Annales, in Cronache dei sec. XIII e XIV, Firenze, 1876, p. 100); ed ebbe aiuti anche dal Comune di Firenze (cfr. DEL LUNGO, Dino Compagni, II, 95).

(1) Manca anche Bella e Alighiero II per Inf. VIII, 45 e per Conv. I, 13, ove dice che il volgare « fu congiugnitore delli suoi generanti ». Non trovo nè Muso nè Albertino Mussato (cfr. Bull., N. S., I, 129), di cui al v. 88 della 2a egloga.

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